Il governo M5S-Lega non è di destra per via delle sue idee
sull’immigrazione, sui “diversi” e sulla difesa della sovranità
nazionale.
Bensì, molto più alla radice, il nostro attuale governo è
espressione della Destra più tradizionale poiché ha deciso di impegnarsi
in difesa del Capitale e delle classi sociali più avvantaggiate.
Il
governo M5S-Lega non è di destra per via delle sue idee
sull’immigrazione, sui “diversi” e sulla difesa della sovranità
nazionale.
Bensì,
molto più alla radice, il nostro attuale governo è espressione della
Destra più tradizionale poiché ha deciso di impegnarsi in difesa del
Capitale e delle classi sociali più avvantaggiate.
Se
ne stanno accorgendo non pochi elettori dell’ex movimento di Grillo, che
infatti paga il prezzo più alto di questa virata. Tanto che c’è già
qualche sondaggio che dà la Lega come primo partito nei consensi del
popolo italiano.
Si tratta solo di un punto di vista, quello del governo giallo-verde che sarebbe a difesa del Capitale?
Mica
tanto, specie se si ricostruisce la sequenza di fatti sfuggiti
all’attenzione dei più, come ha fatto Amélie Poinssot sul giornale
francese “Mediapart”.
La
giornalista ha notato come il 1 giugno, giorno del giuramento da parte
del nuovo governo, tutti i giornali italiani registravano un forte calo
dello spread e una buona salita di Piazza Affari (che guadagnava il
2,7%).
Piuttosto
emblematica questa reazione dei mercati, visto che in Italia stava
arrivando ad occupare i gangli del potere una coalizione formata da un
partito di estrema destra (la Lega) e uno sedicente “anti-sistema”
(nonché “al di là di destra e sinistra”).
In
realtà, scriveva la notista, “i mercati avevano tirato un sospiro di
sollievo perché per Bruxelles e per il mondo della finanza l’importante è
che il nuovo governo italiano non metta i bastoni fra le ruote al
liberismo economico europeo e alla moneta unica”.
E qui arriviamo alla seconda parte della ricostruzione.
Sì,
perché pochi giorni prima il premier incaricato Giuseppe Conte aveva
dovuto rinunciare a formare il governo poiché il Presidente Mattarella
si era rifiutato di ratificare la nomina a ministro dell’economia di
Paolo Savona, economista noto per le sue posizioni fortemente critiche
nei confronti dell’euro.
Lì i
mercati avevano tremato, e i poteri finanziari si erano fatti sentire
eccome, a cominciare dal commissario al Bilancio dell’Unione europea, il
tedesco Gunther Oettinger, arrivato a minacciare letteralmente l’Italia
rispetto alle pesanti ritorsioni che i mercati le avrebbero fatto
subire.
Per
lanciare un chiaro messaggio rispetto al fatto che l’Italia aveva
compreso la “lezione”, il Presidente Mattarella, preso atto delle
dimissioni di Conte, affida l’incarico di formare il governo a Carlo
Cottarelli, ex dirigente di quel Fondo Monetario Internazionale che
dell’alta finanza è il vero e proprio tempio.
Ma
anche M5S e Lega, nel frattempo, mostrano di aver appreso l’”antifona”, e
si accordano per formare finalmente un governo sempre formalmente
capitanato da Giuseppe Conte, però con ministro dell’economia Giovanni
Tria, critico rispetto alle politiche economiche europee, sostenitore
degli investimenti pubblici ma, comunque, fermo sostenitore dell’euro.
Tanto
è bastato all’Unione europea e ai poteri finanziari per non mettersi
più di traverso, nonché al M5S e alla Lega per formare il governo.
Già, ma a che prezzo?
Quello
di avere un governo fortemente ostile rispetto alle politiche
migratorie? Sai cosa gliene importa a un’Unione europea che, al momento,
si presenta come un consesso esclusivamente economico e per nulla
politico. Quindi per nulla lungimirante e interessato alle questioni
umanitarie. Stiamo parlando di quella stessa Unione europea che ha
lasciato sola l’Italia nell’affrontare un problema così grande e costoso
(in termini economici e sociali), e che ha concluso accordi economici
assai discutibili (vedi quello con la Turchia) pur di “orientare” i
flussi migratori in un senso invece che in un altro.
Per
non parlare della vergognosa (e disastrosa) guerra intrapresa dalla
Francia contro la Libia di Gheddafi, della stessa politica francese di
chiusura dei confini e delle condizioni disumane in cui versano
centinaia di migliaia di persone, in quei veri e propri lager che sono
stati costruiti nella stessa Libia per fermare l’ondata di coloro che
fuggono da guerre, fame e disperazione.
Laverità è che l’unica cosa che interessa a Bruxelles è il rischio
monetario e l’eventuale destabilizzazione dell’euro, mentre molti leader
europei sono perfino contenti se in Italia prevale la linea
dell’ostilità rispetto a quei migranti che alimentano un po’ ovunque le
spinte xenofobe e la forza dei partiti “anti-sistema”.
Siamo di fronte a un’Unione europea immemore della Storia e miope prima ancora che crudele.
Pronta
a dimenticare che la Destra fascista e nazista, quella del razzismo e
del nazionalismo, poté trionfare un secolo fa soltanto grazie ai
disastri (e poi all’appoggio) della Destra del Capitale.
Quella
destra del Capitale che dapprima impoverì la stragrande maggioranza
della popolazione, con politiche liberiste che diffusero disoccupazione,
disagio sociale e rabbia.
Poi,
sulla spinta della paura di un’affermazione del comunismo, appoggiò i
nascenti movimenti fascisti e nazisti, peraltro caratterizzati da un
consenso fortissimo da parte della grande maggioranza del popolo.
Popolo
che bisognava continuare a sfruttare con politiche favorevoli alla
grande finanza, ma a cui si doveva fornire dei nemici esterni con cui
prendersela e su cui riversare la rabbia personale e sociale per il
forte malessere causato dal Capitale (gli ebrei, i neri e i “diversi” in
genere a quel tempo, i rifugiati e gli immigrati nel nostro tempo).
Oggigiorno non siamo molto distanti da dinamiche pericolosamente simili.
Oggi che il Ministro Salvini ha annunciato un censimento dei Rom.
Oggi
che un popolo mediamente imbarbarito, esasperato e culturalmente
immemore (a esser buoni) non riesce neppure a ricordare che il nazismo
in Germania iniziò proprio così.
Con un censimento…
Se ne stanno accorgendo non pochi elettori dell’ex movimento di
Grillo, che infatti paga il prezzo più alto di questa virata. Tanto che
c’è già qualche sondaggio che dà la Lega come primo partito nei consensi
del popolo italiano.
Si tratta solo di un punto di vista, quello del governo giallo-verde che sarebbe a difesa del Capitale?
Mica tanto, specie se si ricostruisce la sequenza di fatti sfuggiti
all’attenzione dei più, come ha fatto Amélie Poinssot sul giornale
francese “Mediapart”.
La giornalista ha notato come il 1 giugno, giorno del giuramento da
parte del nuovo governo, tutti i giornali italiani registravano un
forte calo dello spread e una buona salita di Piazza Affari (che
guadagnava il 2,7%).
Piuttosto emblematica questa reazione dei mercati, visto che in
Italia stava arrivando ad occupare i gangli del potere una coalizione
formata da un partito di estrema destra (la Lega) e uno sedicente
“anti-sistema” (nonché “al di là di destra e sinistra”).
In realtà, scriveva la notista, “i mercati avevano tirato un
sospiro di sollievo perché per Bruxelles e per il mondo della finanza
l’importante è che il nuovo governo italiano non metta i bastoni fra le
ruote al liberismo economico europeo e alla moneta unica”.
E qui arriviamo alla seconda parte della ricostruzione.
Sì, perché pochi giorni prima il premier incaricato Giuseppe Conte
aveva dovuto rinunciare a formare il governo poiché il Presidente
Mattarella si era rifiutato di ratificare la nomina a ministro
dell’economia di Paolo Savona, economista noto per le sue posizioni
fortemente critiche nei confronti dell’euro.
Lì i mercati avevano tremato, e i poteri finanziari si erano fatti
sentire eccome, a cominciare dal commissario al Bilancio dell’Unione
europea, il tedesco Gunther Oettinger, arrivato a minacciare
letteralmente l’Italia rispetto alle pesanti ritorsioni che i mercati le
avrebbero fatto subire.
Per lanciare un chiaro messaggio rispetto al fatto che l’Italia
aveva compreso la “lezione”, il Presidente Mattarella, preso atto delle
dimissioni di Conte, affida l’incarico di formare il governo a Carlo
Cottarelli, ex dirigente di quel Fondo Monetario Internazionale che
dell’alta finanza è il vero e proprio tempio.
Ma anche M5S e Lega, nel frattempo, mostrano di aver appreso
l’”antifona”, e si accordano per formare finalmente un governo sempre
formalmente capitanato da Giuseppe Conte, però con ministro
dell’economia Giovanni Tria, critico rispetto alle politiche economiche
europee, sostenitore degli investimenti pubblici ma, comunque, fermo
sostenitore dell’euro.
Tanto è bastato all’Unione europea e ai poteri finanziari per non
mettersi più di traverso, nonché al M5S e alla Lega per formare il
governo.
Già, ma a che prezzo?
Quello di avere un governo fortemente ostile rispetto alle
politiche migratorie? Sai cosa gliene importa a un’Unione europea che,
al momento, si presenta come un consesso esclusivamente economico e per
nulla politico. Quindi per nulla lungimirante e interessato alle
questioni umanitarie. Stiamo parlando di quella stessa Unione europea
che ha lasciato sola l’Italia nell’affrontare un problema così grande e
costoso (in termini economici e sociali), e che ha concluso accordi
economici assai discutibili (vedi quello con la Turchia) pur di
“orientare” i flussi migratori in un senso invece che in un altro.
Per non parlare della vergognosa (e disastrosa) guerra intrapresa
dalla Francia contro la Libia di Gheddafi, della stessa politica
francese di chiusura dei confini e delle condizioni disumane in cui
versano centinaia di migliaia di persone, in quei veri e propri lager
che sono stati costruiti nella stessa Libia per fermare l’ondata di
coloro che fuggono da guerre, fame e disperazione.
La verità è che l’unica cosa che interessa a Bruxelles è il rischio
monetario e l’eventuale destabilizzazione dell’euro, mentre molti
leader europei sono perfino contenti se in Italia prevale la linea
dell’ostilità rispetto a quei migranti che alimentano un po’ ovunque le
spinte xenofobe e la forza dei partiti “anti-sistema”.
Siamo di fronte a un’Unione europea immemore della Storia e miope prima ancora che crudele.
Pronta a dimenticare che la Destra fascista e nazista, quella del
razzismo e del nazionalismo, poté trionfare un secolo fa soltanto grazie
ai disastri (e poi all’appoggio) della Destra del Capitale.
Quella destra del Capitale che dapprima impoverì la stragrande
maggioranza della popolazione, con politiche liberiste che diffusero
disoccupazione, disagio sociale e rabbia.
Poi, sulla spinta della paura di un’affermazione del comunismo,
appoggiò i nascenti movimenti fascisti e nazisti, peraltro
caratterizzati da un consenso fortissimo da parte della grande
maggioranza del popolo.
Popolo che bisognava continuare a sfruttare con politiche
favorevoli alla grande finanza, ma a cui si doveva fornire dei nemici
esterni con cui prendersela e su cui riversare la rabbia personale e
sociale per il forte malessere causato dal Capitale (gli ebrei, i neri e
i “diversi” in genere a quel tempo, i rifugiati e gli immigrati nel
nostro tempo).
Oggigiorno non siamo molto distanti da dinamiche pericolosamente simili.
Oggi che il Ministro Salvini ha annunciato un censimento dei Rom.
Oggi che un popolo mediamente imbarbarito, esasperato e
culturalmente immemore (a esser buoni) non riesce neppure a ricordare
che il nazismo in Germania iniziò proprio così.
Con un censimento…
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