lunedì 23 luglio 2012

Strage di Aurora: se il terrorismo è scritto nella Costituzione


Strage di Aurora: se il terrorismo è scritto nella Costituzione
"Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto".
Se fosse stato un cittadino di origine mediorientale o asiatica lo stragista di Aurora, vicino a Denver, sarebbe stato un ‘terrorista’. D’altronde ha sparato a freddo contro decine di persone inermi, mirando a ucciderne il massimo numero possibile. Ha preparato con cura e anticipo l’assalto, si è mascherato da uno dei personaggi del film che andava in onda nel cinema preso di mira, e ha sparato nel mucchio. Ha agito per terrorizzare. Ma per i media, e non solo per quelli statunitensi, James Holmes non è un terrorista. Perché è un americano bianco, e gli americani non sono terroristi, mai. E anche perché James Holmes, anche se non aveva il diritto di sparare contro i suoi concittadini, aveva senz’altro il diritto di portare armi, un diritto sancito nientemeno che dalla Costituzione degli Stati Uniti. Un ‘diritto’ che provoca ogni anno nel paese centinaia di morti e feriti, e rende le città degli States tra le più insicure del pianeta. 


Barack Obama – il premio Nobel per la pace Barack Obama – aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe rimesso in discussione i privilegi delle lobby delle armi e rivisto il contestatissimo secondo emendamento della Costituzione che rende le città del paese non molto diverse da quelle del far west. Ma naturalmente la promessa non è stata mantenuta, e oggi molti commentatori si chiedono ‘ingenuamente’ come possa essere accaduto che un giovane ventiquattrenne abbia trucidato tante persone innocenti. Chissà come, in un paese in cui il mitra lo puoi comprare con la facilità con cui da noi si compra un aspirapolvere e le munizioni le ordini via internet e te le mandano direttamente a casa? La cosa che ci ha stupito di più, a dire il vero, è che Batman non sia tempestivamente intervenuto a fermare la carneficina..
Aurora-Colombine, un solo mandante 

Dietro la strage del cinema ancora una volta il proliferare delle armi a uso personale. Con il sostegno dei grandi costruttori e dei candidati alle presidenziali. 

Felice Mometti - Il megafono quotidiano 

Aurora, la città della strage nel cinema, dista solo una trentina di kilometri da Columbine dove nel 1999 avvenne un'altra strage ad opera di due studenti, 12 morti e decine di feriti. Entrambe sono in Colorado, uno stato con una legislazione che praticamente permette il libero acquisto di armi per "difendere la persona e la proprietà" e il porto di armi in pubblico purchè non visibili. James Holmes, l'autore della strage nel cinema, aveva un arsenale in casa: pistole, fucili automatici, bombe, migliaia di proiettili. Tutto acquistato legalmente in centri commerciali o su internet. In questi giorni sui grandi media americani si sprecano analisi e interviste ad esperti per ricostruire la personalità del giovane che si è presentato nel cinema di Aurora con tanto di pistole, fucile a pompa, maschera antigas e giubbotto antiproiettile. Poco spazio, quasi nulla, è invece dedicato alle responsabilità della National Rifle Association, la potentissima lobby dei produttori e distributori di armi che in questi anni è stata in grado di condizionare pesantemente la legislazione di decine di stati in modo da non mettere vincoli alla vendita di armi. Illuminante, si fa per dire, la dichiarazione - riportata dal New York Times - di Luke O'Dell portavoce dei commercianti di armi del Colorado che arriva a sostenere che il bilancio dei morti e dei feriti nel cinema di Aurora sarebbe stato meno tragico se nel locale fosse stato permesso agli spettatori di portare armi: " si sarebbero potuti difendere". Secondo un recente studio del Brady Center, un'organizzazione non-profit che si batte per la limitazione del commercio di armi, dal 2000 a oggi negli Stati Uniti ci sono stati 100 mila morti dovuti all'uso di armi da fuoco, una carneficina. A quanto pare questo non sconvolge più di tanto Obama e nemmeno Romney, suo avversario alle prossime presidenziali, che in sintonia bipartisan hanno dichiarato : "ora è il momento della preghiera e non della politica". La National Rifle Association è un importante serbatoio di voti e di finanziamenti in gran parte schierata con i repubblicani ma che i democratici non disperano di trascinarne una pezzo dalla loro parte. E, come si sa, le campagne elettorali si fanno con i vivi non con i morti. Un'ultima annotazione, o meglio una domanda: che ci fa La Fabbricad'Armi Beretta di Gardone Valtrompia provincia di Brescia tra i principali soci dell'americana National Rifle Association?

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