giovedì 21 luglio 2016

La protesta No Tav è un festival: nasce la “Woodstock della Valsusa”


Nei prossimi giorni la Valsusa sarà invasa da migliaia di giovani provenienti dall’Italia e da mezza Europa.
Torino - Paola Italiano - La Stampa 
Sarebbe «solo» un festival di musica, se tutti gli artisti - tanti - non venissero a costo zero perché hanno sposato una causa; se a organizzarlo non ci fossero almeno 250 volontari; e se moltissimi di
questi volontari non fossero abitanti della valle che ospita l’evento, commercianti, casalinghe, artigiani, contadini. Sarebbe «solo» l’ennesimo festival estivo se il palco da cui risuonerà la musica non si trovasse a Venaus, tra i monti dove il Piemonte è quasi Francia, sotto i piloni dell’autostrada su cui campeggia la scritta No Tav e nel luogo esatto del vecchio cantiere per la costruzione della Torino-Lione, poi abbandonato per quello di Chiomonte, santuario di quella che per il movimento è una delle vittorie più importanti di 25 anni di lotta.


«ALTA FELICITA’»
Sono tre giorni di musica, performance, dibattiti, reading, passeggiate nella natura, mercatini a chilometro zero, da domani a domenica. Partecipano gruppi e cantanti da sempre vicini al movimento, ma anche nuove adesioni. Subsonica, Eugenio Finardi, 99 Posse, Statuto, Ensi. Nomi di giovani artisti come i rapper Rocco Hunt e Clementino. Anche nomi che non ti aspetti, insoliti nel contesto, come quello di Nino Frassica. E special guest come gli attori Elio Germano e Franco Neri, Luca Mercalli, gli scrittori Wu Ming 1 e 2. E poi ci sono i prati nella spianata di Venaus attorno ai quali, nel dicembre 2005, in pieno inverno, si registrarono i primi scontri con le forze dell’ordine e che in questo fine settimana, sotto il sole di luglio di una verde estate, si riempiranno delle tende dei campeggiatori, e sono già più di un migliaio quelli che hanno fatto la prenotazione informale. È la Woodstock della Valsusa, che contrappone al «treno supersonico», come lo chiama il cantautore Antonio Pascuzzo, che ne ha ispirato il titolo, l’alta felicità: spirito comunitario contro concorrenza spietata, condivisione invece di profitto, lentezza da opporre alla fretta. Cercare il futuro nel passato, sentire parlare i contadini dei loro prodotti e non domandare genuinità a un’etichetta.

SOGNO, UTOPIA?
Gli organizzatori credono che nell’esperienza dei 25 anni di lotta e di presidi del popolo No Tav ci sia la prova che quello che sognano e propongono sia un mondo possibile. Venaus sarà chiusa al traffico (ma la statale sarà percorribile per proseguire oltre il paese, con i volontari impegnati anche a rallentare il traffico nella zona del Festival), le macchine resteranno lontane, a Susa, ci saranno delle navette a portare a Venaus i partecipanti, dove per navetta si parla di furgoncini, ma anche di qualunque altro mezzo messo a disposizione dai volontari. E al treno che sfreccia saranno contrapposte le camminate a bassa velocità, come hanno detto Elio e le Storie Tese nel video promozionale con cui hanno voluto contribuire al Festival: anche guide e guardaparco si sono messi a disposizione per portare i visitatori sui sentieri, come il Sentiero dei Gufi, passeggiata notturna tra faggi e betulle. E come «le visite guidate al mostro», 5 chilometri fino al cantiere di Chiomonte, per raccontare e spiegare le ragioni del movimento. 

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