Purtroppo il nozionismo, sebbene
necessario ed utile per gli accademici di vecchio stampo in quanto
devono seguire programmi precisi, rischia di essere deleterio in quanto
permette solo limitatamente di affrontare aspetti correlati ad eventi
con caratteristiche di novità assolute: ad esempio Elsa Fornero quando
bloccò gli esodati lasciandoli senza stipendio nè pensione – per
rispettare astratti principi di bilancio, che per altro fecero
accumulare al governo Monti a cui apparteneva tra 140 e 150 miliardi di
euro (fino ad Aprile 2013 quando subentrò E. Letta) di debito pubblico
supplementare grazie alla nefasta austerità euroimposta -, rappresentò un classico esempio di effetto collaterale del più becero nozionismo professoriale.
“Riduci i costi/le uscite ossia riduci il debito“,
poi invece ti va tutto storto: appunto, peccato che la cosa nel 2011
andò perfettamente al contrario, aumentò il debito e si andò in
recessione, ossia incrementando esponenzialmente il rapporto debito/PIL
invece di ridurlo. Peccato che tale “effetto secondario non atteso”
abbia causato enormi danni a chi ha subito le conseguenze pratiche di
tale quanto meno improvvida decisione.
Ora, visto che Elsa Fornero ed il suo
mentore ed amico Mario Monti (che verrebbe da dire è diventato tanto
importante sulle scene che contano soprattutto per aver sposato una
Mattioli e non per le sue qualità di economista, dai caratteri
tipicamente nozionistici anche lui) non possono confutare questi fatti,
reali e fattuali, ecco il marito Mario Deaglio re-impostare la stessa
linea ma con un approccio diverso.
Monti
fece diminuire i tassi italiani ossia abbassò lo spread, ma fece
decollare il rapporto debito/PIL:oggi l’EU ci incolpa del fatto che il
rapporto debito/PIL è insostenibile… Grazie Monti?
Il prof. Deaglio evidentemente non ricorda che lo stesso J. C.
Trichet nel 2009 ammonì sul fatto che l’oro della banca d’Italia non è
utilizzabile dai governi in quanto di proprietà degli italiani….
…Il
fatto è che quell’oro non è proprietà dello Stato italiano ma del
popolo italiano, tanto che lo stesso Giulio Tremonti, quando nel 2009
voleva tassare le plusvalenze generate dalle riserve di Bankitalia, fu
bloccato dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, che disse in
Parlamento «Siamo sicuri che l’oro sia della Banca d’Italia e non del
popolo italiano?» e dallo stesso Mario Draghi, all’epoca a capo di
Palazzo Koch, secondo cui «le riserve auree appartengono agli italiani e
non a via Nazionale».
Appunto, Mario Deaglio, facente parte della cerchia dei Reviglio’s boys, professore torinese di economia caro amico del “si dice”
massone Siniscalco (ossia colui che nei fatti e negli eventi ha
contribuito a bruciare Sapelli a Palazzo Chigi), ecco che propone
un’altra soluzione tipicamente nozionistica per idealmente risolvere i
problemi dell’Italia: vendere l’oro ovvero utilizzarlo per farsi
prestare denari per ripagare il debito esistente (vedasi l’intervista
pubblicata dal ilsussidiario.net di oggi, vedasi LINK).
In pratica è come se un commerciante che deve usare l’auto per lavoro
mettesse a pegno di un prestito la sua auto, in caso di crisi perde sia
il mezzo di trasporto che la possibilità di sostentamento futuro. E
dimenticando che la corrente crisi dello spread – sotto certi aspetti
simile a quella del 2011 che permise a sua moglie di diventare ministro –
è stata innescata da decisioni della BCE di non comprare più BTP ed
invece acquistare Bund. Ossia quella del maggio scorso è stata una crisi
voluta, per influenzare le scelte e la formazione del nuovo governo
Conte.
A me quella dell’oro dato in pegno all’FMI sembra una soluzione veramente suicida, da kamikaze!
Ora, a parte confessarvi che chi scrive
farà estrema attenzione a che suo figlio non vada a studiare da
professori nozionisti, andiamo alle considerazioni importanti: mentre
tutti comprano oro, anche la Turchia in forte crisi finanziaria, ecco
che un professore dell’università di Torino suggerisce il più tipico dei
harahiri, vendere/impegnare le riserve auree (ossia
darle in pegno indebitandosi al FMI, ossia pagandoci anche gli interessi
sui prestiti ottenuti, al netto del GOFO spero). Ossia, se tutti
rimpatriano l’oro (Germania, Venezuela, Ungheria), se tutti vogliono
comprarlo (anche l’INPS svizzera,) mentre il professor Deaglio vuole
fare il perfetto contrario, i fatti sono due: o dicono una fesseria
coloro che vogliono incrementare le loro riserve auree o la fesseria la
dice chi propone di vendere l’oro messo a riserva.
La verità purtroppo non solo temo di
conoscerla ma l’ho anche espressamente letta (…). Ossia, so dove il
professor Deaglio vuole arrivare visto che il diavolo – soprattutto a Torino – fa le pentole ma non i coperchi: Deaglio
sa benissimo che l’oro italiano sarà lo strumento ultimo per gestire
l’uscita dall’euro dell’Italia e, magari opportunamente pilotato nelle
sue affermazioni, oggi spinge affinchè l’Italia si privi del suo oro per
EVITARE che possa concretizzarsi una rottura dell’euro lato italiano, con uscita simultanea non solo dell’Italia ma anche di numerosi altri Paesi.
E questo lo fa perchè il suo pensiero, il suo schieramento principe – come
dimostra più di mille parole la funzione di sua moglie nel governo più
europeista e globalista che l’Italia abbia avuto nella sua storia
repubblicana – pende per una subalternità dell’Italia vestita da EU
ai poteri ex coloniali centro europei, Germania e Francia, superando
l’alleanza con gli States.
Il motivo di cotanta attenzione e
simpatia allo schieramento franco-tedesco? Lo stesso di 70 anni fa,
anche appena prima dell’entrata in guerra a fianco della Germania
esistevano due schieramenti in Italia, uno favorevole ed uno contrario
all’alleanza con Berlino. Evidentemente tali schieramenti storici sono
ancora ancora presenti in Italia ed in EUropa, come ben dimostra la
geografia del potere tedesco attuale dove le elites germaniche sono in
stragrande maggioranza nipoti di coloro che furono massimamente nazisti
75 anni fa. Per chi non lo avesse capito il globalismo come movimento
sovranazionale è incentrato ideologicamente nel progetto di moneta
unica, avente come fulcro Berlino assieme a Parigi come contraltare
occidentale all’impero USA visto ormai in decadenza. Vedremo chi avrà
sbagliato i conti, andiamo a poco…
Vorrei concludere con una riflessione sulla “Conventional Wisdom“:
tale termine fu coniato dal geniale e mai subalterno al potere J.K.
Galbraith, il fustigatore della grande crisi di Wall Street. La sua definizione nasconde in realtà una nemmeno troppo sottile critica al mondo accademico che pensa in modo convenzionale in
quanto detta saggezza appunto convenzionale rappresenta il sunto del
nozionismo, del conformismo accademico più becero (troppo spesso
interessato “a stare a letto” con il Potere), quello
assolutamente non in grado di prevedere conseguenze spesso disastrose
proprio come fu per il grande crollo di Wall Street. La Conventional Wisdom
si nutre delle certezze derivate dalla ripetizione degli eventi ossia
affidandosi a soluzioni da textbook: applicare tali ricette, diciamo
“convenzionali”, nel momento in cui tutti riconoscono che stiamo
navigando in “uncharted waters” [leggasi ad es. tassi negativi],
mi riferisco alla proposta “convenzionale” di usare l’oro per ripagare
di fatto il debito nazionale, sembra un azzardo vieppiù illogico se non
addirittura masochista.
Consigliamo al prof. Deaglio di
riprendere un autore certamente non amato, J.K. Galbraith, in quanto
potrebbe essere utile alla società a cui i cattedratici, alla fine, sono
comunque tenuti a prestare un servizio educativo.
Chi scrive ha studiato a Torino ma
fortunatamente alla fine scelse Duca degli Abruzzi… E proprio perchè ho
scelto di essere ingegnere concludo dicendo: giù le mani dall’oro degli
Italiani!
Meno male.
MD
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