giovedì 25 luglio 2013

Una parola al giorno: Sesquipedale


Sesquipedale

ses-qui-pe-dà-le
Enorme, smisurato, madornale; propriamente, lungo un piede e mezzo
dal latino: [sesquipedalis], composto da [sesqui] contrazione di [semisque] mezzo in più e [pedalis] piede.
Nei tempi antichi il ritmo della metrica poetica si scandiva battendo il tempo col piede: da qui il nome dell'unità metrica fondamentale in cui i versi erano divisi, che assumeva varie forme con diversi numeri e quantità di sillabe; appunto, il piede.
Una parola lunga tanto da coprire un piede e mezzo risultava veramente pesante, ampollosa, esagerata, fuor di misura. Da qui, probabilmente, l'estensione semantica di sesquipedale a grande, enorme, smisurato - e anche grossolano, gonfio, dozzinale, madornale.
Altrimenti, più immediatamente, potrebbe riferirsi al piede come unità di misura della lunghezza - e nell'antica Roma un piede e mezzo era una misura rimarchevole, sul mezzo metro. Ma sinceramente mi convince meno.
Sarà quindi classicamente sesquipedale un errore rozzo e vistoso, oppure un orgoglio che alza di una spanna, una lettera o un'e-mail retorica che ci vuole mezz'ora a leggere o una conferenza interminabile e pomposa, un salame di cioccolata mastodontico (sbizzarritevi sui doppi sensi), o un pranzo che dura fino all'alba.
È chiara la frizzantissima vena ironica ed iperbolica: una parola levantina e di sonorità accattivante decisamente da recuperare.

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