venerdì 26 luglio 2013

Quattro proposte per ricostruire il campo

di Giorgio Airaudo e Giulio Marcon, da il manifesto, 20 luglio 2013
A cinque mesi dalle elezioni il quadro del paese è drammatico. L'economia è in depressione, il disagio sociale si aggrava, la crisi politica appare senza sbocco. La promessa di un cambiamento - al centro della campagna elettorale della coalizione "Italia bene comune" tra Pd e Sel - è stata affondata dai 101 grandi elettori del Pd che hanno affossato la candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. La scelta di costruire il governo delle larghe intese con Berlusconi ha spaccato il campo delle forze democratiche e "tradito" gli elettori del centro-sinistra.

Sinistra Ecologia Libertà è ora una forza di opposizione parlamentare al governo delle larghe intese che ha cercato e cerca una coerenza tra gli impegni elettorali e un'azione di cambiamento. Un'azione che apra la possibilità di un pensiero e di una politica alternativa all'esistente, mentre il governo usando la crisi e la diffusa paura sociale - presenta le proprie ricette come uniche, obbligate e indiscutibili. Il nostro lavoro alla Camera tenta, quindi, di ricostruire un legame tra l'agenda politica e le attese di cambiamento che ci sono nel paese: l'abbiamo fatto con le iniziative per bloccare l'acquisto dei caccia F35, fermare la Tav e ridiscutere l'uso delle risorse pubbliche, difendere il lavoro, democratizzare la rappresentanza sindacale, promuovere i beni comuni, introdurre un reddito minimo garantito, assicurare i diritti e il rispetto delle donne, tutelare i diritti delle persone omosessuali, dare la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. 


Ma tutto questo non basta. Servirebbe un Pd con una politica coerente con le promesse elettorali, un Movimento Cinque Stelle che passi dalla retorica contro la "casta" a un'opposizione concreta per costruire un'alternativa di governo. Servirebbe un rapporto stretto con le città e le regioni governate dal centro-sinistra - a partire da Milano, Roma, Genova, Cagliari - dove si sperimenta una discontinuità con le politiche del passato. Servirebbero legami stretti con il sindacato, i movimenti, la società civile, con le mille esperienze locali che contrastano il degrado del paese e costruiscono dal basso piccole, indispensabili risposte alla crisi. Servirebbe difendere la nostra Costituzione da scorciatoie plebiscitarie, per affermarla e applicarla. 

Servirebbe riprendere a parlare con gli elettori che a febbraio avevano espresso - col voto al centro-sinistra, ai Cinque Stelle o alle forze rimaste fuori dal Parlamento - una speranza di cambiamento politico e sociale e che oggi si ritrovano orfani e dispersi. Servirebbe, insomma, [/ACM] una sinistra . Non è un'esigenza astratta di ricostruzione della politica. E' un bisogno immediato per fermare l'avvitamento della crisi.

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