controlacrisi.org federico giusti
La scarsa
qualità della vita si misura anche attraverso numerosi fattori, il tasso
di inquinamento elevato, la carenza del verde, l'assenza di servizi, la
sporcizia e l'abbandono delle periferie restano segnali inequivocabili
di un degrado strettamente connesso alle scelte imprenditoriali e
politiche di tanti sindaci e di quel trasversale partito degli affari
che preme sulle autonomie locali
Tra la fine di Giugno e inizio luglio le elevate temperature hanno
reso invivibili le aree metropolitane, le ondate di calore non hanno
alimentato la riflessione sull'inquinamento ambientale.
Il caldo e l'inquinamento dovrebbero invece indurre a riflettere sull’emergenza ambientale e sull'impatto, assolutamente negativo, sulla nostra salute.
Dopo le proteste della scorsa primavera, l'effetto Greta, sta scemando e la soglia di attenzione verso le questioni ambientali diventa sempre piu' bassa nonostante la stretta connessione tra ondate di calore , inquinamento atmosferico e salute umana.
Ormai da anni vivere nelle città metropolitane è sempre piu' difficile, l'inquinamento è un silenzioso, ma non certo invisibile, serial Killer , aumentano i decessi per infarto e ictus con le malattie legate al sistema respiratorio. L'aumento delle allergie è un'altra conseguenza dell'inquinamento come del resto la esponenziale crescita delle patologie respiratorie e cardiovascolari. Paradossalmente ci vengono imposti anche dai media stili di vita sani, alimentazioni corrette, diete ipocaloriche, la forma fisica diventa prioritaria non solo per salvaguardare l'immagine esteriore dell'individuo ma una sorta di buon viatico per favorire l'attività sportiva e abbattere i costi del sisema sanitario .
Il business legato ai prodotti dietetici, agli integratori alimentari, la martellante pubblicità per imporci stili di vita e di alimentazioni diversi occultano comunque l'aumento dell'inquinamento e il suo impatto negativo sulla nostra salute, la mancata bonifica di innumerevoli siti inquinati che da anni avrebbero dovuto essere bonificati e restituiti alle comunità locali, eppure nonostante la pericolosità di queste aree è una minaccia costante per la nostra salute, continuano a produrre malattia e morte.
Lo diciamo da anni, quasi sempre inascoltati, la questione ambientale è strettamente connessa alle problematiche sociali e lavorative perchè la bonifica dei siti inquinati dovrebbe rappresentare una priorità assoluta dello Stato e degli Enti locali come la riconversione di industrie inquinanti.
Un problema passato da anni in secondo piano, preferiamo leggere l'emergenza ambientale solo attraverso l'aumento delle temperature, tuttavia la questione ambientale è anche questione di classe, del resto se analizziamo le differenze socio- economiche e alcune categorie di lavoratori capiamo bene chi siano le prime vittime dell'inquinamento, le aree geografiche e i quartieri piu' colpiti in termini di malattie, patologie croniche e decessi.
Si rende dunque necessario un approccio diverso alle questioni ambientali, dovrebbero entrare in gioco altri ragionamenti e responsabilità ricordando che l'inquinamento è la causa principale della riduzione della stessa aspettativa di vita in Europa. Paradossalmente si vive piu' a lungo ma dimentichiamo che i fattori di rischio e di pericolo per la nostra salute risultano tanto insidiosi quanto invisibili ad un occhio poco allenato a cogliere le disuguaglianze sociali.
Inquinamento acustico e atmosferico, il diffondersi delle polveri sottili , l'aumento esponenziale dei tumori tra gli anziani e tra i lavoratori impiegati in certe produzioni, la mancata prevenzione e cura che riguarda le aree geografiche ove il sistema sanitario è piu' debole ma anche il centro Nord per la insostenibilità dei costi del sistema sanitario stesso a meno che non si vogliano sfidare lunghe ed estenuanti attese per beneficiare dei servizi pubblici che ormai pubblici non sono piu'.
I dati indicano che stili di vita inadeguati e scorretti riguardano le classi sociali meno abbienti che poi sono anche quelle piu' a rischio perchè vivono nelle aree attigue ai siti inquinati, non hanno soldi per rispettare una dieta salutare o per trascorrere altrove gran parte della loro giornata. Non si tratta di fatalismo o di luoghi comuni, bastarebbe leggere i dati statistici con senso critico, le problematiche ambientali sono ovviamente legate al consumo eccessivo di acqua ed energia, alla eccessiva emissione dei gas serra, all'energia prodotta da fonti non rinnovabili, alla mancata bonifica ambientale, al ridursi delle aree verdi. Diventa prioritaria, per gli enti locali e la società civile, la costruzione di modelli urbanistici diversi dal passato e non vincolati alla lottizzazione delle aree urbane , scenari diversi dai quali dovrebbero scaturire anche nuovi modelli energetici.
Entrano in gioco la politica e l'economia, le scelte urbanistiche e sociali perchè l'inquinamento non si combatte con atti volontaristici, per esempio le strutture pubbliche dovrebbero iniziare ad investire nell'analisi dei dati epidemiologici , monitorare seriamente
gli effetti dell’inquinamento. La emergenza ambientale è una emergenza sanitaria, sociale e di classe, esserne consapevoli dovrebbe indurre noi tutti ad avanzare precise rivendicazioni al sindacato, alla politica, allo stato e agli enti locali, anzi dovremmo farcene carico direttamente. Ma al contrario preferiamo il fatalismo, l'oblio o andiamo a cogliere aspetti secondari e di costume.
Il caldo e l'inquinamento dovrebbero invece indurre a riflettere sull’emergenza ambientale e sull'impatto, assolutamente negativo, sulla nostra salute.
Dopo le proteste della scorsa primavera, l'effetto Greta, sta scemando e la soglia di attenzione verso le questioni ambientali diventa sempre piu' bassa nonostante la stretta connessione tra ondate di calore , inquinamento atmosferico e salute umana.
Ormai da anni vivere nelle città metropolitane è sempre piu' difficile, l'inquinamento è un silenzioso, ma non certo invisibile, serial Killer , aumentano i decessi per infarto e ictus con le malattie legate al sistema respiratorio. L'aumento delle allergie è un'altra conseguenza dell'inquinamento come del resto la esponenziale crescita delle patologie respiratorie e cardiovascolari. Paradossalmente ci vengono imposti anche dai media stili di vita sani, alimentazioni corrette, diete ipocaloriche, la forma fisica diventa prioritaria non solo per salvaguardare l'immagine esteriore dell'individuo ma una sorta di buon viatico per favorire l'attività sportiva e abbattere i costi del sisema sanitario .
Il business legato ai prodotti dietetici, agli integratori alimentari, la martellante pubblicità per imporci stili di vita e di alimentazioni diversi occultano comunque l'aumento dell'inquinamento e il suo impatto negativo sulla nostra salute, la mancata bonifica di innumerevoli siti inquinati che da anni avrebbero dovuto essere bonificati e restituiti alle comunità locali, eppure nonostante la pericolosità di queste aree è una minaccia costante per la nostra salute, continuano a produrre malattia e morte.
Lo diciamo da anni, quasi sempre inascoltati, la questione ambientale è strettamente connessa alle problematiche sociali e lavorative perchè la bonifica dei siti inquinati dovrebbe rappresentare una priorità assoluta dello Stato e degli Enti locali come la riconversione di industrie inquinanti.
Un problema passato da anni in secondo piano, preferiamo leggere l'emergenza ambientale solo attraverso l'aumento delle temperature, tuttavia la questione ambientale è anche questione di classe, del resto se analizziamo le differenze socio- economiche e alcune categorie di lavoratori capiamo bene chi siano le prime vittime dell'inquinamento, le aree geografiche e i quartieri piu' colpiti in termini di malattie, patologie croniche e decessi.
Si rende dunque necessario un approccio diverso alle questioni ambientali, dovrebbero entrare in gioco altri ragionamenti e responsabilità ricordando che l'inquinamento è la causa principale della riduzione della stessa aspettativa di vita in Europa. Paradossalmente si vive piu' a lungo ma dimentichiamo che i fattori di rischio e di pericolo per la nostra salute risultano tanto insidiosi quanto invisibili ad un occhio poco allenato a cogliere le disuguaglianze sociali.
Inquinamento acustico e atmosferico, il diffondersi delle polveri sottili , l'aumento esponenziale dei tumori tra gli anziani e tra i lavoratori impiegati in certe produzioni, la mancata prevenzione e cura che riguarda le aree geografiche ove il sistema sanitario è piu' debole ma anche il centro Nord per la insostenibilità dei costi del sistema sanitario stesso a meno che non si vogliano sfidare lunghe ed estenuanti attese per beneficiare dei servizi pubblici che ormai pubblici non sono piu'.
I dati indicano che stili di vita inadeguati e scorretti riguardano le classi sociali meno abbienti che poi sono anche quelle piu' a rischio perchè vivono nelle aree attigue ai siti inquinati, non hanno soldi per rispettare una dieta salutare o per trascorrere altrove gran parte della loro giornata. Non si tratta di fatalismo o di luoghi comuni, bastarebbe leggere i dati statistici con senso critico, le problematiche ambientali sono ovviamente legate al consumo eccessivo di acqua ed energia, alla eccessiva emissione dei gas serra, all'energia prodotta da fonti non rinnovabili, alla mancata bonifica ambientale, al ridursi delle aree verdi. Diventa prioritaria, per gli enti locali e la società civile, la costruzione di modelli urbanistici diversi dal passato e non vincolati alla lottizzazione delle aree urbane , scenari diversi dai quali dovrebbero scaturire anche nuovi modelli energetici.
Entrano in gioco la politica e l'economia, le scelte urbanistiche e sociali perchè l'inquinamento non si combatte con atti volontaristici, per esempio le strutture pubbliche dovrebbero iniziare ad investire nell'analisi dei dati epidemiologici , monitorare seriamente
gli effetti dell’inquinamento. La emergenza ambientale è una emergenza sanitaria, sociale e di classe, esserne consapevoli dovrebbe indurre noi tutti ad avanzare precise rivendicazioni al sindacato, alla politica, allo stato e agli enti locali, anzi dovremmo farcene carico direttamente. Ma al contrario preferiamo il fatalismo, l'oblio o andiamo a cogliere aspetti secondari e di costume.
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