Ultim’ora. Il tavolo al Ministero è stato confermato ma per il 29
gennaio e non per il 20. Almeno su questo la mobilitazione è servita,
ma le incognite e la puzza di imbroglio sul futuro della Whirlpool
continuano ad essere pesantissime. (ndr)
Hanno avuto il chiaro sentore dell’imbroglio e si sono subito mobilitati per farsi sentire. Ma questa mattina gli operai della Whirlpool hanno trovato la polizia schierata per fermarli.
Ne sono nati forti momenti di tensione durante corteo dei lavoratori della Whirlpool che, dopo aver protestato davanti allo stabilimento su via Argine, hanno occupato la rampa di accesso all’autostrada alla zona di San Giovanni-Barra-Gianturco.
A quel punto c’è stato un vero e proprio corpo a corpo e spintonamenti con la polizia che ha portato lavoratori a sparpagliarsi anche sulla rampa di accesso alla A3 dove sono riusciti a posizionare uno striscione che ha bloccato il traffico per un’ora.
A livello governativo il prossimo 20 gennaio dovrebbe tenersi un incontro al Ministero ma non è stato confermato. Al contrario la Whirlpool ha invece inviato al Mise il dossier sul futuro dello stabilimento, confermando la data del 30 marzo come conclusiva della propria attività nello stabilimento napoletano e ribadendo la disponibilità a proseguire i colloqui con i rappresentanti della indefinibile società svizzera Prs, l’unica a dirsi interessata ad un progetto di riconversione dell’impianto ma respinta come ipotesi da lavoratori e sindacati proprio per la scarsa chiarezza degli assetti societari della Prs. “Siamo tutti sulla stessa barca – hanno dichiarato gli operai ai giornalisti presenti – e tutti devono fare la loro parte. Non possiamo più continuare ad aspettare perché non c’è tempo. Da sette mesi siamo in balia di politici e azienda che ancora oggi ha ribadito la volontà di cancellare il nostro stabilimento. Dobbiamo difendere il nostro futuro e quello delle nostre famiglie”.
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