Sidney rischia di rimanere al buio. Il ministro dell’Energia Kean ha invitato i residenti a ridurre il consumo di elettricità.
L’annuncio della più grande mobilitazione del dopoguerra è stato fatto dal premier, Scott Morrison, dopo che i roghi nelle foreste hanno causato altre due vittime nell’Isola del canguro, la terza del Paese, situata a 112 chilometri dalla città meridionale di Adelaide.
Si tratta di due persone la cui auto è stata avvolta dalle fiamme vicino a Parndana.
Sull’isola dal 20 dicembre i roghi hanno distrutto 100mila ettari di foreste, per lo più nel parco nazionale Flinders Chase che ospita 60.000 canguri, 50.000 koala ed esemplari di altre specie in via d’estinzione.
“Stiamo pagando un alto prezzo”, ha ammesso il premier Morrison mentre le temperature continuano a superare i 40 gradi con punte di 48,9 alla periferia di Sydney, e i forti venti contrastano l’azione dei vigili del fuoco.
Sono oltre 100.000 le persone evacuate in tre Stati.
Intanto Sydney, la più grande città dell’Australia, rischia di rimanere al buio a causa degli incendi che stanno mettendo a dura prova le forniture di energia elettrica.
E la situazione peggiora di ora in ora.
Il ministro dell’Energia Matt Kean, in un tweet, ha invitato i residenti a ridurre il consumo di elettricità e a “spegnere le pompe della piscina, le luci nelle stanze non occupate ed evitare l’uso di lavatrici e lavastoviglie”.
Il governo ha anche disposto che la nave da guerra Adelaide collabori alle operazioni di evacuazione e che le basi militari ospitino gli sfollati.
Inoltre sono stati stanziati 20 milioni di dollari australiani (12,4 milioni di euro) per l’acquisto di quattro aerei per lo spegnimento degli incendi.
Morrison è da tre settimane sotto accusa per i ritardi nella risposta agli incendi e per il mancato impegno nella lotta ai cambiamenti climatici.
Le previsioni indicano che le condizioni meteorologiche non miglioreranno nei prossimi giorni, con caldo e vento ad alimentare le fiamme.
Nello Stato di Victoria sono stati segnalati 73 nuovi incendi che si sommano ai 53 dei giorni scorsi, per lo più nella parte orientale confinante con il New South Wales, dove 3mila pompieri sono alle prese con 150 roghi.
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