Le
forme di lavoro instabili sono "assolutamente predominanti nell'accesso
al lavoro: boom di voucher e del tempo determinato". La Fondazione
Giuseppe Di Vittorio commentando i dati dell'osservatorio Inps sul
precariato, non lascia scampo a interpretazioni "politiche" o a boutade
tipo quella del ministro Poletti che da una parte butta fango su chi
lascia l'Italia e dall'altra difende a spada tratta Jobs act e Voucher.
Poletti, armato di napalm spara a zero contro il mercato del lavoro.
Cosa altro altrimenti? L'uscita di Poletti arriva dopo la direzione Pd
che in sostanza ha dato il via libera a Renzi per fare quello che meglio
crede. L'ex uomo delle coop non si è lasciato scappare l'occasione.
Altro che politiche sociali e assegni di sostentamento. Anche Gentiloni è
destinato a segnare una grande contiuità non solo con Renzi ma anche
con tutti gli altri esecutivi che si sono "misurati" con il lavoro, da
Berlusconi e Letta passando per Monti.
I dati parlano chiaro. I danni fatti da Renzi sono inestimabili. E Poletti, tra i ministri "resistenti" nel nuovo esecutivo Gentiloni, ha tutta l'aria di voler rappresentare la più piena continuità. “Se in 100 mila se ne sono andati dall'Italia non è che qui sono
rimasti 60 milioni di "pistola" . Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”, sono state ieri le parole del ministro Poletti, che dopo averle pronunciate si è subito scusato. Una scusa poco credibile perché il suo è stato un "ragionamento" completo e non una semplice battuta.
Le assunzioni a termine nei primi dieci mesi del 2016 sono in forte crescita, oltre 3,1 milioni e, assieme alle assunzioni stagionali pari a 491mila unità, rappresentano quasi il 75% dei nuovi rapporti di lavoro. La vendita dei voucher è superiore a 121 milioni (+32,3% rispetto al 2015 ma ben +121,7% rispetto allo stesso periodo del 2014), aggiunge la fondazione della Cgil. La variazione netta delle assunzioni a tempo determinato (stagionali esclusi) è stata fino ad ottobre 2016 di +414 mila, 316 mila in più dei primi 10 mesi 2015, 210 mila in più del corrispondente periodo del 2014. Lo scarto aumenta ancora considerando
gli stagionali. Il saldo occupazionale complessivo +479mila unità è evidentemente quasi del tutto attribuibile all'aumento del tempo determinato.
Tra i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi domestici e agricoli) calano, invece, i nuovi rapporti di lavoro a tempo
indeterminato. Nei primi dieci mesi del 2016 sono stati 1.044 mila; inferiori non solo a quelli dello stesso periodo del 2015 (-492 mila, pari al -32%), ma addirittura anche a quelli del 2014 (-63 mila, pari a -5,7%). Anche le trasformazioni in tempo indeterminato (257 mila) sono in calo sia rispetto al 2015 (-133 mila, -34,1%) che al corrispondente periodo del 2014 (-36 mila, -12,4%). Se al Sud la media di incremento annuo è pari al 33,7%, in Campania si registra un aumento del 51,1% (3.471.077 voucher nel 2016 a fronte dei 2.297.499 nel 2015). Allo stesso tempo, in Campania diminuiscono del 31,9% le nuove assunzioni a tempo indeterminato mentre aumentano quelle a termine. È evidente la diminuzione di contratti stabili a favore di contratti a termine e dei voucher, per i quali si registra il primato italiano in termini di variazione percentuale di utilizzo tra il 2015 e il 2016 (+ 51,1%). Non sfugge la provincia di Salerno. “I voucher – aggiunge Arturo Sessa, segretario generale Cgil Salerno – vanno cancellati e uno dei tre quesiti referendari proposti dalla Cgil riguarda proprio questo. È un istituto nato male e va superato in fretta. Bisogna ripartire da zero e ridare dignità al lavoro. Oggi i voucher sono diventati il modo per aggirare le normative contrattuali e ridurre i salari. Nei prossimi giorni come Cgil di Salerno chiederemo all’Ispettorato del lavoro di avviare verifiche a campione sul territorio provinciale circa l’utilizzo dei voucher, per verificare eventuali anomalie e abusi nell’utilizzo di questo strumento nei diversi settori”.
“È inutile, il Jobs act non funziona, è un vero e proprio fallimento, una ricetta amara e sbagliata che dispensa meno diritti, meno tutele nel lavoro, piena discrezionalità alle imprese”, sottolinea Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil. “Il Jobs act ha prodotto un’esplosione incontrollata dei voucher che stanno sostituendo anche il lavoro vero, l'impennata dei licenziamenti disciplinari e, una volta finiti gli sgravi fiscali, il crollo delle assunzioni con contratti stabili”, sostiene Scacchetti. “È una ricetta che, come dimostra la realtà, non produce l'occupazione di qualità di cui avrebbe bisogno il nostro Paese per poter affrontare le sfide imposte dalla competizione globale”. “Di positivo c’è solo la ripresa dei contratti di apprendistato. Troppo poco per poter cambiare opinione”.
“A fronte di questi dati - conclude la segretaria confederale della Cgil - rilanciamo la nostra sfida con la Carta dei diritti universali del lavoro e con i tre quesiti referendari per abrogare i voucher, le norme che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi, e la poca trasparenza in materia di appalti”.
I dati parlano chiaro. I danni fatti da Renzi sono inestimabili. E Poletti, tra i ministri "resistenti" nel nuovo esecutivo Gentiloni, ha tutta l'aria di voler rappresentare la più piena continuità. “Se in 100 mila se ne sono andati dall'Italia non è che qui sono
rimasti 60 milioni di "pistola" . Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”, sono state ieri le parole del ministro Poletti, che dopo averle pronunciate si è subito scusato. Una scusa poco credibile perché il suo è stato un "ragionamento" completo e non una semplice battuta.
Le assunzioni a termine nei primi dieci mesi del 2016 sono in forte crescita, oltre 3,1 milioni e, assieme alle assunzioni stagionali pari a 491mila unità, rappresentano quasi il 75% dei nuovi rapporti di lavoro. La vendita dei voucher è superiore a 121 milioni (+32,3% rispetto al 2015 ma ben +121,7% rispetto allo stesso periodo del 2014), aggiunge la fondazione della Cgil. La variazione netta delle assunzioni a tempo determinato (stagionali esclusi) è stata fino ad ottobre 2016 di +414 mila, 316 mila in più dei primi 10 mesi 2015, 210 mila in più del corrispondente periodo del 2014. Lo scarto aumenta ancora considerando
gli stagionali. Il saldo occupazionale complessivo +479mila unità è evidentemente quasi del tutto attribuibile all'aumento del tempo determinato.
Tra i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi domestici e agricoli) calano, invece, i nuovi rapporti di lavoro a tempo
indeterminato. Nei primi dieci mesi del 2016 sono stati 1.044 mila; inferiori non solo a quelli dello stesso periodo del 2015 (-492 mila, pari al -32%), ma addirittura anche a quelli del 2014 (-63 mila, pari a -5,7%). Anche le trasformazioni in tempo indeterminato (257 mila) sono in calo sia rispetto al 2015 (-133 mila, -34,1%) che al corrispondente periodo del 2014 (-36 mila, -12,4%). Se al Sud la media di incremento annuo è pari al 33,7%, in Campania si registra un aumento del 51,1% (3.471.077 voucher nel 2016 a fronte dei 2.297.499 nel 2015). Allo stesso tempo, in Campania diminuiscono del 31,9% le nuove assunzioni a tempo indeterminato mentre aumentano quelle a termine. È evidente la diminuzione di contratti stabili a favore di contratti a termine e dei voucher, per i quali si registra il primato italiano in termini di variazione percentuale di utilizzo tra il 2015 e il 2016 (+ 51,1%). Non sfugge la provincia di Salerno. “I voucher – aggiunge Arturo Sessa, segretario generale Cgil Salerno – vanno cancellati e uno dei tre quesiti referendari proposti dalla Cgil riguarda proprio questo. È un istituto nato male e va superato in fretta. Bisogna ripartire da zero e ridare dignità al lavoro. Oggi i voucher sono diventati il modo per aggirare le normative contrattuali e ridurre i salari. Nei prossimi giorni come Cgil di Salerno chiederemo all’Ispettorato del lavoro di avviare verifiche a campione sul territorio provinciale circa l’utilizzo dei voucher, per verificare eventuali anomalie e abusi nell’utilizzo di questo strumento nei diversi settori”.
“È inutile, il Jobs act non funziona, è un vero e proprio fallimento, una ricetta amara e sbagliata che dispensa meno diritti, meno tutele nel lavoro, piena discrezionalità alle imprese”, sottolinea Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil. “Il Jobs act ha prodotto un’esplosione incontrollata dei voucher che stanno sostituendo anche il lavoro vero, l'impennata dei licenziamenti disciplinari e, una volta finiti gli sgravi fiscali, il crollo delle assunzioni con contratti stabili”, sostiene Scacchetti. “È una ricetta che, come dimostra la realtà, non produce l'occupazione di qualità di cui avrebbe bisogno il nostro Paese per poter affrontare le sfide imposte dalla competizione globale”. “Di positivo c’è solo la ripresa dei contratti di apprendistato. Troppo poco per poter cambiare opinione”.
“A fronte di questi dati - conclude la segretaria confederale della Cgil - rilanciamo la nostra sfida con la Carta dei diritti universali del lavoro e con i tre quesiti referendari per abrogare i voucher, le norme che impediscono il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi, e la poca trasparenza in materia di appalti”.
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