Il Ministero del Lavoro, tramite ANPAL, ha recentemente pubblicato il primo Rapporto sui tirocini extra-curriculari (quelli che non riguardano corsi di laurea o il percorso scolastico). I dati confermano le gravi ingiustizie che i tirocinanti (in maggioranza under 30) subiscono senza reali garanzie di ottenere una formazione di qualità e un lavoro.
Su 1,2 milioni di tirocini svolti tra 2014 e 2017, solo la metà ha garantito un posto di lavoro. In particolare solo 163 mila tirocinanti hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato, mentre sono nettamente superiori i contratti a termine e temporanei con 283 mila tirocinanti.
Le normative sono differenti in ogni Regione, mentre i controlli sono spesso del tutto assenti e il tirocinio si rivela lavoro mascherato che non ci dà alcuna formazione. I dati dimostrano infatti che l’attività prevalente è quella di segreteria in ufficio, ovvero “fare le fotocopie”.
Oltre ad essere spesso lavoro mascherato da formazione, prevede una indennità estremamente bassa. La maggioranza delle Regioni prevede una indennità minima di 300 euro, le altre arrivano al massimo a 400 o 500 euro. Solo il Lazio prevede un minimo di 800 euro mensili lordi. Con queste cifre è del tutto impossibile avere una vita indipendente, un diritto che non può essere negato anche quando si tratta di attività formative.
Gran parte dei tirocini sono stati erogati con il cofinanziamento pubblico di Garanzia Giovani, mentre tutti prevedono delle forti agevolazioni fiscali rispetto al lavoro subordinato. Lo Stato e le Regioni dovrebbero prevedere maggiori controlli, limiti molto più stringenti sulla qualità della formazione e imporre indennità minime molto più alte. Basta con lo sfruttamento dei giovani!
Oltre ad essere spesso lavoro mascherato da formazione, prevede una indennità estremamente bassa. La maggioranza delle Regioni prevede una indennità minima di 300 euro, le altre arrivano al massimo a 400 o 500 euro. Solo il Lazio prevede un minimo di 800 euro mensili lordi. Con queste cifre è del tutto impossibile avere una vita indipendente, un diritto che non può essere negato anche quando si tratta di attività formative.
Gran parte dei tirocini sono stati erogati con il cofinanziamento pubblico di Garanzia Giovani, mentre tutti prevedono delle forti agevolazioni fiscali rispetto al lavoro subordinato. Lo Stato e le Regioni dovrebbero prevedere maggiori controlli, limiti molto più stringenti sulla qualità della formazione e imporre indennità minime molto più alte. Basta con lo sfruttamento dei giovani!
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