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Più di 150.000 in piazza nel corteo autorganizzato da Non Una di Meno: una marea fucsia ha invaso le strade della città, troppo strette per contenere questa incredibile forza
Dopo il potente sciopero
globale dell’8 marzo, era stato preannunciato un enorme corteo a Verona
per contestare il XIII Congresso della Famiglia. Ma forse la
manifestazione di oggi ha superato anche le più rosee previsioni. Più di
150.000 in piazza nel corteo autorganizzato da Non Una di Meno: una
marea fucsia ha invaso le strade della città, troppo strette per
contenere questa incredibile forza. Si sono organizzati anche presidi di
solidarietà, come a Roma dove più di 500 persone hanno manifestato di
fronte a Palazzo Chigi.
Si respira fin dalla mattina la potenza dell’invasione femminista: persone fanno colazione ai bar con i cartelli già appesi al collo, tante donne che si colorano il viso per strada e pullman che non smettono di arrivare. Sono decine, infatti, gli autobus che sono partiti ad ogni ora della notte da tutta Italia, da nord a sud, per essere in tempo per la manifestazione a Verona.
Un corteo gioioso, con cartelli, striscioni e flash mob. Si legge: «Le nostre vite non sono terreno di conquista e propaganda: Giù le mani dai nostri desideri!», e si ripete il coro: «allerta, allerta che cammina, lotta transfemminista dalla sera alla mattina, che tremi che tremi ogni fascista oggi Verona è tutta femminista». I panuelos fucsia con la scritta bianca “Non una di meno” sono al collo e sui visi di tante donne, così come pugni di fuoco, i nuovi simboli, insieme alle matrioske, del movimento.
Il corteo ha attraversato tutta la città, ed ha anche lambito il palazzo dove era in corso il Congresso della famiglia, circondato da un enorme schieramento di forze dell’ordine. Dentro, la kermesse dell’ultradestra cattolica applaudiva il ministro degli interni Salvini, che ha dichiarato «Lo dico a qualche distratto amico di governo, qui si guarda avanti, non indietro, qui si prepara il futuro». Ed ha ragione il ministro, questo Congresso, che qualche anno fa riuniva solo pochi esaltati fondamentalisti, oggi si propone come lo spazio dove negoziare la strategia politica dei nuovi gruppi dirigenti reazionari globali. Supportati e spalleggiati nelle strade da gruppi neofascisti come Forza Nuova, che oggi al latere del Congresso inscenava un comizio contro la legge 194; mentre ieri a Padova veniva protetta da cariche violentissime della polizia contro il corteo antifascista, dove ci sono stati diversi feriti e due fermi.
Certo è che tutto il Congresso oggi si è sentito circondato, così come il governo che nei giorni scorsi ha dovuto revocare il proprio patrocinio. Non è un caso che Salvini nel suo discorso si è sentito in dovere di spiegare di essere anche lui un uomo separato con due figli da due diverse mogli, mentre i Cinque Stelle si sono completamente sfilati dall’evento.
Molti pullman ora ritornano verso le rispettive città, mentre in tantissime si preparano per l’assemblea transnazionale che si terrà domani a Verona in conclusione dei giorni di protesta. Perché a Verona non si è riunita solo la nuova destra reazionaria mondiale, fondamentalista cattolica e autoritaria, ma soprattutto qualcosa di inatteso e potente: il movimento transfemminista globale.
Foto di: Daniele Napolitano @Dani_napo
Si respira fin dalla mattina la potenza dell’invasione femminista: persone fanno colazione ai bar con i cartelli già appesi al collo, tante donne che si colorano il viso per strada e pullman che non smettono di arrivare. Sono decine, infatti, gli autobus che sono partiti ad ogni ora della notte da tutta Italia, da nord a sud, per essere in tempo per la manifestazione a Verona.
Un corteo gioioso, con cartelli, striscioni e flash mob. Si legge: «Le nostre vite non sono terreno di conquista e propaganda: Giù le mani dai nostri desideri!», e si ripete il coro: «allerta, allerta che cammina, lotta transfemminista dalla sera alla mattina, che tremi che tremi ogni fascista oggi Verona è tutta femminista». I panuelos fucsia con la scritta bianca “Non una di meno” sono al collo e sui visi di tante donne, così come pugni di fuoco, i nuovi simboli, insieme alle matrioske, del movimento.
Il corteo ha attraversato tutta la città, ed ha anche lambito il palazzo dove era in corso il Congresso della famiglia, circondato da un enorme schieramento di forze dell’ordine. Dentro, la kermesse dell’ultradestra cattolica applaudiva il ministro degli interni Salvini, che ha dichiarato «Lo dico a qualche distratto amico di governo, qui si guarda avanti, non indietro, qui si prepara il futuro». Ed ha ragione il ministro, questo Congresso, che qualche anno fa riuniva solo pochi esaltati fondamentalisti, oggi si propone come lo spazio dove negoziare la strategia politica dei nuovi gruppi dirigenti reazionari globali. Supportati e spalleggiati nelle strade da gruppi neofascisti come Forza Nuova, che oggi al latere del Congresso inscenava un comizio contro la legge 194; mentre ieri a Padova veniva protetta da cariche violentissime della polizia contro il corteo antifascista, dove ci sono stati diversi feriti e due fermi.
Certo è che tutto il Congresso oggi si è sentito circondato, così come il governo che nei giorni scorsi ha dovuto revocare il proprio patrocinio. Non è un caso che Salvini nel suo discorso si è sentito in dovere di spiegare di essere anche lui un uomo separato con due figli da due diverse mogli, mentre i Cinque Stelle si sono completamente sfilati dall’evento.
Molti pullman ora ritornano verso le rispettive città, mentre in tantissime si preparano per l’assemblea transnazionale che si terrà domani a Verona in conclusione dei giorni di protesta. Perché a Verona non si è riunita solo la nuova destra reazionaria mondiale, fondamentalista cattolica e autoritaria, ma soprattutto qualcosa di inatteso e potente: il movimento transfemminista globale.
Foto di: Daniele Napolitano @Dani_napo
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