Avevamo
concepito – come Potere al Popolo Campania – il riuscito appuntamento
assembleare, svolto sabato 18 gennaio a Napoli, come un tassello del più
generale processo di “avvicinamento alla scadenza elettorale
regionale”.
Invece,
negli ultimi giorni, il maturare degli eventi politici, a ridosso del
turno elettorale suppletivo del prossimo 23 febbraio, hanno “caricato”
ancora di più questa mobilitazione favorendo ulteriore attenzione e
protagonismo in tante compagne e compagni.
E’
da mesi che PAP Campania ha avviato una discussione al non solo al suo
interno ma anche attraverso varie interlocuzioni con attivisti dei
movimenti di lotta, compagni del sindacalismo conflittuale, associazioni
indipendenti per concretizzare un programma per le elezioni regionali
della primavera 2020 e, particolarmente, un metodo ed una modalità di
definizione politica ed organizzativa della propria presenza a questa
sfida.
L’appuntamento
del 18/1 a Napoli era – dunque – un necessario ed utile momento di
sintesi degli elaborati programmatici dei vari Tavoli di Lavoro, di
incontro tra attivisti sociali e sindacali, di confronto tra Case del
Popolo ed Assemblee Territoriali e di avvio del proprio tragitto
elettorale.
A ridosso di questo percorso si è accesa l’attenzione sul turno elettorale suppletivo (che interessa mezza città: dalla zona Est al Vomero passando per Stella/San Carlo Arena)
dove è maturata – ma già da settimane coglievamo alcuni segnali
politici inequivocabili in tale direzione – questa “nuova alleanza” tra
il Partito Democratico, Italia Viva, Liberi ed Uguali e il partitino di
Luigi De Magistris, Dema, attorno al nome del giornalista Sandro
Ruotolo.
Una convergenza e/o una vera e propria sussunzione di questi cespugli nel “rinnovato” PD di Zingaretti (ma questo interrogativo sarà sciolto alla verifica dei fatti oggettivi, nelle prossime settimane) dove, per incanto, sono velocemente evaporate tutte le differenze e le alterità tra chi ha sostenuto il Jobs Act e chi lo ha avversato, tra chi ha varato i primi Decreti Sicurezza e chi evocava suggestioni su “città derenzizzata”, tra chi agisce autoritariamente blindando la società e tra chi alimentava fumisterie e pantomime a proposito di democrazia diretta e/o partecipata.
Il tutto, come accade puntualmente da qualche anno, accompagnato dall’abituale refrain circa il “pericolo delle destre o la deriva sovranista incombente”.
Un autentico falso problema, da osteggiare in ogni modo, che si
presenta – qui a Napoli come altrove – ancora una volta incurante e con
sprezzo dei guasti politici e materiali che tale nefasta linea di
condotta ha comportato sia nei generali rapporti di forza tra le classi,
sia nelle fila di quanti vogliono ancora opporsi al rullo compressore
antisociale di questa schifosa società.
E’
stato naturale per Potere al Popolo – di fronte a questa sorta di
palese ed inaccettabile mutazione genetica – sottrarsi da tale ambiguo
caravanserraglio e lanciare (con appena 48 ore di tempo utili per assolvere agli antidemocratici adempimenti burocratici)
la candidatura del compagno Giuseppe Aragno, attorno cui far convergere
il consenso di quanti non sono disposti ad ingoiare il calice amaro del
“meno peggio”, della “riduzione del danno” e del “turiamoci il naso”.
L’Assemblea
di sabato 18/1 ha raccolto e messo in connessione molti dati umani,
collettivi e politici che sono il portato di Potere al Popolo e della
sua variegata azione in Campania. Si è discusso di vertenze sociali e
sindacali, di emigrazione giovanile e della caparbietà di quanti vogliono restare,
di sacrosanto diritto alla Salute e di lotta contro la manomissione
ambientale. Nel corso di oltre tre ore di dibattito, concluso dalla
portavoce nazionale, Viola Carofalo, si sono espresse le voci e le
esperienze autentiche di attivisti che, in ogni angolo della regione,
alimentano lotta, conflitto, resistenza e possibili punti di tenuta
politica, culturale e sociale.
L’Assemblea ha fatto un bilancio impietoso del mix demagogico/bonapartista
di Vincenzo De Luca, lungo tutto l’arco delle contraddizioni sociali
della nostra terra, delle bugie propagandistiche della coalizione delle
destre che già sta pregustando un possibile ritorno al potere e
dell’acclarato nullismo che ha segnato a Palazzo Santa Lucia la presenza
dei 5 Stelle, i quali pure avevano raccolto la fiducia, nelle scorse
elezioni regionali e politiche, di gran parte di quell’elettorato che
desiderava una politica di rottura e di “rovesciamento del tavolo”.
Potere al Popolo è in campo a Napoli e in tutte le province della Campania per dare voce, forza e Rappresentanza Politica agli interessi dei giovani, dei disoccupati e dei settori popolari.
Potere
al Popolo ci sarà alle prossime elezioni regionali senza nessuna
fregola elettoralistica, ma con l’attitudine ad utilizzare le elezioni
come uno degli strumenti a disposizione per implementare la diffusione
della propria proposta politica, per stimolare i processi di
organizzazione e di lotta e per intercettare quei pezzi (spesso frantumati ed incomunicanti tra loro) del nostro Blocco Sociale di riferimento.
La scadenza delle elezioni suppletive del 23 febbraio sono l’avvio (e anche l’anticipazione) di un attraversamento politico
dei territori, dei posti di lavoro e di studio della nostra regione per
costruire una Campagna Elettorale che serve, in primo luogo, a
consolidare il profilo programmatico, indipendente e popolare di PAP.
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