lunedì 30 luglio 2012

La storia del lupo e dell'agnello


La storia del lupo e dell'agnello
La Rivoluzione cubana merita gran rispetto. Una decostruzione delle operazioni politiche e mediatiche contro Cuba.
Chi da bambino non ha ascoltato questa favola di Fedro? Ma siccome è brevissima, e molto chiara, specie nella morale finale, la riportiamo qui sotto integralmente:
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l'agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: "Perché osi intorbidarmi l'acqua?"

L'agnello tremando rispose: "Come posso fare questo se l'acqua scorre da te a me?"
"E' vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole".
"Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato".
"Allora" riprese il lupo "fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie". 
Quindi saltò addosso all'agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.
Questa storia si può calare quasi integralmente nella realtà che Cuba si trova ad affrontare quotidianamente, con l’esclusione dell’epilogo finale che, per fortuna di Cuba e di tutti noi che ne conosciamo e ne apprezziamo le qualità rivoluzionarie, è ben diverso. 
Quasi ogni giorno c’è un attacco diverso contro il governo socialista cubano, quasi ogni giorno o si inventano pretesti ex novo, o si usano eventi reali mistificandoli e falsandoli in modo tale che possano sembrare verità. Si potrebbe parlare quasi di monotonia in questi atteggiamenti, se non avessero poi ripercussioni pesanti tese a minare la credibilità del processo di transizione socialista messo in atto da Cuba nel 1959. Che è poi lo scopo finale di tutti questi imbrogli. 

Cominciamo con qualche esempio. 

È in atto da qualche giorno un’altra inaccettabile manovra anti cubana. Questa volta è travestita da “aiuto” della USAID, Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, longa manus emanazione del Dipartimento di Stato in tutto il mondo. 

Dove gli USA non hanno la possibilità di intervenire sfacciatamente con i marines, dove non riescono a inventarsi “eserciti liberi” alla siriana, là provano ad insinuarsi dolcemente, amichevolmente, con il dio denaro e coperture di ONG (Organizzazioni Non Governative) per camuffare con falsa generosità le loro intenzioni destabilizzatrici. Come in Bolivia, per capirci, dove gli emissari di Washington, dopo aver ridotto tutto il resto del mondo a una pattumiera a cielo aperto e massacrato decine di popoli nativi in giro per il pianeta, scoprono improvvisamente che c’è il verde da salvare e che esistono gli indigeni con una loro vita e cultura….. Bene ha fatto, qualche mese fa, il Consiglio Politico dell’ALBA ad invitare ad espellere la USAID dai territori dei loro paesi!!

Questa volta il nuovo ritrovatosi è l’esportazione di “democrazia digitale”. 

A parte il fatto che di esportazioni di democrazia ce ne sono state fin troppe negli ultimi anni (ne sanno qualcosa l’Afghanistan, l’Irak, la Libia, ora la Siria, ecc.), è davvero incredibile la spudoratezza dei governanti statunitensi. È quasi pari alla loro fantasia perversa. Infatti sono stati capaci (sempre a scopo di “sviluppo” ovviamente…) di offrire fino a 3 milioni di dollari a progetto per un periodo massimo di 3 anni ai cittadini cubani per “facilitare il fluire dell’informazione non censurata da, per e nell’isola e supportare la comunicazione tra la popolazione cubana, specie nei gruppi indipendenti della società civile e nei network” e “incoraggiare il libero scambio d’idee e la distribuzione delle informazioni”. 

Sorgono spontanee alcune di domande: 

  1. Ma qual è la censura alla quale sarebbero sottoposti i cubani, se persino la stessa chiesa cattolica, che pure ha avuto periodi di tensione col governo cubano, riconosce ormai la piena libertà dell’informazione a Cuba e dichiara apertamente di avere essa stessa accesso ai mezzi di comunicazione di massa inclusa la radio governativa? 
  2. E dove vogliamo collocare l’ineffabile Yoani Sanchez che sproloquia e straparla in internet come le pare senza aver subìto un solo secondo di stop (forse neanche se manca la corrente!) per censura?
  3. E non hanno a che fare con i comportamenti democratici le migliaia di riunioni che il Partito Comunista Cubano fa continuamente con milioni di cittadini dei quartieri quando propone delle scelte importanti, come ad esempio le nuove linee economiche uscite dal VI Congresso o le politiche uscite dalla Conferenza nazionale? In quelle consultazioni organiche con la base sono discusse perfino le virgole da parte di tutti quelli che ritengono di avere qualcosa da dire in proposito. Che democrazia vogliono insegnare a questa gente? Quale sarebbe il libero scambio di idee che non ha attualmente spazio? Ma forse che qualcuno ha chiesto, nella democratica Europa, chi voleva il governo Monti? O se dagli USA alla Spagna, dal Canada alla Sardegna ecc. volevamo finanziare le banche e lasciare i minatori a casa?
  4. E a proposito della “società civile” viene da chiedersi: qual è “l’altra”? Visto che a Cuba non risulta che ci sia l’esercito e la polizia per le strade a militarizzare i territori, ammazzare e massacrare ragazzi per strada come avviene in Italia, in Cile, in Canada o negli USA, tutti paesi “esportatori di democrazia” che si sono distinti per presenziare in tutte le “missioni di pace” degli ultimi decenni. Ma, si sa, quelli dell’occidente sono “costi sociali” imprescindibili mentre, se si carcera qualcuno a Cuba (magari un semplice stupratore o assassino), la notizia fa il giro del mondo e, cosa ancora peggiore, questo desta scandalo dappertutto! Sarebbe troppo lungo aprire qua un capitolo sulla gestione delle carceri a Cuba e quella nel nostro paese, che dal confronto ne uscirebbe davvero con le ossa rotte (un po’ come molti degli ospiti delle nostre patrie galere….).
Tra le cose più sconcertanti (ma non sorprendenti) c’è proprio il fatto che nessuno Stato occidentale trovi scandaloso questo comportamento persecutorio nei confronti di Cuba ed insorga finalmente a dire: basta, siete un offesa all’intelligenza! Ma sappiamo, la storia ce lo ha insegnato, che ci sono Stati che hanno un’impunità “genetica”, nascono dalla sopraffazione degli abitanti di un territorio e proseguono su quella strada. È questo il caso degli USA ed è anche quello di Israele, che, nato dal sopruso, dalla prepotenza operata dalle potenze occidentali sul popolo palestinese, ha proseguito sulla strada della sopraffazione e, con la scusa dell’autodifesa, in questi mesi tenta di ampliare la sua cuccia di cane da guardia anche verso l’Iran. Il tutto senza che ci sia alcuna reazione negativa da parte di consessi internazionali con voce in capitolo, tipo l’ONU, ad esempio. Tutto si giustifica, anzi si motiva, con l’emergenza sicurezza! 

Torniamo però a una delle ultime invenzioni contro Cuba e rovesciamola. 

Cosa potrebbe succedere se un’offerta di 3 milioni di dollari per sviluppare “democrazia digitale” fosse stata fatta dal governo cubano o venezuelano ai cittadini canadesi, italiani o tedeschi o statunitensi col chiaro invito a disfarsi di una democrazia censurata come quelle che in realtà li ospitano?

Superando il fatto che, una parte della popolazione, per diventare dissidente contro i governi Monti, Rajoy ecc non ha affatto bisogno d’incentivi (lo fa “aggratis” per motivi di sopravvivenza), è facile immaginare che i mass media sicuramente comincerebbero a urlare all’invasione comunista chiedendo barricate di tutti i generi: dalle riduzioni di accesso a internet, al potenziamento delle presenze militari/poliziesche sul territorio, altro che allo scandalo! Mentre non sono sfiorati neppure lontanamente dall’idea che di già i nostri paesi sono commissariati e sotto tutela da tempo e di democrazia ce n’è rimasta davvero pochina da esibire e difendere. E la cosa più triste è che, oltre ai mass media, sono proprio i difensori delle categorie più schiacciate dai governi/commissari delle nostre latitudini, quelli che difendono questo stato di cose, cioè i sindacati concertativi (ormai bisogna dire “”ex concertativi” perché neanche quello gli lasciano più fare. E ancora non lo capiscono….).

Potremmo proporre alla USAID di intervenire da queste parti con qualche aiutino per democratizzare un po’ di cose. Magari con mezzi digitali provare a spiegare un po’ d’etica e di giustizia a magistrati ed istituzioni che condannano a decenni di galera chi rompe delle cose (reti o sportelli bancari che siano) e tiene liberi e addirittura sotto scorta chi pesta a sangue esseri umani, inermi ragazzi o cittadini “indignati” perché gli si stanno scaraventando addosso scelte che distruggono qualsiasi possibilità di sopravvivenza degna e responsabile.

E invece la USAID pensa bene di invogliare a diventare dissidenti i cittadini cubani…. Evidentemente questo governo non deve essere così malvisto dalla sua popolazione, se l’emanazione dello zio Sam si prende la briga di sborsare quattrini per cercare affannosamente di creare delle falle proprio nel settore della comunicazione. Infatti in quasi tutti i paesi del mondo l’informazione di massa (dai giornali alle TV) è di proprietà di poteri forti (anche nei paesi che hanno iniziato processi di cammino verso il socialismo come il Venezuela o la Bolivia e l’Ecuador) che creano e diffondono informazione a seconda delle loro convenienze ed interessi. Molti golpe (militari e non) sono stati accuratamente preparati dalla stampa prima che dagli eserciti. Ma a Cuba questa strategia ancora non è riuscita a prendere piede e perciò stanno tentando di aggirarla con la scusa dell’aiuto all’informatizzazione del paese. 

E infatti offrono soldi senza entrare nel dettaglio del “come” sarebbe resa più fluida l’informazione e, tanto meno, di quale informazione si tratta. Da quello che si capisce, sembra proprio che vogliano iscrivere a libro paga piccoli eserciti di “Yoani Sanchez”, che, non avendo necessità di lavorare in quanto profumatamente pagati, possono dedicare tutto il loro tempo ed energie (strettamente controllati attraverso i programmi prestabiliti) a potenziare il lavoro che già con sufficienti mezzi svolgono la maggior parte dei mass media terrestri: creare false e negative informazioni su Cuba che facciano il giro del mondo nel più breve tempo possibile. Chissà se ci sarà un collegamento tra questi consorzi e l’Assemblea della Resistenza Cubana (ARC notoriamente antigovernativa e prezzolati controrivoluzionari) che tempo fa ha sottoscritto un “accordo di collaborazione” con il Consiglio Nazionale Siriano (CNS)? Non sorprenderebbe gran che se si venisse a fare questa scoperta tra qualche giorno visto che, tra l’altro, sono previste “alleanze strategiche e partnership con aziende IT specializzate che consentano ai richiedenti asilo potenziali di sfruttare le tecnologie digitali in modi nuovi e creativi”. In realtà qui di nuovo ci sarà ben poco. Tutto già visto più volte.

Cubadebate ha denunciato ieri questa sporca manovra e, con dovizia di documentazione e particolari, ricollega i programmi del Dipartimento di Stato a quelli della USAID. Se qualcuno nutrisse dei dubbi basta andare sui siti della USAID e del Dipartimento per toglierseli. La verità e l’informazione vera non sono certo un problema per chi, come Cuba e gli altri paesi dell’ALBA non hanno nulla da nascondere, anzi, sono assolutamente interessati a che le loro realtà vengano conosciute il più diffusamente possibile. E certamente né Cuba né altri paesi dell’ALBA possono apprezzare le falsificazioni e i montaggi ammanniti come realtà che circolano attualmente a fiumi contro i loro governi democratici e autodeterminati dai loro popoli. 

Un’altra “creazione” degli ultimi giorni è quella che vede un incidente automobilistico trasformarsi in un caso mondiale. Si tratta dell’incidente che ha visto coinvolte una Hyundai Accent con targa turistica T31402, sulla quale viaggiavano 4 persone: Oswaldo José Payá Sardiñas e Harold Cepero Escalante, cubani, che sono deceduti nell’impatto, Ángel Francisco Carromero Barrios, spagnolo conducente dell’auto e Jens Aron Modig, svedese. Probabilmente se il signor Oswaldo José Payá non fosse stato un personaggio alquanto noto e ben sostenuto dagli occidentali controrivoluzionari, la vicenda si sarebbe conclusa con la polizia stradale. Ma stiamo parlando del fondatore del Movimento Cristiano di Liberazione e premio Sacharov nel 2002. Malgrado la sua opposizione al governo, non era però favorevole all’embargo USA contro Cuba, non godeva del favore dei gruppi anti cubani di Miami e non condivideva le scelte della chiesa cattolica cubana. Sicuramente si trattava di un personaggio che di chiacchiere doveva sollevarne parecchie e da molte parti.

La dinamica dell’incidente è stata ricostruita con certezza inequivocabile, oltre che dalle perizie tecniche, anche grazie alle varie testimonianze di persone che si trovavano sul posto al momento dell’impatto tremendo del veicolo contro un albero, causato dall’uscita di strada dell’auto, che ha perso il controllo per la forte velocità con cui procedeva su una strada su cui c’erano dei lavori in corso. Il conducente, per sua stessa ammissione (avallata da quella del passeggero superstite), non ha visto il segnale che imponeva di ridurre la velocità ed ha poi bruscamente frenato quando si è reso conto dello stato precario del terreno su cui viaggiava. Ben tre persone che si trovavano sul posto hanno potuto testimoniare che le cose sono andate proprio così: nel modo più banale del mondo.

Ma, malgrado tutto ciò si strilla all’assassinio del solito povero “dissidente” che sarebbe stato nientedimeno che inseguito da un camion che lo voleva buttare fuori strada. Forse per creare questa versione si sono ispirati a “Duel” il celebre, ma datato (l’abbiamo visto tutti!), film di Steven Spielberg. Qualcosa di più originale potevano pure sceglierla! Non sono stati all’altezza della loro fama creativa questa volta. È così evidente dalle foto la sagoma dell’albero che hanno preso in pieno!

Eppure ecco che persino Casini vuole una commissione d’inchiesta. I soliti massmedia “sospettano”….

Qualcuno, un po’ più maligno di noi, ha invece addirittura ipotizzato che lo scopo di questo immenso polverone sollevato su un semplice incidente automobilistico (perché di questo si è trattato, anche se il personaggio che ci ha lasciato la vita era di spicco) sia quello di allontanare eventuali e scontate domande sul conducente. In tutti gli incidenti “normali” la prima cosa che ci si chiede è:Chi era il conducente? Quanti anni aveva? Era sobrio? ecc. Qui sembra quasi che, per bypassare questa fase, si sia voluto creare un grosso caso che permettesse di prendere due piccioni con una fava: accusare, come al solito, il governo cubano dell’ennesimo misfatto e, contemporaneamente, mettere a tacere qualsiasi altra legittima curiosità circa i protagonisti. 

Infatti, se andiamo a guardare chi erano gli occupanti di quella macchina, oltre a Payà e all’altro cubano deceduto,Harold Cepero Escalante, rimaniamo un pochino perplessi:
  • Ángel Carromero Barrios, l’autista. Spagnolo, presentato dalla stampa come un semplice attivista, è, invece, nientedimeno che vicesegretario generale dell’organizzazione Nuevas Generaciones del PP (ispirata al falangismo), ed è in contatto permanente con due acerrimi nemici di Cuba in Spagna, José Maria Aznar, ex primo ministro, e Esperanza Aguirre, Presidente della Comunità anticastrista di Madrid. Che faceva a Cuba un personaggio di questo calibro a Cuba? Prendeva il sole a Varadero…? Ricordiamo anche che recentemente Aznar ha affermato che “alla Cuba di Fidel si dovrebbe applicare la stessa ricetta che alla Libia di Gheddafi”.
  • Jens Aron Modig, passeggero sopravvissuto. Svedese. Capo della Lega della Gioventù Democratico Cristiana di Svezia (KDU), destra anticomunista. Anche lui entrato con visto turistico. Voleva prenotare un ombrellone?
Pur senza voler sembrare complottisti, è difficile credere che personaggi del genere stessero veramente a Cuba per turismo e perciò, se di tutto questo si fosse parlato normalmente e ci si fossero chiesti i motivi di queste inquietanti presenze sull’isola, non ci sarebbero stati dubbi sulle reali intenzioni anti rivoluzionarie di quei soggetti. Perciò, meglio mettere le mani avanti per non cadere indietro, come dicevano antichi saggi… e cominciare a strillare all’assassinio, al delitto politico, ecc. per gettare fumo negli occhi e …incolpare il solito agnello che sta bevendo a valle.

Questo è solo uno tra gli ultimi delle centinaia di tentativi di destabilizzare Cuba attraverso il terrorismo di Stato (USA e paesi europei), questa volta a carattere massmediatico , quindi “pacifico”. Ci hanno provato persino cercando di inventare un’epidemia di colera (a fronte di alcuni casi assolutamente sotto controllo) per stroncare le entrate che quest’estate sarebbero venute all’isola dal turismo (quello vero!). 

Sui tentativi fatti per destabilizzare Cuba si possono scrivere interi volumi e ci sono migliaia di documenti (che vengono alla luce man mano che sono declassificati) a dimostrazione di queste politiche che sono iniziate già dal 1959 con l’avvento del governo Rivoluzionario. Lo stesso genere di carte tra 50 anni sarà sicuramente desecretata anche per altri paesi come il Venezuela,la Bolivia, l’Ecuador e l’Honduras. Ma già oggi gli accadimenti sono talmente chiari che non c’è bisogno di aspettare le carte per capire con certezza che gli USA stanno proprio dando fondo a tutte le loro risorse cerebrali per scongiurare il pericolo del “contagio” che potrebbero subire i paesi attualmente di fede neoliberista a causa dell’esempio che viene fuori da quelli dell’ALBA che crescono pensando al miglioramento della vita degli esseri umani e non al profitto o allo “spread”. Insomma sono candidati a essere classificati come il pericolo numero uno da isolare, in particolare Chavez e il suo Venezuela che ha maggiori possibilità di raggiungere risultati grazie alla più favorevole situazione economica. 

Isolamento che può avvenire solo con la calunnia, dal momento che i fatti e le popolazioni (da quella cubana a quella boliviana, alla venezuelana ed ecuadoriana) hanno dimostrato, nei fatti, di essere dalla parte dei loro governi, che contrariamente ai nostri, stanno avviando processi di costruzione di benessere, di compatibilità sociale e ambientale in una transizione socialista e con un futuro di rafforzamento socialista rivoluzionario, pur con mezzi oggettivamente limitati e malgrado le tempeste “disinformatiche” scatenate dalle varie “democrazie digitali” e dai lupi ignoranti che non conoscono le leggi della fisica: l’acqua scende e non può salire se non pompata a arte!

Grazie alle rivoluzioni socialiste di Cuba, Bolivia, Venezuela e di tutti i paesi dell’ALBA, che continuano a remare energicamente contro la corrente imperialista e capitalista !!!

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