Obiettivamente, credo che dovremmo considerare già un ottimo risultato il fatto che oltre 300 parlamentari abbiano sottoscritto una proposta di legge per legalizzare la cannabis, cosa impensabile fino a due anni fa, che le associazioni dei consumatori siano state convocate per le audizioni in Commissione Giustizia dimostrando di essere soggetti politici ed espressione sociale e soprattutto che per la prima volta si arrivi al dibattito in aula da una posizione propositiva e non oppressiva.
Ma c’è il reale rischio che anche questa lunga marcia si riveli una pura illusione a due passi dal traguardo, come quest’anno è già accaduto con il pronunciamento della Consulta a favore della legge vigente e dell’infruttuosa Sessione dell’ONU dove nulla è cambiato se non in peggio, continuando a mantenere la confusione globale sulla cannabis e sui suoi consumatori.
Per questo vorremmo invitare i parlamentari che credono ancora nei diritti civili e nel valore umano dell’autodeterminazione e del libero arbitrio (ma che ancora non riescono a comprendere la necessità di una regolamentazione per liberare 5milioni di italiani dal rischio di sanzioni amministrative o penali pur non avendo commesso alcun crimine nei confronti della sicurezza e della salute pubblica), a rileggere le dichiarazioni fatte negli ultimi giorni dal prof. Veronesi che in quanto ex ministro della Salute dovrebbe parlare con cognizione di causa: http://www.dolcevitaonline.it/umberto-veronesi-una-canna-molto-meglio-di-una-sigaretta/, del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti che evidenzia di come le risorse di pubblica sicurezza siano male impiegate in una inutile caccia ad una CRIMINALITA’ INESISTENTE quando esistono emergenze ben più gravi: http://www.lifegate.it/persone/news/cannabis-isis-legalizzazione, o di Roberto Saviano che di contraddizioni della politica e di sistemi criminali se ne intende: http://espresso.repubblica.it/opinioni/l-antitaliano/2016/07/06/news/cannabis-legale-il-momento-e-arrivato-1.276358?ref=HRBZ-1
E se, nonostante queste autorevoli prese di posizione, dovessero rimanere delle perplessità, vorremmo solo che ci si ponesse un quesito: se nella nostra legislazione il consumo di cannabis è tollerato, ma il consumatore non può provvedere ad un auto-approvvigionamento dovendo ricorrere al mercato illegale, non è forse questo stato di cose a generare una illogica istigazione a delinquere?
Giancarlo Cecconi – ASCIA