F.Q.
E’ stato ucciso in una sparatoria a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, Anis Amri, il killer dell’attentato ai mercatini di Natale di Berlino. Dopo le prime indiscrezioni di alcune agenzie, la notizia è stata confermata dalla Germania e “senza ombra di dubbio” dal neoministro dell’Interno italiano Marco Minniti, nel corso di una conferenza stampa. L’identificazione della vittima è arrivata sia dai tratti somatici sia dalla comparazione delle impronte. L’uomo è stato fermato intorno alle 3 di questa notte nel comune alle porte di Milano da una pattuglia per un controllo dei documenti e ha reagito sparando.
Gli agenti hanno risposto ai colpi e lo hanno ucciso.La pattuglia della polizia è arrivata nella notte in piazza Primo maggio, di fronte alla stazione, dopo aver ricevuto una segnalazione. Una volta sul posto gli agenti hanno chiesto i documenti ad Amri che ha estratto una pistola calibro 22 dallo zaino e, urlando “Allah Akbar” ha sparato ferendo alla spalla uno dei due poliziotti. Questi hanno risposto al fuoco e hanno ucciso l’aggressore. L’uomo non aveva con sé i documenti. L’agente ferito è stato portato all’ospedale di Monza: le sue condizioni non sono gravi. L’agente ferito si chiama Cristian Movio, 36 anni. L’altro agente che ha reagito al fuoco, rimasto illeso, è Luca Scatà, 29 anni, originario di Canicattni, in provincia di Siracusa, in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni. Degli abitanti in zona hanno riferito di aver sentito degli spari, di essersi affacciati alla finestra e di aver visto l’uomo a terra mentre gli agenti cercavano di rianimarlo e un poliziotto che si teneva un braccio.
La dinamica è stata ricostruita da Minniti in conferenza stampa. “Questa notte alle tre del mattino a Sesto San Giovanni nel corso di normale attività di controllo del territorio una pattuglia della polizia di stato ha fermato una persona che si aggirava con fare sospetto. Nel momento in cui è stato fermato, l’uomo, senza esitare, ha immediatamente estratto una pistola e ha sparato nei confronti dell’agente di polizia che gli ha chiesto i documenti”, ha affermato il ministro. “Immediatamente la pattuglia ha reagito. La persona che ha aggredito la nostra pattuglia è stata uccisa”.
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La vicenda “può portare a sviluppi futuri”, ha affermato Minniti in conferenza stampa, spiegando che l’indagine è stata presa in carico dalla magistratura milanese. Come è emerso nei giorni scorsi, Amri ha trascorso cinque anni in Italia, dopo essere sbarcato a Lampedusa nel 2011 presentandosi come un minore non accompagnato, di cui quattro in carcere tra Catania e Palermo. Era stato condannato per disordini nel centro di accoglienza dove era ospitato. In Italia c’è “un livello elevato di controllo del territorio”, ha continuato il ministro dell’Interno, e ciò “ha consentito nell’imminenza dell’ingresso nel nostro Paese di una persona in fuga in tutta Europa di identificarlo e neutralizzarlo. Vuol dire che c’è un sistema che è capace di funzionare”.
“Siamo molto grati alle autorità italiane per la stretta collaborazione”, ha detto il portavoce del ministro degli Esteri tedesco nella conferenza stampa di governo a Berlino.
Per l’uccisione di Anis Amri sono stati aperti due fascicoli di indagine. Uno dalla Procura di Monza e relativo alla sparatoria di questa notte e un altro dalla Procura di Milano per il 270 bis, terrorismo internazionale. E’ quanto si apprende da fonti investigative. L’inchiesta è a carico di ignoti e si cercano eventuali complici.
CRONACA ORA PER ORA
12.27 – Amri identificato dalle impronte digitali
Anis Amri è stato identificato dalla polizia scientifica attraverso le analisi sulle sue impronte digitali. E’ quanto si apprende da fonti investigative. Il corpo del terrorista, ucciso da un poliziotto a Sesto San Giovanni, si trova all’istituto di medicina legale di Milano. Presto sarà disposta l’autopsia.
12.21 – Farage chiede la fine dell’area Schengen
Alla luce della notizia dell’uccisione di Amri, l’ex leader dell’Ukip Nigel Farage chiede la fine dell’area Schengen, il sistema di libera circolazione in Europa. “Se l’uomo ucciso a Milano è il killer di Berlino, allora è dimostrato che l’area Schengen è un rischio per la sicurezza pubblica. Deve essere chiusa”, scrive su Twitter l’europarlamentare britannico.
12.15 – Land Berlino: “Ricerca complici continua”
Il governo della città-Land di Berlino ha avvertito che, dopo la notizia della morte in Italia del sospetto autore dell’attacco dal mercatino di Natale, prosegue la ricerca di possibili complici. Che il principale sospettato sia morto a Milano “non significa che si sospende la ricerca di possibili complici” e che “si consideri il caso totalmente chiarito”, ha detto il titolare dell’Interno di Berlino, Andreas Geisel, sottolineando che la morte di Amri non è ancora stata confermata ufficialmente da parte tedesca e che per questo bisogna “avere pazienza”.
12.09 – Gentiloni: “Minacce non vanno sottovalutate, ma Stato c’è”
“La nostra attenzione resta massima, le minacce non vanno sottovalutate, ma quanto è avvenuto stanotte credo che consenta a tutti i nostri concittadini di sapere ch
e lo Stato c’è e che l’Italia c’è”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nelle sue dichiarazioni a palazzo Chigi dopo l’uccisione di Anis Amri.
12.06 – Salvini: “Stop a qualsiasi tipo di immigrazione”
“Bisogna votare nel 2017, con primo punto del programma lo stop all’ingresso di qualsiasi tipo di immigrazione, fatti salvi donne e bambini” che scappano dalle guerre. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, commentando a Radio Padania l’uccisione del killer di Berlino a Sesto San Giovanni. Secondo Salvini, “in Italia non deve più entrare uno spillo, dal 2017 su la cerniera”.
11.43 – Ministro dell’Interno tedesco “Sollievo”
“Sollievo” è stato espresso dal portavoce del ministero dell’Interno tedesco dopo la notizia della morte del sospetto attentatore di Berlino, Anis Amri, ucciso a Milano.
11.37 – la famiglia di Amri: “Siamo sconvolti”
“Siano sconvolti e tutta la famiglia sta male. No comment”. Queste le prime parole pronunciate, dopo la notizia dell’uccisione di Anis Amri a Milano, di uno dei fratelli del tunisino, che ha parlato al telefono con un giornalista della Deutsche Welle.
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