19 luglio 2016 - La maggioranza di centro sinistra della Regione Lazio spinge sull’acceleratore e sembra voglia approvare entro i primi di agosto la riforma Ater.
La legge di riordino, se così accettata, darà all’azienda regionale
carattere di ente economico svuotandola di ogni funzione sociale. Di
fatto nulla delle proposte del sindacato è stato recepito dall’assessore
Refrigeri che, a testa bassa e respingendo ogni pratica democratica,
preme sul testo presentato un anno fa. In estate e nel silenzio si cerca
di far passare una legge che distruggerà un bene comune, come quello delle case popolari, fondamentale per tutta la collettività.
L’unione Inquilini ha da tempo espresso la contrarietà a tutto l’impianto di legge che tende ad accorpare gli Ater e ad addossare gran parte dei costi agli inquilini. Con la riforma preannunciata aumenteranno gli affitti, cosa insostenibile per gran parte degli inquilini a canone sociale. Questa ipotesi andrà inoltre a distruggere gli specifici territoriali e il rapporti con le problematiche delle persone riducendo l’ente a una macchina burocratica. Deo Peppicelli U.I. Spinaceto: “Da anni chiediamo di decentralizzare gli uffici Ater in sei presidi sul territorio di Roma. Si riuscirebbe così a snellire la burocrazia dell’ente che già allo stato attuale non riesce a dare risposte in tempi brevi ai cittadini” Renato Rizzo U.I. Primavalle: “Non sarà attraverso la strada dell’accorpamento che si riuscirà ad avere l’abbassamento dei costi di gestione che invece derivano dal meccanismo degli appalti e subappalti, nei tempi lunghi delle regolarizzazioni degli inquilini, nell’incapacità di vendere parte del patrimonio commerciali.”
L’unione Inquilini ha da tempo espresso la contrarietà a tutto l’impianto di legge che tende ad accorpare gli Ater e ad addossare gran parte dei costi agli inquilini. Con la riforma preannunciata aumenteranno gli affitti, cosa insostenibile per gran parte degli inquilini a canone sociale. Questa ipotesi andrà inoltre a distruggere gli specifici territoriali e il rapporti con le problematiche delle persone riducendo l’ente a una macchina burocratica. Deo Peppicelli U.I. Spinaceto: “Da anni chiediamo di decentralizzare gli uffici Ater in sei presidi sul territorio di Roma. Si riuscirebbe così a snellire la burocrazia dell’ente che già allo stato attuale non riesce a dare risposte in tempi brevi ai cittadini” Renato Rizzo U.I. Primavalle: “Non sarà attraverso la strada dell’accorpamento che si riuscirà ad avere l’abbassamento dei costi di gestione che invece derivano dal meccanismo degli appalti e subappalti, nei tempi lunghi delle regolarizzazioni degli inquilini, nell’incapacità di vendere parte del patrimonio commerciali.”
Sottodimensionato inoltre tutto l’aspetto delle nuove costruzioni e del recupero degli stabili pubblici abbandonati. Rudy Colongo U.I. Roma Est : “Le proposte precedentemente avanzate non trovano riscontro. Il recupero del patrimonio dei palazzi fatiscenti o degli androni abbandonati ater in disuso, ancora una volta, non trovano la giusta valorizzazione. Senza parlare degli inquilini che da anni sono nel limbo a causa della burocrazia e che richiedono una regolarizzazione.”
A rischio anche la democrazia dell’ente con l’elezione del presidente sottratta al consiglio regionale. Questa legge rappresenterà il colpo finale per gli Ater già messi a dura prova da anni di abbandono e malfunzionamento e avrà un ruolo fondamentale nella distruzione, già in atto da tempo, del patrimonio pubblico abitativo.
Unione Inquilini Roma
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