Nel 2012, Appleera finito nel mirino dei difensori dei diritti dei lavoratori per le condizioni cui erano costretti a lavorare i dipendenti di Foxconn (in alcuni casi arrivati sino al suicidio).
Foxconn è una grande azienda cinese alla quale molte società occidentali si rivolgono per la produzione di hardware: Apple non era l'unica ad appoggiarsi a lei, ma era forse la più in vista grazie al successo dei vari iPhone, iPod e iPad.
La scelta era caduta su Pegatron, piccolo produttore in crescita cui già l'azienda di Cupertino appaltava una parte ridotta della produzione di componenti per i propri iPhone; con l'iPhone 5 Pegatron è diventato il produttore di riferimento, soppiantando Foxconn.
Ora Apple si ritrova in una situaziona analoga a quella di oltre un anno fa: l'associazione americana China Labor Watch ha inviato degli "infiltrati" in Pegatron e scoperto che le condizioni di sfruttamento sono presenti anche in questa azienda.
Le varie aziende controllate da Pegatron, infatti, non solo pagherebbero con molto ritardo gli stipendi, ma non rispetterebbero gli standard ambientali e di sicurezza, fornirebbero condizioni di vita al di sotto di quanto ritenuto "dignitoso" (non bisogna dimenticare che in molte grandi aziende cinesi è normale vivere nelle strutture della società) e imporrebbe orari di lavoro troppo lunghi.
In particolare, i dipendenti arriverebbero a lavorare per 70 ore alla settimana e sarebbero costretti a fare straordinari. L'articolo continua dopo il video.Le violazioni contestate sono in totale 86 e comprendo anche il lavoro minorile, un'insufficiente formazione dei lavoratori, difficoltà nel prendere congedo, inquinamento ambientale e assunzioni con discriminazione.
«Le nostre indagini hanno dimostrato che le condizioni di lavoro nelle fabbriche Pegatron sono anche peggio di quelli delle fabbriche Foxconn. Apple non ha tenuto fede alle proprie norme. Questo porterà i fornitori di Apple ad abusare del lavoro, al fine di rafforzare la loro posizione per la ricezione degli ordini. In questo modo, Apple sta peggiorando le condizioni dei lavoratori» ha spiegato Li Qiang, direttore esecutivo di China Labor Watch.
Sia Apple che Pegatron hanno negato ogni accusa; l'azienda di Cupertino ha per esempio affermato che le ore di lavoro negli stabilimenti di Pegatron, dal 2007, sono state 46 alla settimana. Tim Cook, inoltre, ha affermato che intende spostare parte della produzione negli Stati Uniti, ufficialmente per risolvere i problemi di «instabilità» di cui soffrirebbero le fabbriche asiatiche.
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