dinamopress
Nel pomeriggio di sabato 27 luglio, 15 mila attiviste e attivisti No TAV sono partiti in corteo dal campeggio di Venaus, passando per Giaglione, con l’intento di raggiungere il cantiere di Chiomonte, fermo da più di un anno, ma ancora fortemente militarizzato.
Lungo il sentiero, come di consueto, la polizia ha installato alcune cancellate con blocchi di cemento e filo spinato, ben prima della delimitazione del cantiere, creando una “zona rossa” dove era impedito l’accesso.
I No TAV hanno reagito, circondando il cantiere, risalendo lungo i sentieri circostanti e abbattendo la prima cancellata del sentiero principale.
A quel punto, sono riusciti a oltrepassare l’ostacolo violando così la “zona rossa” e superando le prime cariche di gas lacrimogeni lanciati dalla Polizia. In poco tempo hanno raggiunto insieme i cancelli del cantiere.
Una volta arrivati alle reti a valle, piantonate da celere e militari, e manifestato il tentativo di tagliarle, è stato aperto nuovamente il fuoco. Una fitta raffica di lacrimogeni, alcuni ad altezza uomo, hanno impedito di procedere con l’ingresso.
Contemporaneamente, una parte di corteo che aggirava il cantiere è arrivato alle reti più a monte dove ha incontrato le stesse forme di repressione. Infine, un ultimo gruppo si era diretto verso il cancello sul ponte del torrente Clarea, riuscendo ad appendere uno striscione.
La manifestazione è durata tutto il pomeriggio tra cori e battitura delle reti (un tipico gesto di resistenza del movimento valsusino) fino a che, attorno alle 18 e 30 più scariche di lacrimogeni in tutte le zone battute dai manifestanti ne hanno determinato il ritiro.
Il corteo era previsto per il secondo anno consecutivo durante la giornata del sabato del festival Alta Felicità. Per l’occasione viene organizzato un campeggio nel paese di Venaus, di fronte al presidio permanente. La partecipazione al festival è stata come sempre molto larga. Questa affluenza ha favorito una ampia partecipazione alla marcia di sabato, determinata anche dalle ultime dichiarazioni dei ministri del governo, che segnano il definitivo voltafaccia dei 5 stelle, i quali hanno per anni sostenuto, a parole, le istanze del movimento,
La manifestazione si è caratterizzata inoltre per forme inclusive e allargate di protesta, a cui, anche chi non ha esperienza diretta di pratiche militanti ha potuto partecipare, senza protezioni e a volto scoperto. Tuttavia, nonostante l’inclusività delle pratiche messe in campo nella giornata di mobilitazione, il corteo ha mantenuto la sua radicalità profonda nei contenuti e negli obiettivi, arrivando là dove si era prefissato di giungere.
Quella di sabato ha rappresentato una tappa importante per il movimento No TAV che si trova ora ad affrontare la posizione definitiva del governo e dovrà dunque elaborare nuove strategie di lotta e resistenza. Al tempo stesso la giornata di oggi si situa nel percorso che la coalizione nazionale per la giustizia climatica sta compiendo successivamente al corteo a Roma del 23 marzo. La coalizione si prepara alle importanti mobilitazioni autunnali lanciate da Fridays for Future.
È stata infine la prima manifestazione nazionale conflittuale a seguito della approvazione del decreto sicurezza bis.
Il movimento si è dimostrato compatto e determinato confermando che il modo migliore per lottare contro le politiche securitarie del governo è praticare il conflitto e la disobbedienza civile.
Nessun commento:
Posta un commento