L’ex assessora all’Ambiente, che si è dimessa lo scorso 8 febbraio in disaccordo sulla bocciatura del bilancio di Ama: «Bagatti? Non è adatto al ruolo?». Attacchi al city manager Franco Giampaoletti e al responsabile dei conti capitolini Gianni Lemmetti.
«Hanno
prevalso gli amici di Luca Lanzalone, Franco Giampaoletti e Gianni
Lemmetti: sono loro a governare la città», sostiene furiosa l’ex
assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, che si è dimessa in
disaccordo con il Comune sulla bocciatura del bilancio di Ama.
L’avvocato Lanzalone, ex presidente di Acea, è ai domiciliari con
l’accusa di corruzione nell’inchiesta sullo stadio della Roma.
Lemmetti è
responsabile dei conti capitolini, mentre Giampaoletti e il City
manager.
Nel giorno della nomina di Massimo Bagatti amministratore unico
pro tempore dell’azienda dei rifiuti dopo l’azzeramento del Cda,
Montanari si sfoga contro «il fango» dal quale si sente colpita.
Allude, forse, al
crollo del pino in viale Mazzini con l’amministrazione finita sotto
accusa per non aver abbattuto le piante contrassegnate come pericolose
dagli agronomi?
«Con me si sono fatti più di 2.000 abbattimenti in un anno e stavano proseguendo. Si valutavano le schede e si interveniva, per poi ripiantare gli alberi come avvenuto in via Ronciglione. Per gestire in modo sufficiente il verde a Roma occorrono 110 milioni di euro l’anno, il doppio per essere all’altezza di Milano. E ci vuole personale».
«Con me si sono fatti più di 2.000 abbattimenti in un anno e stavano proseguendo. Si valutavano le schede e si interveniva, per poi ripiantare gli alberi come avvenuto in via Ronciglione. Per gestire in modo sufficiente il verde a Roma occorrono 110 milioni di euro l’anno, il doppio per essere all’altezza di Milano. E ci vuole personale».
Torniamo al sistema di governo del Campidoglio, ha mai avvertito pressioni?
«Ho sentito Giampaoletti fare pressioni su Matassa (Rosalba, ex direttore del dipartimento Ambiente, ndr). E conservo gli appunti di una riunione fiume in Sala delle Bandiere, nella quale unico obiettivo di Lemmetti e Giampaoletti era chiudere il bilancio di Ama in rosso. La nostra linea è sempre stata: essenziale fare pulizia nei bilanci, ma ogni variazione deve essere supportata da idonea documentazione».
«Ho sentito Giampaoletti fare pressioni su Matassa (Rosalba, ex direttore del dipartimento Ambiente, ndr). E conservo gli appunti di una riunione fiume in Sala delle Bandiere, nella quale unico obiettivo di Lemmetti e Giampaoletti era chiudere il bilancio di Ama in rosso. La nostra linea è sempre stata: essenziale fare pulizia nei bilanci, ma ogni variazione deve essere supportata da idonea documentazione».
Quali erano i suoi rapporti con Lemmetti?
«Abbiamo avuto parecchi diverbi. Una sera in cui ho dissentito dalla linea che poi ha dimostrato di voler perseguire, la sua reazione è stata: “Quella è la porta”. È dovuto intervenire il vicesindaco dicendo: “Come ti permetti, non sei il sindaco”. Ma chissà, forse lui si sente tale».
«Abbiamo avuto parecchi diverbi. Una sera in cui ho dissentito dalla linea che poi ha dimostrato di voler perseguire, la sua reazione è stata: “Quella è la porta”. È dovuto intervenire il vicesindaco dicendo: “Come ti permetti, non sei il sindaco”. Ma chissà, forse lui si sente tale».
Lei e l’ex ad di Ama
Lorenzo Bagnacani, entrambi vicini al fondatore Beppe Grillo e fedeli
all’ala più pura del Movimento, siete stati allontanati. Le sembra che a
Roma stia prevalendo la linea governista del capo politico Luigi Di
Maio?
«Ripeto, hanno prevalso gli amici di Lanzalone. Quando l’avvocato arrivava a Roma appoggiava la valigia nell’ufficio di Giampaoletti».
«Ripeto, hanno prevalso gli amici di Lanzalone. Quando l’avvocato arrivava a Roma appoggiava la valigia nell’ufficio di Giampaoletti».
Ha mai avuto
l’impressione che sulle scelte della sindaca o della giunta possano aver
influito figure esterne al Movimento e, in generale, alla politica?
«Sto riflettendo molto su questo aspetto. Ci sono state situazioni in cui una normale politica si sarebbe mossa in altro modo».
«Sto riflettendo molto su questo aspetto. Ci sono state situazioni in cui una normale politica si sarebbe mossa in altro modo».
Oltre a Virginia Raggi, chi ritiene sia a dettare la linea in Campidoglio?«Giampaoletti e Lemmetti: governano loro la città».
È un dato che Roma sia
indietro nella raccolta dei rifiuti rispetto ad altre città italiane:
crede ancora che si possa fare a meno di una discarica di servizio e che
si debba puntare tutto sull’economia circolare?
«Assolutamente sì. Come ho ribadito più volte, la gestione del post incendio del Tmb Salario è riuscita grazie alla sinergia con Regione e ministero dell’Ambiente. Mi sono sempre chiesta perché Raggi non abbia voluto telefonare al presidente dell’Abruzzo. Ho insistito per un giorno intero, poi l’ho fatto io: Roma doveva essere messa in sicurezza».
«Assolutamente sì. Come ho ribadito più volte, la gestione del post incendio del Tmb Salario è riuscita grazie alla sinergia con Regione e ministero dell’Ambiente. Mi sono sempre chiesta perché Raggi non abbia voluto telefonare al presidente dell’Abruzzo. Ho insistito per un giorno intero, poi l’ho fatto io: Roma doveva essere messa in sicurezza».
Perché la differenziata non è cresciuta in linea con gli obiettivi che vi eravate dati?
«Occorre sbloccare sul serio la delibera 58, assumere in base al turnover e procedere con la razionalizzazione impostata da Bagnacani, che è un ottimo manager».
«Occorre sbloccare sul serio la delibera 58, assumere in base al turnover e procedere con la razionalizzazione impostata da Bagnacani, che è un ottimo manager».
Cosa pensa della nomina di Bagatti?«Non è adatto a ricoprire quel ruolo».
E di Laura D’Aprile, a capo della direzione Rifiuti?
«Ha ottime competenze, ma è più adatta a un ministero. La vera carenza nella direzione Rifiuti sta nel fatto che ha sempre interpretato esclusivamente il ruolo di controllore, mentre in altri Comuni che ho conosciuto era il braccio operativo».
«Ha ottime competenze, ma è più adatta a un ministero. La vera carenza nella direzione Rifiuti sta nel fatto che ha sempre interpretato esclusivamente il ruolo di controllore, mentre in altri Comuni che ho conosciuto era il braccio operativo».
Tra i papabili a
sostituirla anche il procuratore regionale della Corte dei conti della
Valle d’Aosta, Massimiliano Atelli, ha declinato l’offerta: la sua è una
poltrona che scotta?
«Il lavoro di assessore all’Ambiente di Roma esige uno sforzo ciclopico. Avrei voluto continuare, ma qualcuno non ce lo ha lasciato fare».
«Il lavoro di assessore all’Ambiente di Roma esige uno sforzo ciclopico. Avrei voluto continuare, ma qualcuno non ce lo ha lasciato fare».
Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato?
«Con Matassa avevamo riorganizzato il Servizio giardini, ma avevamo bisogno di personale oltre alle gare...».
«Con Matassa avevamo riorganizzato il Servizio giardini, ma avevamo bisogno di personale oltre alle gare...».
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