mercoledì 20 luglio 2016

Classe dirigente. Asti, saccheggiavano l'ospedale per rifornire gli studi privati: in manette 4 medici e un'infermiera.

Asti, saccheggiavano l'ospedale per rifornire gli studi privati: in manette 4 medici e un'infermieraBlitz dei carabinieri del Nas al "Cardinal Massaja" dove da tempo sparivano farmaci, ferri chirurgici, attrezzature varie: accuse di truffa, peculato, furto aggravato. L'assessore Saitta: "Indignato e sconcertato".

(I signori medici hanno studiato molto probabilmente in un'Università pubblica statale, i loro studi superiori sono stati pagati anche con il contributo delle tasse pagate da chi a 14 anni doveva lavorare. Sarebbe bene ricordarlo, anche nella futura sentenza- ndr R@P)

repubblica.it
Strumenti chirurgici e medicinali a esclusivo uso ospedaliero utilizzati nei propri studi privati. Quattro medici del reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Asti - tre dipendenti e una guardia medica - e una infermiera sono stati arrestati dai carabinieri del Nas, e ora si trovano ai domiciliari. Peculato, furto aggravato e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale i reati ipotizzati, a vario titolo, nei loro confronti.


Gli arresti sono l'esito di una indagine, iniziata lo scorso novembre dalla denuncia della caposala del reparto e ribattezzata 'ferri che scottano'. Tra le accuse nei confronti dei sanitari anche l'utilizzo illecito per fini privati di ambulatori e indebita riscossione di denaro. "La misura coercitiva emessa per i cinque - ha spiegato il maggiore Biagio Carillo, comandante del Nas di Alessandria - è stata richiesta dal sostituto procuratore Donatella Masia, e avvallata dal gip, per porre fine alle continue sottrazioni di materiale e farmaci che, altrimenti, sarebbero continuate". "Il danno potrebbe aggirarsi sui 15 mila euro, ma la cifra è ancora in via di quantificazione", ha spiegato il maggiore Carillo.
Le continue sottrazioni dall'ospedale del materiale sanitario e dei farmaci sarebbe stata confermata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate dai carabinieri su autorizzazione della Procura di Asti in tre ambulatori ospedalieri e nel corridoio di pertinenza. Altre verifiche, con esito positivo, sarebbero state effettuate negli studi privati dei sanitari coinvolti nell'inchiesta. La posizione di altre tre persone - un medico, un'infermiera e un'addetta alle pulizie - è ora al vaglio degli inquirenti, che proseguono l'indagine per accertare il loro eventuale coinvolgimento.

"Poche mele marce, se tolte dal cesto per tempo, non sono in grado di contagiare le altre. E questo lo voglio dire anche e soprattutto ai cittadini perché continuino ad avere fiducia nell'ospedale e nel personale del Cardinal Massaia e di tutto il territorio dell'Asl di Asti", afferma il direttore dell'Asl di Asti, Ida Grosso. "Personalmente - aggiunge - sono indignata e offesa per tutti gli operatori che quotidianamente operano con onestà, trasparenza e risultati importanti per la salute del cittadino. Dopo aver accertato la sparizione di strumentazione e materiale vario - prosegue - l'Asl di Asti ha provveduto a informare l'autorità competente, che ringrazio per la massima e sollecita collaborazione".

"Ho appreso questa mattina delle indagini che coinvolgerebbero alcuni medici e infermieri dell’ Ospedale Asti - è il commento dell'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta - Sono indignato e sconcertato nell'apprendere che operatori sanitari possano commettere gravi reati (truffa e peculato) e approfittarsi della sanità pubblica. Appropriarsi di beni dell’ospedale a fini privati vuol dire recare un danno ai pazienti, alle casse della Regione, e a tutti i medici, infermieri ed operatori che nelle nostre strutture sanitarie lavorano non solo in modo corretto e trasparente, ma con dedizione, passione e sacrificio. Attendo naturalmente lo sviluppo delle indagini, ma voglio ringraziare la direttrice dell'Asl di Asti Ida Grossi e i suoi collaboratori che hanno denunciato alle forze dell'ordine gravi ammanchi e hanno consentito di avviare le indagini e il chiarimento. Nella sanità pubblica ci deve essere posto solo per pulizia e trasparenza, non per gli approfittatori che non distinguono tra il pubblico e il privato".

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