lunedì 29 luglio 2013

Perquisizioni No TAV, Ferrero: Letta peggio di Erdogan. Cremaschi: Assurda accusa di terrorismo

 "Le perquisizioni odierne - compresi i locali dove c'è la sede di Rifondazione Comunista - e le accuse pesantissime agli attivisti No Tav sono l'ennesimo, inaccettabile episodio di criminalizzazione della protesta. Il governo, non avendo alcuna ragione nel merito della costruzione dell'opera e dello sperpero di denaro pubblico, si comporta peggio di Erdogan in Turchia: cerca di stroncare la protesta con la repressione più brutale. Le accuse di terrorismo contro quella che è una lotta di popolo sono una pura persecuzione e un utilizzo del Codice penale come arma impropria. Questa repressione però non fermerà le ragioni di chi si oppone all'alta velocità sulla Torino-Lione: non ci faremo intimidire". Questo quanto dice Paolo Ferrero del PRC. Dello stesso tono le dichiarazioni di Giorgio Cremaschi della Rete 28 aprile che ha dichiarato : "Dopo la bellissima e pacifica marcia popolare, a cui in tanti abbiamo partecipato con le nostre famiglie e abbiamo mostrato tutta la forza e il consenso del movimento No Tav, il palazzo ha puntualmente reagito.
Ancora una volta si gioca la carta della vergognosa accusa di terrorismo. Perquisizioni assurde a tappeto, alla ricerca di chissà quali prove di attività eversive e terroriste, si sono succedute nella valle.
È una vergogna e una provocazione a cui bisogna reagire con la più vasta campagna di solidarietà. Mi pare chiaro il senso dell'operazione politica in corso, voluta dal governo PD PDL e dal suo regime politico informativo, giudiziario. Si vuole ancora una volta accostare lotta e terrorismo, per criminalizzare una lotta popolare giusta e aperta a cui il regime non vuole dare risposte politiche.
Siamo di fronte ad un altro momento di degrado della nostra democrazia e ad un'altra manifestazione di una repressione inaccettabile, che copre il fallimento politico e economico del partito della Tav.

Solidarietà a tutte e tutti coloro che sono colpiti dalla repressione, che in ogni caso non fermerà la lotta e il sostegno ad essa."

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