giovedì 22 dicembre 2016

Stampa romana, il sindacato dei giornalisti, alza il velo su gravi situazioni di sfruttamento e caporalato nelle redazioni



controlacrisi
Nessun contratto, neppure i soliti co.co.co, e nessun contributo versato, ma decine di giornalisti impegnati ogni giorno nella realizzazione di due quotidiani, uno in provincia di Latina e l’altro in provincia di Roma. Quanto sta accadendo in tali territori, da oltre due anni, "sta assumendo i tratti di un vero e proprio sistema, che neppure un’ispezione dell’Inpgi è riuscito a scardinare, con il risultato che per decine di lavoratori sta diventando prassi una sorta di caporalato della carta stampata, senza alcuna forma di tutela né per l’attività che prestano attualmente né per il futuro. Una situazione inaccettabile per l’intera categoria in balia di editori senza scrupoli e senza alcun rispetto per i cittadini che comprano i quotidiani". 


A portare la situaizone all'attenzione dell'opinione pubblica è una nota di Stampa romana, il sindacato dei giornalisti aderente alla Fnsi.
Il sistema, secondo quanto scrive Asr, ha iniziato a prendere forma nell’agosto 2014, quando sono iniziate le pubblicazioni del Giornale di Latina, distribuito in abbinamento prima con il quotidiano Il Tempo e di recente con La Verità. Si tratta di un quotidiano presente nelle edicole di tutta la provincia di Latina e di alcuni centri romani, in cui lavorano decine di giornalisti senza alcun contratto, nonostante la maggior parte di loro svolga attività di redattore. "Sullo stesso quotidiano inoltre operano giornalisti che si occupano anche di raccolta pubblicitaria e non giornalisti, ovvero soggetti non iscritti all’albo professionale che quotidianamente curano interi settori del giornale e a volte scrivono anche editoriali. E tutto con il silenzio-assenso dei direttori responsabili", aggiunge nella nota Lazzaro Pappagallo, che è il portavoce di Asr.
Il Giornale di Latina, con una foliazione che oscilla tra le 48 e le 56 pagine, è formalmente edito dalla società Enea srl, che conta un solo dipendente, ma in pratica è gestito da un noto stampatore romano.
"La Enea, inoltre, sin dall’inizio ha siglato un contratto di service con una società di Latina, la Zero Servizi, che confeziona l’intero prodotto, senza appunto far firmare contratti ai giornalisti che ogni giorno lavorano alla realizzazione di quelle pagine.
Con lo stesso sistema, nel maggio 2015, sono iniziate anche le pubblicazioni del Giornale della provincia, distribuito in tutta la provincia di Roma, fino ad aprile 2016 realizzato dalla Zero Servizi e poi dalla Cinque Editore srl.
Un altro quotidiano in cui operano circa una ventina di giornalisti, alcuni impegnati tutti i giorni alla realizzazione di più pagine in cambio di 300 euro e anche meno".
Questi quotidiani coprono per diffusione la metà del Lazio e sono fuori da qualsiasi regola contrattuale e previdenziale.
La nostra denuncia è rivolta a tutte le istituzioni, compresi gli ispettori del lavoro, ed è anche rivolta ai cittadini. Devono sapere che questi "prodotti" si pongono in stridente contrasto con l'articolo 36 della Costituzione che sancisce il principio della retribuzione equa e dignitosa per il lavoro svolto

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