mercoledì 31 luglio 2019

Classe dirigente & mafie. Imprenditori e politici asserviti alla ndrangheta, arrestati capigruppo regionali Pd e FdI.

A Reggio Calabria la cosca Libri aveva messo le mani su ristorazione, edilizia e immobiliare. Blitz della Polizia, scattano 17 arresti.


huffingtonpost.it
Blitz della Polizia contro la cosca Libri di Reggio Calabria: decine di agenti della squadra mobile di Reggio e dello Sco stanno eseguendo 17 misure cautelari, 12 in carcere e 5 ai domiciliari, chieste dalla Direzione distrettuale antimafia e firmate dal gip. Sono in corso anche una serie di perquisizioni e di sequestri nei confronti di società e imprese.
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Gli inquirenti e gli investigatori ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale di arma, tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. 

Diversi imprenditori e politici erano completamente al servizio della cosca Libri.  “Affermati imprenditori e politici locali e regionali - dicono gli investigatori - erano asserviti totalmente alle volontà dei Libri in qualità di soggetti intranei o concorrenti esterni”. Tra gli arrestati ci sono il capogruppo del Pd al consiglio regionale della Calabria, Sebastiano “Seby” Romeo (ai domiciliari), e quello di Fdi, Alessandro Nicolò (eletto con FI e poi passato in Fdi). La cosca, secondo l’accusa, avrebbe svolto un ruolo “centrale” in occasione delle elezioni regionali del 2014. Tra gli indagati in libertà c’è Demetrio Naccari Carlizzi ex consigliere regionale Pd e cognato del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, estraneo all’inchiesta.

Nicola Zingaretti ha comunicato la sospensione immediata dal partito di tutti gli esponenti Pd coinvolti “in attesa dell’esito delle indagini”. Il segretario Pd ha aggiunto che è necessario “un radicale processo di rinnovamento della classe politica calabrese”. 

La Cosca Libri, per lo sviluppo del propri interessi criminali, oltre ad interferire nelle dinamiche economico-imprenditoriali locali, è stata capace “di infiltrarsi in quelle politico-elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto basato sul do ut des, destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ’ndranghetistico nel suo complesso”. I Libri, in particolare, avrebbero saputo elaborare “raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali”. Inoltre, l’ascesa politica fino al Consiglio regionale di un politico reggino, secondo gli investigatori, ”è stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca Libri”. Per quanto riguarda le regionali del 2014, la consorteria “ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso un politico di Reggio Calabria poi eletto al Consiglio”.
L’inchiesta ha accertato che nel corso degli anni i Libri hanno favorito alcuni imprenditori, apparentemente estranei a qualsiasi contesto mafioso, ma in realtà coinvolti nelle dinamiche dell’organizzazione alla quale “partecipavano attivamente”. Imprenditori che, dicono ancora gli investigatori, assecondando da un lato le strategie d’investimento decise dalla cosca e ricevendo dall’altro importanti finanziamenti occulti, “hanno assunto posizioni di assoluto rilievo” nei settori di cui si occupavano. Di fatto, godevano della protezione della ’ndrangheta e allo stesso tempo la finanziavano.
Il settore edilizio, quello immobiliare e quello della ristorazione: il blitz della Polizia ha consentito di portare alla luce come l’organizzazione avesse messo le mani su diversi settori economici di Reggio Calabria, attraverso il controllo di diverse società. L’inchiesta della Dda ha inoltre permesso di ricostruire gli assetti e le dinamiche operative dei Libri, una delle “più potenti articolazioni della ’ndrangheta unitaria” dicono gli investigatori, che controlla a Reggio Calabria i quartieri Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e le frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana. Il valore complessivo delle società sequestrate ammonta a diversi milioni di euro.

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