venerdì 30 dicembre 2016

Altri licenziamenti in vista. Una bomba sociale chiamata Alitalia

Il nuovo piano industriale Alitalia-Ethiad conterrebbe circa duemi­la esuberi. Ecco perché la parola  d'ordine a Palazzo Chigi è quella di riallaccia­re i rapporti con i sindacati mag­giori, uniche  possibili sponde di contenimento.

L'Espresso Susanna Turco
Una bomba sociale chiamata AlitaliaNon c'è solo la tegola della legge elettorale (di cui la consulta si occuperà il 24 gennaio), a pen­dere sopra il capo dell'appena in­ sediato governo Gentiloni: una bomba sociale  a orologeria sareb­be prossima a esplodere causando più di una fibrillazione. Ai piani alti di Alitalia-Ethiad, infatti, cir­colano con insistenza crescente le date  del 13 e 14 gennaio per pre­sentare il piano industriale che conterrebbe qualcosa come duemi­la esuberi.
Licenziamenti che arri­verebbero subito dopo la pronun­cia della Consulta sull'ammissibi­lità del referendum Cgil sul Jobs act (udienza l'11 gennaio); e anche subito dopo l'abolizione della cas­sa integrazione, approvata  in ex­tremis nell'ultima legge di stabilità di Renzi, in favore del nuovo siste­ma di sostegno alla disoccupazione (Naspi) ritenuto  da  molti meno vantaggioso per i lavoratori.
Ecco perché la parola  d'ordine a Palazzo Chigi è quella di riallaccia­re i rapporti con i sindacati mag­giori, uniche  possibili sponde di contenimento: nessuno  s'è scorda­to i giorni drammatici di dieci anni fa, quando la crisi irreversibile di Alitalia  rischiò di far cadere il go­verno Prodi.

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