È
il titolo del confronto sui rifiuti organizzato dal WWF Roma e Area
Metropolitana tenutosi il 24/7 presso il Caffè Letterario con Andrea
Masullo, Ingegnere, esperto in sostenibilità ambientale, già Consigliere
del CdA di AMA. Il WWF scrive una lettera aperta alla Sindaca Raggi,
facendo tesoro anche degli elementi emersi da questo confronto. Di
seguito il comunicato stampa e in fondo la lettera inviata al Sindaco,
nella speranza di un dialogo di merito sui temi proposti.
“Si
torna a parlare di ‘emergenza rifiuti’ - dichiara Raniero Maggini
Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana - quando è sotto gli occhi
di tutti che di improvviso e di inaspettato non v’è nulla.
La Città
Eterna paga lo scotto di ritardi che hanno caratterizzato giunte di
colori politici diversi ed oggi si frena ancora più bruscamente anziché
dare risposte concrete e praticabili, mettendo strutturalmente in
discussione la Società dei servizi”. Il WWF scrive una lettera aperta
alla Sindaca Raggi, facendo tesoro anche degli elementi emersi dal
confronto con l’Ing. Masullo.
Nella
lettera il WWF s’interroga e chiede risposta alla Prima Cittadina,
domandando “perché il Socio unico di AMA (il Comune di Roma) sembrerebbe
spingere una sua Società alla deriva, verso il fallimento. Vogliamo
essere chiari: non per il mancato riconoscimento del credito, la cui
entità seppur non trascurabile non sarebbe sufficiente a paralizzare
AMA, ma per la bocciatura del bilancio che ne consegue, fatto questo che
invece porta alla instabilità della Società”.
“Ai nostri occhi -
aggiunge Maggini - è inspiegabile quanto avvenuto, una vera e propria
contraddizione in termini, essendo AMA una società interamente pubblica,
saldamente nelle mani del Comune. Per questo è necessario che
l’Amministrazione spieghi come voler affrontare la gestione dei rifiuti
senza ulteriori indugi, che ruolo immagina per la Società che dovrebbe
garantire i servizi alla Capitale.
Gli
effetti delle incertezze e dell’assenza di una strategia sostenuta da
principi di sostenibilità, sia ambientali che economici, sono ormai
cronaca quotidiana.” Nella lettera aperta il WWF scrive quindi “Leggiamo
in questi giorni che si sta approntando un nuovo Piano, solido,
credibile, ma di quello già disponibile - varato dal precedente Cda di
AMA - inizialmente annunciato con soddisfazione anche da parte Sua, non è
stato concesso prenderne visione”.“È urgente più che mai - conclude
Maggini - che si esca dall’equivoco, che tutto sia sotto la luce del
sole. La Capitale nel recente passato ha subito pressioni generate dal
connubio tra criminalità e politica, è obbligo morale
dell’Amministrazione evitare anche il solo dubbio. Informare i cittadini
è buona prassi sempre, in questa circostanza un imperativo.”
LA LETTERA INVIATA ALLA SINDACA DI ROMA VIRGINIA RAGGI DAL WWF ROMA E AREA METROPOLITANA
Gentilissima Sindaca,
cercando
di mettere da parte i rifiuti che invadono le strade della Capitale,
degli odori nauseabondi che cassonetti ricolmi e non manutenuti
producono, il fastidio di sentirsi additati spesso come cittadini
inadeguati, vorremmo in questa sede rappresentare la particolare
preoccupazione per le circostanze che hanno contribuito alla situazione
attuale e chiederLe di dare risposta ad alcuni interrogativi che ne
emergono. Abbiamo assistito nei mesi scorsi ad un fatto che crediamo sia
stato di difficile comprensione per noi come per tanti altri cittadini.
Ci riferiamo al mancato riconoscimento di un credito che AMA vantava
nei confronti del Comune (il riferimento è ai 18 milioni di euro per
servizi cimiteriali). La difficoltà non sta nel comprendere l’entità o
le ragioni del credito, ma perché il Socio unico di AMA (il Comune di
Roma) sembrerebbe spingere una sua Società alla deriva, verso il
fallimento. Vogliamo essere chiari: non per il mancato riconoscimento
del credito, la cui entità seppur non trascurabile non sarebbe
sufficiente a paralizzare AMA, ma per la bocciatura del bilancio che ne
consegue, fatto questo che invece porta alla instabilità della Società.
Insomma
osservando dal di fuori sembra che il Comune di Roma voglia “uccidere”
uno dei suoi figli e proprio non se ne riescono a comprendere le
ragioni. L’unico effetto al momento sembra essere l’impasse
determinatasi ed al momento è veramente difficile immaginare un
orizzonte oltre la siepe.
Dunque un primo immediato e diremmo banale quesito è: perché?
Non
vorremmo cedere alle facili lusinghe di interpretazioni di squisita
natura politica che vedano un disegno finalizzato alla creazione di un
soggetto che, indebolita AMA, nasca con l’acquisizione della stessa,
magari, ad esempio, con un protagonismo di ACEA e l’ingresso di privati
per tentare di partecipare ad un businnes da molti ambito.
Non
vogliamo cedere, anche se il tema non è certo una novità. Già altri,
prima di oggi ne hanno discusso, hanno tentato. L’altro quesito che
vorremmo sottoporle riguarda una sorta di “X-file”, denominato Piano
industriale. Leggiamo in questi giorni che si stia approntando un nuovo
Piano, solido, credibile, ma di quello già disponibile - varato dal
precedente Cda di AMA - inizialmente annunciato con soddisfazione anche
da parte Sua, non è stato concesso prendere visione. Il fatto che desta
preoccupazione, oseremmo dire incredulità, in questa specifica
circostanza, è che si passi dal ragionare di sostenibilità ed economia
circolare, notizie dei mesi scorsi, alla riproposizione
dell’incenerimento, notizie recenti. Comprenderà il nostro smarrimento,
ancor più perché sin oggi a noi come al resto della cittadinanza non è
stato possibile acquisire più che delle dichiarazioni, peraltro non
esattamente rassicuranti.
Dunque
il secondo quesito è volto alla chiarezza, alla partecipazione dei
processi: è possibile conoscere il Piano industriale rimasto nei
cassetti per comprendere meglio i correttivi, ossia la strategia alla
base del nuovo?
Certo
la nostra lunga esperienza ci suggerirebbe di mettere assieme i fatti
emersi e dedurne che vi siano pressioni di privati ben accolte da parte
della maggioranza e verrebbe spontaneo pensare anche di altre parti
politiche, tanto che si spinge verso il baratro l’azienda, cestinando
contemporaneamente un documento di natura strategica che crediamo
sarebbe stato importante illustrare ai cittadini anche per aiutare la
trasparenza e la consapevolezza in merito ad una vicenda tanto
complessa. Comunque, come già detto, non vogliamo cedere alle lusinghe
di tali interpretazioni. Tuttavia la richiesta di trasparenza resta.
Certo è che dopo il confronto con l’Ing. Masullo, già membro del CdA di
AMA, se possibile le nostre preoccupazioni si sono acuite.
L’occasione,
da noi voluta, è stato un incontro pubblico tenutosi ieri sera, 24
luglio, presso il Caffè letterario, finalizzato a cercare di capire di
più di quanto sia dato stando alle pagine dei giornali. Ovviamente, ne
siamo consapevoli, il CdA uscente difende il proprio lavoro, però
emergono dati importanti, che meritano attenzione. Il Comune è Socio
Unico di AMA ed interviene all’Assemblea della S.p.A con una capacità di
voto certamente non trascurabile. Ma non può esercitare tale diritto
all’esterno dell’Assemblea, sede legittimamente deputata. Peraltro se
anche ciò fosse avvenuto (cosa che sembrerebbe non essere stata)
l’ipotesi di cancellare il debito del Comune avrebbe esposto chi avesse
ritenuto di dar seguito (parliamo dei singoli membri del CdA) ad un
falso in atto pubblico. Ci auguriamo pertanto che ancora una volta, dopo
quanto successo con “Mafia Capitale” non sia la Magistratura a dover
riportare pulizia negli atti amministrativi. In merito al Piano
industriale invece sembrerebbe che - diversamente dal dibattito proposto
alla stampa - non solo questo portasse elementi innovativi sul piano
delle soluzioni tecniche ma soprattutto sotto il profilo della
sostenibilità economica.
Torniamo
dunque a chiedere che questo documento venga pubblicamente presentato
per squarciare il velo del “non detto” che pesa su tutti noi cittadini e
il nostro futuro. Il nostro è un desiderio profondo di superare una
dimensione indegna per la Capitale, di poter finalmente recuperare quel
ritardo che ci pone lontano anni luce dagli obiettivi di sostenibilità
che una moderna città deve perseguire e centrare.
Che
a Roma non si possa applicare una diffusa raccolta differenziata di
prossimità è di fatto una leggenda metropolitana, che non sia possibile
realizzare l’impiantistica necessaria a rendere efficace il sistema come
nel caso degli impianti di compostaggio è altrettanto falso, ovviamente
sempre che ci si rapporti costruttivamente con i cittadini anziché
ignorarli (fenomeno purtroppo frequente che inficia spesso il risultato
finale). E poi sane politiche di prevenzione, di riuso, insomma niente
di particolarmente innovativo, semplicemente quello che una buona
amministrazione è oggi chiamata a fare.
Ci sarebbe molto altro da aggiungere ma ci fermiamo qui, ora ci dica Lei, attendiamo le Sue risposte.
Cordialmente
Raniero Maggini
Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana
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