di Rossella Guadagnini
L'Italia potrebbe cambiare volto, passando a breve da Repubblica parlamentare a presidenziale. Rischiamo cioè "di vedere realizzato l’antico progetto piduista di Licio Gelli, di concentrare nelle mani di uno solo un potere esecutivo senza controlli di fatto, né parlamentari, né di legalità". A dirlo è Antonio Ingroia, leader di Azione Civile, in occasione della presentazione dei comitati “Viva la Costituzione”, organizzati dal movimento politico di cui è animatore, che in questi giorni si stanno mobilitando in tutto il Paese, insieme ad altri di diverse associazioni. "Sarebbe sbagliato parlare di una semplice revisione -spiega poi- dal momento che si tratta di un vero e proprio stravolgimento della nostra Carta". Azione Civile si fa interprete del disagio e della crescente preoccupazione manifestata da chi ha notizie, benchè frammentarie, di questa progetto".
"Siamo un Paese in cui l'insofferenza ai controlli istituzionali e di legalità è arrivata negli ultimi anni al massimo grado -prosegue Ingroia- grazie al costante lavorio ai fianchi sia sull’assetto costituzionale, che sull'equilibrio fra i poteri, operato da Silvio Berlusconi. Il paradosso è che, a questo punto, si possa davvero realizzare quella maggioranza che stravolge la Costituzione, come voleva l'ex Venerabile, come ha cercato di fare Berlusconi in questi vent’anni, dentro e fuori il Parlamento. E che tutto ciò si possa realizzare proprio con un governo presieduto da esponenti del centrosinistra e da un presidente della Repubblica, anch'egli espressione dello stesso schieramento".
"E' un’emergenza -sostiene il leader di Azione Civile- e a noi tocca lanciare l'allarme. C'è un punto, a mio avviso, particolarmente grave: gli italiani sono totalmente disinformati su quanto sta accadendo. Si parla di progetti di riforma costituzionale su cui si può anche discutere: se rivedere il bicameralismo perfetto, dimezzare o comunque diminuire il numero dei parlamentari e così via. Riforme, alcune di queste, sacrosante. Tuttavia, ci si rende conto ben presto che la vera posta in gioco è un'altra. La concentrazione del potere nelle mani dell'esecutivo, ottenuta attraverso una riforma di tipo presidenzialista. E' quanto sta avvenendo, senza ascoltare in alcun modo gli italiani".
Ancora una volta il problema è "un deficit di democrazia e di partecipazione dei cittadini al processo decisionale -ricorda l'ex pm- La Commissione extraparlamentare 'dei saggi' e la legge che si appresta ad essere approvata, di fatto, rappresentano un modo di consacrare in forma di norma ciò che si sta decidendo fuori dal Parlamento. Obiettivo principale è l’articolo 138 della Costituzione, vera e propria chiave di volta di tutta l'architettura costituzionale. Noi, questa architettura, la dobbiamo difendere non perché conservatori, ma perché riteniamo che la forza della nostra Carta, come è stata disegnati dai padri costituenti, è stata anche quella di essere una Costituzione rigida, con una maggioranza qualificata e una serie di meccanismi per consentire un dibattito più ampio possibile nel Paese".
"Adesso -aggiunge Ingroia- si marcia a tappe forzate verso l’approvazione della modifica dell’articolo 138, che -se passerà entro il mese di luglio in via definitiva- diminuirà drasticamente i tempi di esame di ogni ulteriore successiva revisione costituzionale, con un effetto valanga. Nell’arco di pochi mesi gli italiani, senza rendersene conto, si ritroveranno a vivere in una Repubblica diversa, non più parlamentare, ma presidenziale, con una svolta di tipo autoritaria gravissima".
"Si possono avere idee diverse, ma credo che su un punto bisognerebbe essere tutti d’accordo nell'ambito progressista del centrosinistra -sottolinea Ingroia- una scelta così radicale va decisa dai cittadini. Da qui la decisione di inviare una lettera ai tre leader delle formazioni politiche, che interpretano questa richiesta di cambiamento degli italiani: al segretario del Pd, Guglielmo Epifani, al leader di Sel, Nichi Vendola, e al leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo. Visto che ciascuno di voi, o tramite le primarie o tramite consultazione via web, tiene alla partecipazione e all’ascolto della base, si organizzino prima che sia troppo tardi delle primarie. Non per selezionare persone e leader, ma per selezionare delle idee, le primarie dei principii. Interpelliamo gli italiani, chiediamo loro se vogliono una Repubblica parlamentare o ne preferiscono una presidenziale. Il tempo c’è, considerato che, essendo ancora in vigore l’articolo 138, per la sua modifica dovranno trascorrere tre mesi, dalla prima votazione alla seconda. Durante questo intervallo, entro settembre, si potrebbe organizzare una consultazione con un sistema misto: in parte con primarie vere e proprie, in parte con una consultazione via web.
All'appello ai leader, ne seguono altri due: uno rivolto "a tutti i parlamentari perché facciano in modo di non aggirare il referendum confermativo per la modifica dell'articolo 138, evitando così di raggiungere la maggioranza dei due terzi. Occorre infatti offrire un segnale di una politica che vuole ascoltare i cittadini. Il terzo appello -conclude il leader di Azione Civile- lo facciamo alla stampa, all’opinione pubblica e alla Rai, ente pubblico nazionale. Se ne discuta, se ne parli, si organizzino dibattiti, tribune diciamo cosi 'costituzionali', che vedano da una parte chi è favorevole alla modifica dell'articolo 138 della Costituzione, fino a quella di tipo presidenziale, e chi invece è contrario".
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martedì 23 luglio 2013
Ingroia: Italia Repubblica presidenziale? Lo decidano i cittadini
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