Ma non si tratta di questo, nonostante nel Paese si sia aperto da tempo un ampio dibattito sulla necessità di regolamentare la produzione e la vendita di cannabis a scopo ricreativo per contrastare la criminalità organizzata che gestisce il traffico illegale. Si tratta invece di infiorescenze di canapa che hanno un contenuto di Thc inferiore allo 0,1%: non ha effetti psicoattivi (non causa il tipico “sballo” associato alla pianta) ed è completamente legale.
Il prodotto distribuito con il marchio “CPure” è una genetica di canapa di nome Fedora, contiene concentrazioni di Cbd del 7,2% e di Thc dello 0,04%. Quindi si tratta di una genetica di canapa industriale che fa parte della varietà di Cannabis Sativa registrate a livello europeo che può essere coltivata legalmente anche in Italia. E infatti anche nel nostro Paese, nelle fiere e nei negozi dedicati, si possono tranquillamente trovare pacchetti di infiorescenze di canapa di diverso peso che vengono vendute al dettaglio per farne tisane e decotti. Sono le stesse infiorescenze utilizzate da diverse aziende per estrarre oli essenziali e produrre cosmetici a base di canapa. Ed anche in Italia l’azienda Two Leaves ha lanciato l’anno scorso una linea di prodotti chiamati “Sativage”, proponendo tra gli altri un barattolino del peso di 10 grammi e che contiene i fiori tritati di un’altra varietà di canapa industriale, con THC inferiore allo 0,07% ed altri cannabinoidi come Cbd e Cbg.
Intanto in Svizzera la notizia ha già attirato l’attenzione della polizia di Zurigo ed il timore è quello di non potere riconoscere chi sia in possesso di questa varietà non psicoattiva da chi è invece sorpreso a fumare marijuana vera e propria. A causa dell’odore molto simile alla “cugina” illegale, è stato deciso che la cannabis verrà comunque sequestrata e analizzata e poi, se si rivelerà di tipologia legale, restituita al proprietario senza alcuna multa. Da noi invece il problema a monte: oltre alla mancata classificazione come prodotto erboristico, nel nostro Paese non è attualmente previsto un limite per la percentuale di THC che possa essere contenuta negli alimenti, visto che come tali da noi vengono solitamente vendute le infiorescenze. La legge quadro che regola il settore e che è stata approvata in Senato a fine novembre, demanda la questione al ministero della Salute che avrà 6 mesi di tempo per legiferare sulla questione. La stessa legge ha inoltre stabilito che per le coltivazioni italiane di canapa industriale, il limite di Thc contenuto nelle infiorescenze può variare dallo 0,2 allo 0,6%, senza comportare alcun problema per l’agricoltore.
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