sabato 28 luglio 2012

Bologna. Referendum contro le scuole private: il centro-sinistra si sfracella


Bologna. Referendum contro le scuole private: il centro-sinistra si sfracella
Grane per il PD bolognese, prima la profonda spaccatura provocata da SEL che si astiene sul  finanziamento alle scuole paritarie (che a Bologna sono della curia) poi l'asso di briscola che incarta la situazione.


Il Comitato dei Garanti approva il Quesito per il referendum consultivo proposta dal Comitato Articolo 33 contrario al provvedimento che PD, PDL e Lega avevano appena votato.
Prendono la palla al balzo SEL e M5S che si dichiarano disponibili all'immediata raccolta firme per il referendum che, se raccolte 9000 firme, vedrà i cittadini bolognesi scegliere dove mettere il milione di euro che la giunta voleva trasferire dalle casse comunali alla chiesa cattolica, se verso le paritarie o verso la scuola pubblica che versa in condizioni sempre più penose.
Il Movimento in difesa della Scuola pubblica vanta a Bologna una tradizione di tutto rispetto e, sopratutto, di grande forza trascinatrice, quindi non appare una bestemmia, poter affermare che ci sono speranze di vittoria.

Vittoria che inguaierebbe fortemente il PD chiuso nella tenaglia tra la volontà popolare e un importante alleato come SEL che non ha mai fatto mistero della sua contrarietà al finanziamento alle scuole private.
E imbarazzo totale a Palazzo D'Accursio dove l'Assessore Pillati corre a dichiarare: "“Porre come fa il referendum una scelta tra dare i soldi o pubblico o al privato significa disconoscere la legge dello stato Questo referendum è ideologico. La vera democrazia non ha prezzo, il costo di questa consultazione sarà invece di mezzo milione di euro”, come se invece il finanziamento alle cattoliche fosse un obbligo, la consultazione ci costa quindi sarebbe meglio tacere ed obbedire ciecamente a gli ordini di scuderia, anzi scudo crociateria.
Strana, ma non tanto poi, appare la consorteria che viene fuori da questa vicenda. Curia, PDL e PD usano tutte il medesimo linguaggio "è ideologico" e per qualcuno addirittura "anticostituzionale".
Marcate, anche se non chiarissime, sono le posizioni di SEL che per bocca del Capogruppo in comune Cathy La Torre ha dichiarato che "Il dato politico non è una possibile crisi formale di maggioranza, che non vogliamo e non ci interessa quanto piuttosto la creazione di una nuova e temporanea maggioranza in Consiglio comunale per fare passare la convenzione sulle scuole private. Quasi una riedizione di un governo Monti a Bologna. E anche qui il Pd ha preso le distanza da Sel avvicinandosi al Pdl”. Conclusione di Cathy La Torre: “Questa situazione avrà i suoi strascichi”.
Dura anche la presa di posizione del M5S unico gruppo ad aver votato NO in Consiglio Comunale alla nuova convenzione che doveva, per i prossimi 4 anni, finanziare le scuole private paritarie bolognesi attraverso una serie di incentivi e disincentivi economici, decideranno il da farsi in assemblea anche se sembrano orientati per la raccolta firme come il consigliere Marco Piazza dichiara che "Non possiamo che essere favorevoli a una consultazione democratica. Poi il quesito referendario è molto secco e potrebbe essere problematico. La giunta si era impegnata a coinvolgere la cittadinanza, questo non è successo e ora il referendum sarà un passaggio obbligato, compreso spese evitabili discutendo prima con tutti”. Identica la posizione dell'altra consigliera Federica Salsi: “Chiedere direttamente ai cittadini è sempre la cosa migliore”.
Purtroppo, si sà, PD, PDL e Curia alla democrazia sono allergici.
Adesso la palla passa alle forze politiche e sociali e alla loro determinazione a portare avanti una campagna referendaria ,gia fatta scippare a livelli regionale negli anni 90 quando sul referendum per il finanziamento alle scuole cattoliche il PRC venne ad accordi poi verificatosi inutili ritirando il quesito, mastodontici elefanti cittadini saranno impegnati a voler impedire una scelta di civiltà laica, ma più grandi sono più grande è il tonfo.

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