Tra le mille polemiche dopo l’annuncio –
subito dopo “rimangiato” – di una possibile “password di Stato”, Umberto
Rapetto trova simpaticamente altre curiose dichiarazioni della ministra
per l’Innovazione nel corso dell’intervista a Radio 1-Rai.
infosannio.wordpress.com (Umberto Rapetto – startmag.it)
Non
di rado competenza e professionalità emergono a sorpresa.
Basta un
nulla – anche una banale intervista radiofonica – per evidenziare le
capacità di chi ha le redini del nostro futuro.
Sabato mattina, nel corso del programma “Eta Beta” di
Radio 1-Rai la ministra Paola Pisano, titolare del dicastero
dell’Innovazione, ha presentato una geniale soluzione al problema di
account e password.
Per evitare che gli utenti siano costretti a
scervellarsi per trovare una combinazione alfanumerica impenetrabile e
diversa per ogni ambito di utilizzo, potrebbe (o dovrebbe) essere lo
Stato a fornirla ai cittadini evitando loro ogni fatica, scongiurando
fastidiose dimenticanze, limitando errori di digitazione o inserimento
di credenziali corrispondenti a profili registrati su altre piattaforme.
Fantastico!
E la valenza di una simile trovata è
testimoniata dal sincero entusiasmo della comunità hacker,
favorevolmente impressionata da una simile iniziativa di semplificazione
destinata ad agevolare utenti e pirati in piena par condicio.
Nonostante la creatività dimostrata, la ministra è
stata impietosamente accusata di aver sparato una “gragnuola di
corbellerie” e una moltitudine di iscritti a Twitter (forse intimoriti
di doversi servire da subito della “password di Stato” non ancora
recapitata…) si è lasciata scappare gratuiti apprezzamenti come
“demenziale”, “ignorante, gravemente ignorante”, “ignorante seriale” e
addirittura “pericolosa”. I soliti adulatori hanno anche voluto anche
precisare che “questo non è il mestiere più adatto a lei”, forse
sottintendendo che cotanta esperienza e preparazione meriterebbe
incarichi di ben più elevato rango magari a livello internazionale.
Per non dispiacere chi muoveva pacate critiche e al
tempo stesso per assicurare l’assoluzione della ministra da qualsivoglia
immeritato addebito, non è mancato chi ha scritto “Signora Pisano
qualcuno le ha hackerato il profilo e sta scrivendo idiozie a suo nome…
spero”.
Ma chi ha ascoltato con attenzione l’intervista su
Radio 1 ha riconosciuto la grande passione della ministra per i veicoli
senza conducente (un po’ come le Istituzioni senza una guida) già
manifestata con dichiarazioni memorabili come “La mobilità autonoma e
connessa soddisfa il bisogno primario dell’essere umano” (forse di
quello non in grado di mettersi al volante di qualsivoglia mezzo di
trasporto).
Sul tema specifico Paola Pisano aveva già dato il
meglio di sé presentando un futuribile pulmino “driverless” che si muove
lentamente nei vialetti del Campus One di Torino come evento epocale
nell’innovazione tricolore. Nonostante il plauso delle associazioni
delle industrie Tlc nazionali, una massa di invidiosi puntualizzatori
non ha potuto fare a meno di sottolineare che “Olli” (questo il nome del
veicolo) è stato prodotto all’estero e solo comprato, che aveva visto
lo stesso mezzo quattro anni fa in Francia nei pressi di Nizza, che Olli
con il nome EZ10 è prodotto dalla startup francese EasyMile e
sviluppato tramite il progetto europeo CityMobile2, che è già in uso da
tempo in numerose città e aeroporti in giro per il mondo…
Fermiamoci qui e non diamo peso alle malelingue, agli
“haters” camuffati da persone che verificano le notizie, che
approfondiscono certi argomenti, che cercano (e purtroppo) trovano
spiegazioni non allineate a certe trionfalistici proclami di risultati
raggiunti.
Torniamo all’intervista ad “Eta Beta” e ascoltiamo il passaggio in cui la ministra elargisce alcune perle di saggezza.
Al minuto 2’46” del podcast sul sito di Radio 1-Rai
Paola Pisano dichiara testualmente: “Io credo che nel futuro quando noi
compreremo un’auto autonoma vogliamo sapere come è sviluppato
quell’algoritmo di intelligenza artificiale perché dobbiamo sapere che
scelta farà quell’auto”.
Mentre ci si domanda legittimamente come faranno la
massaia o il pensionato a eviscerare i segreti dell’algoritmo di
intelligenza artificiale (fra l’altro coperto da comprensibile segreto
industriale), non si resiste alla tentazione di proseguire l’ascolto
perché la ministra correttamente si affretta a giustificare la necessità
di conoscere certe cose.
L’esempio pratico è un po’ macabro: “Se noi ci
troviamo davanti a un bambino e con di fianco un burrone dobbiamo sapere
che il programmatore ha programmato quell’auto in modo tale che non
investe il bambino ma vada nel burrone”.
Quello della ministra non è allarmismo, ma assennata
avvedutezza. Il programmatore, infatti, potrebbe non aver previsto la
possibilità di rallentare e ancor meno (figuriamoci!) quella di frenare.
O il bambino o il burrone, nessuna altra possibilità e questo
ovviamente è gravissimo.
La Pisano – nel vedersi già precipitare nel dirupo –
si preoccupa giustamente per la propria incolumità e conclude: “Quindi
questo significa che quell’auto secondo quell’algoritmo metterebbe in
serio pericolo la mia vita e io prima di comprarlo lo voglio sapere”.
Lo vorrebbe sapere anche il bambino così da aver modo
di evitare di attraversare la strada quando passa la ministra o qualche
altro acquirente che ha preteso la configurazione del veicolo
driverless escludendo a tutti i costi qualsivoglia ipotesi di uscita
dalla carreggiata.
Chiudo il file audio del podcast e penso al titolo della puntata “Sarà un’Italia più tech? Voce ai protagonisti del 2020”.
Corro ad accendere radio e televisione, a collegarmi
ai siti di agenzie e testate giornalistiche, ad aprire Twitter e altri
mille social. Non mi voglio perder nulla.
Sento che anche oggi, al massimo domani, ci sarà
qualche altra divertente dichiarazione che non mi farà pensare ai
problemi di tutti i giorni e so con certezza che la mia, la nostra,
gratitudine per certi benefattori non sarà mai sufficiente. Buon 2020.
Nessun commento:
Posta un commento