Nel Bresciano la manifestazione per chiedere la chiusura dell'allevamento di beagle destinatialla vivisezione. La polizia impedisce il blitz. E spuntano i verbali delle ispezioni nella struttura
Nuova manifestazione contro l'allevamento di cani beagle per la vivisezione Green hill a Montichiari. Nella città del Bresciano sono arrivate migliaia di persone da tutta Italia per chiedere la chiusura dell'allevamento, mentre si aspetta che la XIV commissione del Senato voti la nuova legge sull'allevamento di animali per la sperimentazione sul suolo italiano. L'intenzione dei manifestanti è di dare vita a un accampamento-presidio in via San Zeno, a pochi metri da Green hill, che dovrebbe continuare fino a domenica 15 luglio. Alcune centinaia di attivisti hanno tentato un blitz come quello di fine aprile, quando erano stati liberati alcuni beagle di allevamento. Gli animalisti hanno tentato di aggirare il presidio di forze dell'ordine, armati di pinze e tronchetti per tagliare le reti, ma è stato impedito loro di avvicinarsi.
La società è intervenuta con una nota. "Una minoranza di ultrà vuole decidere una partita in cui in gioco non c'è solo il futuro del nostro allevamento e dei suoi dipendenti, ma anche quello della ricerca scientifica in Italia - si legge nel documento - E' paradossale come il giudizio di un tribunale possa essere messo in discussione da una violenza intollerabile che si è manifestata con i ripetuti attacchi al nostro allevamento e con la pubblicazione di documenti falsi o manipolati".
A far luce su quello che accade nella struttura di Montichiari - dove vengono allevati fino a 2.500 beagle destinati alla sperimentazione - sono in realtà una serie
Stando alle carte dell'Asl, si scopre non solo che nei libri obbligatori i beagle che smettono di vivere sono dei fantasmi; ma che negli stessi registri non vi è traccia - in più periodi - né di 450 cani detenuti - a questo punto abusivamente - né di esemplari ceduti ad aziende che collaborano con Green Hill. "Errori di distrazione", li definiscono i responsabili del servizio veterinario. Il che, adesso, solleva dubbi anche sulle ragioni per cui le stesse verifiche non siano mai state rese pubbliche. Nei capannoni dell'allevamento sono state rilevate inoltre "carcasse non identificate" (verbale del 31 maggio 2010), "temperature ambientali non a norma" (così scrive il ministero della Salute) e "presenza di acqua contaminata" (relazione marzo 2012).
repubblica.it (30 giugno 2012)
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