mercoledì 31 luglio 2013

Dl lavoro, il Pd trova i soldi per le imprese ma non per la Cig in deroga

Via libera dell'aula del Senato al decreto lavoro-Iva . Il provvedimento e' stato approvato con 203 sì, 35 no e 32 astenuti. Ora il decreto passa alla Camera in seconda lettura che lo dovrà approvare entro il 9 agosto. Nel giorno in cui l’Istat segnala il nuovo record sulla disoccupazione giovanile, il Governo del “fare come ci pare” vede tornare alla ribalta il suo pannicello caldo.
Il testo ha subito alcune modifiche, come tutti i decreti omnibus che si rispettino. E così di emendamento in emendamento è spuntata una tranche di 25 miliardi (emendamento del Pd) nel capitolo dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese. Un “atto dovuto” potrebbe obiettare qualcuno. Certo, ma il contrasto con il buco di risorse per la cassa integrazione è troppo evidente per formulare un giudizio positivo.
Oltre al rifinanziamento della cassa in deroga (per chiudere il 2013 servono ancora 1,4 miliardi, dicono le Regioni), rimane aperta la partita sui contratti più flessibili in vista di “Expo 2015”, che è stata rinviata a un accordo tra le parti; e anche la richiesta di allargare fino ai giovani di 35 anni il nuovo incentivo per le assunzioni (decontribuzione con un tetto mensile di 650 euro), che è stata stoppata nel corso dell'esame nelle commissioni Lavoro e Finanze del Senato. Forse verrà affrontata più avanti. Per problemi di copertura finanziaria è stato pure deciso di far rimanere al 50% (anziché farla salire al 70%) la dote Aspi per le aziende che assumono disoccupati.
Tra gli altri provvedimenti, il rinvio ad ottobre dell’aumento dell’Iva al 22%. Il Governo in questo modo si ritrova con un buco di circa un miliardo. Confermati invece gli aumenti degli acconti per Irpef e Ires. Ad avere la peggio sono le sigarette elettroniche, per le quali scatta una imposta di consumo del 58,5% e il divieto di pubblicità. 

I dati sulla disoccupazione giovanile oltre il 39%, al 12% quella media, con quella maschile ai massimi storici, "sono impressionanti - commenta Paolo Ferrero - frutto di quella vera e propria guerra dichiarata dai governi contro gli italiani". "Per questo Rifondazione Comunista propone di rovesciare le politiche di austerità - aggiunge - e di dar vita immediatamente ad una piano del lavoro per 2 milioni di posti di lavoro. I soldi ci sono, basta prenderli ai ricchi, riprendere la sovranità sul debito pubblico, smetterla con gli sprechi come gli F35 e la Tav".

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