La Germania e la Francia chiedono a Italia e Grecia di rispettare la normativa sull'asilo, trattenendo sostanzialmente i profughi che a migliaia stanno sbarcando senza sosta sulle coste mediterranee.
Proprio per evitare quella che molti prospettano come un'invasione, Angela Merkel e François Hollande chiedono con forza a Matteo Renzi e ad Alexis Tsipras di approntare centri di registrazione direttamente nei luoghi di approdo dei profughi, e cioè in Sicilia e nelle isole greche più interessate al flusso dei richiedenti asilo come Kos e Lesbo. "Devono essere aperti, senza ritardi entro il 2015", sottolineano la cancelliera e il presidente francese dopo un incontro urgente per affrontare la più forte crisi migratoria dal 1945. "Ci sono stati momenti in cui ci siamo trovati in situazioni straordinarie e questa è una situazione straordinaria", chiarisce il capo dell'Eliseo mentre esorta con la sua omologa tedesca una "risposta unica" dall'Europa.
La richiesta dei centri di registrazione sembra banale, ma non lo è. Già la normativa europea, e cioè gli accordi di Dublino, stabilisce che un richiedente asilo deve presentare domanda per lo status di rifugiato nel primo paese europeo dove mette piede. Il sistema però è saltato poiché la maggioranza dei profughi non vuole fermarsi né in Italia né in Grecia ma, come dimostra il corridoio balcanico aperto in queste settimane, nutre il desiderio di arrivare in Germania, Francia, Olanda e Svezia dove molto spesso coloro che fuggono dalle guerre possono contare su una rete etnica e famigliare molto solida.
Non è un caso che il nuovo flusso di profughi, che arrivano direttamente dal Medio Oriente e cioè dalla Siria, dall'Iraq e dal lontano Afghanistan, passino dalla Turchia alla Grecia per poi viaggiare in condizioni disumane attraverso la Macedonia e la Serbia, con l'intenzione di passare l'Ungheria e finalmente approdare nei paesi dell'Europa settentrionale.
Poiché la Germania ha calcolato che nel 2015 riceverà 800mila richieste di asilo, un altro numero record, Merkel ricorda ad Atene e a Roma che la precisa responsabilità è quella di registrare i profughi, e cioè di trattenerli: un rifugiato riconosciuto in un paese, infatti, poi non può attraversare la frontiera poiché rischia di essere riportato indietro.
Merkel e Hollande chiedono dunque all'Unione europea una "nuova agenda" per affrontare il flusso eccezionale di richiedenti asilo, dopo il fallimento dell'agenda proposta da Jean Claude Juncker sull'immigrazione: nel documento del presidente della Commissione europea sono previste le quote di rifugiati che ciascun paese europeo dovrebbe prendere in carico, una decisione annacquata dai niet di molti governi, e, appunto, la costruzione di centri di registrazione sulle coste e nei luoghi di frontiera. Ora i due leader di Francia e Germania dicono di voler stilare "un documento comune" per spingere gli altri governi europei a "prendere nuove misure" perché la misura sembra ormai colma.
In allerta sono, infatti, tutti i governi interessati dal flusso dei richiedenti asilo. Il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha voluto recarsi alla frontiera greco-macedone dove in questi giorni migliaia di profughi tentano di passare, respinti a tratti dalla polizia macedone che utilizza lacrimogeni e granate assordanti contro famiglie con anziani e bambini. "Un disastro umanitario", riassume Kurz, ben sapendo che quei migranti busseranno presto anche alle porte dell'Austria. "Dobbiamo affrontare urgentemente la situazione nei balcani occidentali".
E sono sempre la Francia e la Germania a chiedere un summit straordinario europeo per trovare una soluzione al dramma dei profughi, una soluzione che però sembra molto lontana per ragioni politiche e per le divisioni sempre esistite in Europa sul tema del diritto d'asilo. Ecco perché la prima misura, per i paesi considerati più allettanti dai richiedenti asilo, deve essere quella di trattenere l'onda dei disperati nel primo paese di arrivo, e cioè Italia o Grecia: "Germania e Francia si aspettano" che le "tutte le condizioni vengano rispettate: registrazione, standard minimi per i centri di accoglienza e standard minimi per gli approvvigionamenti sanitari. Chiediamo alla Commissione europea di agire in modo che laddove questi non vengano rispettati questo finalmente accada".
Il timore di Berlino, oltre al piano emergenziale per accogliere quasi un milione di persone in un anno, è anche quello di lasciare un intollerabile spazio alla destra anti-migranti. Merkel condanna duramente le violenze e le aggressioni avvenute in Sassonia lo scorso fine settimana: "Sono del tutto inaccettabili". Ma la Germania non è l'unico paese dove i movimenti xenofobi possono crescere a causa dell'arrivo di centinaia di migliaia di persone.
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