CARMAGNOLA
(TO)
- Sull’allarme
creato dalla bozza di decreto per la determinazione dei limiti di THC
negli alimenti fatta pervenire il 29 agosto dal Ministero della Salute
ad alcune associazioni con termine al 4 settembre per presentare
osservazioni, la Presidente di Assocanapa taglia corto: “Per evitare
che nel silenzio di tutti i destinatari della bozza fosse fatta una
frittata difficilmente rimediabile, abbiamo dovuto mettere le mani
avanti con una lettera che abbiamo mandato anche al Capo del Governo,
ai Ministri più direttamente interessati, ai Presidenti delle regioni e
delle province autonome e agli onorevoli componenti della Commissione
Agricoltura della Camera.
assocanapa.org
Le parti salienti di questa lettera le
pubblichiamo a fronte di accuse lanciateci contro da un tale depresso
su presunte nostre collusioni con poteri forti solo in parte
identificati. Ai nostri associati preoccupati dico: non fasciamoci la
testa prima del tempo. Non sempre le strutture di uno stesso ministero
sono coordinate tra loro e non sempre esiste un coordinamento con la
parte politica. A fronte dell’assoluta mancanza di elementi concreti è
inutile gridare alla congiura ai nostri danni. E’ interesse di tutti i
produttori di alimenti contenenti semilavorati di canapa che si
analizzi in modo non approssimativo un numero di campioni molto
significativo, in modo da avere dati sui quali discutere prima tra noi
a livello tecnico per poi mandare a Bruxelles qualcuno che ne sappia,
che ne capisca e che sia ferrato ed armato per dare battaglia se
necessario.
Lettera di risposta al Ministero della Salute
La
presente in risposta alla lettera di codesto Ufficio pervenuta via PEC
in data 28/8/2017 con richiesta di presentazione di eventuali
osservazioni entro il 4/9/2017.
Premesso:
-che
questa organizzazione a fine 2015 è uscita dai Regular Members della
EIHA (European Industries Hemp Association) perché nella proposta sui
limiti di THC negli alimenti presentata a Bruxelles in attesa del
deposito della proposta dell’EFSA non erano state tenute in conto se
non marginalmente le osservazioni che per tutelare i produttori
italiani avevamo presentato per la discussione, osservazioni supportate
da molta cautela e semplice logica;
-che è notorio che i pareri
dell’EFSA citati nella bozza di D.M. pervenuta sono basati su pochi
dati svizzeri risalenti all’epoca in cui in quel paese si coltivava
cannabis ad alto tenore di THC ed era invalsa la pratica di utilizzare
il verde come alimento per i bovini;
-che questa organizzazione ha
ripetutamente evidenziato negli anni e particolarmente negli ultimi due
anni e cioè da quando è partito l’iter del disegno di legge approdato
alla L. 242/2016, la necessità di aprire la discussione sui limiti di
THC negli alimenti, consapevole delle problematiche che si pongono non
solo nella determinazione di tali limiti ma anche nella pratica
attuazione di un simile provvedimento, che non può essere lasciata al
“fai da te” delle ASL prive di risorse umane e strumentali per poter
avere/dare certezze;
-che non abbiamo mai ricevuto risposte formali
alle nostre pur specifiche richieste ma nei contatti telefonici e in
alcuni scambi di lettere su altre questioni ci siamo sentiti/visti
rispondere che si sarebbe discusso dell’argomento dopo l’entrata in
vigore della legge;
-che la discussione della materia tra organi
tecnici dei ministeri interessati e rappresentanza dei produttori non
ha finora avuto luogo;
-che negli ultimi anni in Italia decine e
forse centinaia di piccole imprese hanno prodotto non solo semilavorati
ma una moltitudine di veri e propri pregevoli alimenti e bevande a base
di seme di canapa e suoi derivati, talvolta aromatizzati in analogia a
quanto avviene in Europa almeno da oltre un decennio, con
infiorescenze/foglie di canapa industriale, e senza, a quanto ci
risulta, che in Italia si siano riscontrati inconvenienti dovuti alla
presenza di cannabinoidi;
-omissis
-che la proposta pervenuta,
formulata sulla base di elementi di cui non siamo in possesso, è
asseritamente ispirata ad un principio di precauzione che ci risulta
incomprensibile alla luce delle conoscenze scientifiche e della legge
242/2016 la quale postula per le varietà di canapa iscritte nel
Catalogo Europeo delle Piante Agricole non l’approccio riservato alla
droga ma bensì l’approccio comunemente dovuto agli alimentari;
Considerati
i tempi necessari per formulare osservazioni ponderate dopo
l’acquisizione e valutazione degli elementi che ci mancano;
Considerato che il termine stabilito dall’articolo 5 della legge 242/2016 non è un termine perentorio essendo noto che termini analoghi stabiliti per legge risultano non rispettati dopo decenni…omissis
Evidenziato
che la proposta pervenuta non sembra in generale coerente con le
statuizioni della legge 242/2016 che finalizzano il sostegno dello
stato all’incentivazione dell’impiego e del consumo finale di
semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente locali,
allo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i
risultati della ricerca e perseguano l’integrazione locale e la reale
sostenibilità economica e ambientale, alla produzione di alimenti,
cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per
le industrie di diversi settori. E neppure sembra coerente con gli
intendimenti manifestati dal Governo in occasione del Tavolo Tecnico
che si è svolto presso il Ministero delle Politiche Agricole in data
28/2/2017, nel quale è stata in sostanza asserita la volontà di puntare
su filiere integrate aventi come fulcro proprio l’alimentare e
l’edilizia;
con la presente si richiede di voler cortesemente:
-omissis
-assegnare
per la presentazione di osservazioni un termine congruo, indicato in
almeno 60 giorni da quando avremo a disposizione la documentazione che
ci occorre
-far pervenire a questa organizzazione e agli altri
interessati il parere dell’Istituto Superiore di Sanità in data
18/5/2017, i verbali degli incontri che in merito si sono svolti presso
la Commissione Europea e il parere del Gruppo di lavoro per gli
obiettivi di cui all’art.5 della legge 2/12/2016 n.242.
Stante
l’urgenza si evidenzia nel contempo alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, al Ministro delle Politiche Agricole, al Ministro della
Salute, al Presidente ed ai componenti della Conferenza Stato Regioni
l’opportunità di non accodarsi a proposte fatte circolare a Bruxelles a
favore dei produttori agricoli del Nord Europa e da ultimo di alcuni
soggetti economici che sono passati dalla commercializzazione di
semilavorati alimentari della granella di canapa al mercato degli
estratti e del CBD e questo mentre, anche dai consumatori dei
paesi del Nord Europa arriva una forte richiesta di prodotto alimentare
italiano contenente canapa, a nostro avviso oggi unico al mondo ad
essere degno di tale nome.
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mercoledì 20 settembre 2017
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