Nel regime della libera concorrenza c'è sempre qualcuno più libero degli altri, affermava Eduardo Galeano alcuni decenni orsono.
... Si osanna il “libero mercato” ed in realtà si afferma la “libertà di morire di fame”...
DOMENICO TAMBASCO
L'universale validità di questo principio è confermata, nell'oggi, considerando quella parte del sistema bancario italiano di fatto fallito e tuttavia beneficiario, in queste ore, del maxi-regalo di 20 miliardi di euro a spese dei cittadini e contribuenti italiani approvato in un lampo, a maggioranza assoluta dei propri componenti, sia dalla Camera dei Deputati sia dal Senato.
La notizia, che in un sistema democraticamente sano avrebbe scatenato la rabbia e l'indignazione generale portando all'immediata rimozione dei responsabili di una tale meschina operazione, è stata invece “impacchettata” dalla più autorevole stampa politico-economica in una raffica di giustificazioni “tecniche” che, tra un “one-off” e un “burden sharing”, passando per una “ricapitalizzazione precauzionale” che tuttavia non toccherebbe “l'aggiustamento strutturale”, pare ispirata alla “supercazzola” del Conte Mascetti.
Sgombrate le cortine fumogene del linguaggio iniziatico, tuttavia, ci si parano dinanzi i tentacoli dell'ideologia neoliberista dominante in tutta la sua arrogante pienezza.
Sovrano è colui che decide sullo stato di eccezione, diceva Carl Schmitt: ed è proprio all'egemonia di questo onnivoro pensiero unico che si deve la concretizzazione del principio costituzionale definito dall'articolo 81, che nella sua nuova formulazione consente il ricorso all'indebitamento pubblico unicamente“al verificarsi di eventi eccezionali”. Volontà che si è espressa, come abbiamo visto, in una supina esecuzione politica ad opera della maggioranza assoluta del Parlamento: non la lotta alle drammatiche ed ormai ineludibili diseguaglianze sociali denunciate per ogni dove ma, al contrario, la frettolosa chiusura delle falle monetarie create a ciclo continuo dal sistema finanzcapitalistico.
Si negano a priori risorse per sviluppare sistemi di reddito minimo di base strumentali a garantire appieno il diritto naturale di ogni essere umano alle risorse necessarie alla sua sussistenza, per drenarle verso i vertici di una scricchiolante piramide sempre piu' arroccata nella sua arrogante ed opulenta solitudine.
Si invoca la “tutela del risparmio” ed in realtà si pretende l'intervento della collettività - attraverso futuri e prevedibili nuovi tagli alla spesa sociale - per coprire spericolate operazioni finanziarie che con il risparmio nulla o poco hanno a che vedere.
Si osanna il “libero mercato” ed in realtà si afferma la “libertà di morire di fame”.
Tutti sono liberi, ma qualcuno è più libero degli altri.
Se questa non è ideologia.
Domenico Tambasco
(27 dicembre 2016)
Nessun commento:
Posta un commento