giovedì 20 agosto 2015

Il battaglione delle donne yazide "Sun Girls" contro l'Isis: "Ci hanno stuprate, li uccideremo". La comandante è una ex cantante.

Era una famosa cantante yazida, conosciuta e amata in Iraq per la sua musica folk. Ora Xate Shingali guida un battaglione tutto al femminile che vuole vendicare le atroci sofferenze patite dalla popolazione yazida, vittima delle incursioni dell'Isis.

CURDEIl plotone della "Sun Girls" è composto anche dalle donne che sono state sottoposte a crudeli sevizie sessuali o sono state obbligate a sposare un guerrigliero dello Stato islamico. Sopravvissute alle torture e all'orrore, ora giurano di voler ricambiare il dolore. "Ci hanno stuprate, li uccideremo", dicono le appartenenti alla milizia speciale nata il 2 luglio e che già comprende 123 donne soldato dai 17 ai 30 anni.
L'idea di formare una unità di donne yazide è venuta proprio a Xate Shingali, che per concretizzare il progetto ha avuto il via libera dal presidente curdo. Per ora, dice l'artista trentenne, l'addestramento è basico e le "Sun Girls" avrebbero bisogno di tempo per imparare i segreti del mestiere, ma "siamo pronte a combattere in qualunque momento" - giurano al Daily Mail che riporta la notizia.
Le yazide sono anche favorevoli a combattere accanto alle donne peshmerga che già da tempo sparano contro i guerriglieri dell'Isis, come le appartenenti alla unità speciale femminile curda Ypg - impegnata anche nella liberazione e nella difesa di Kobane, la città siriana ai confini con la Turchia strappata all'Isis lo scorso inverno.

Il trattamento disumano riservato alle donne yazide rapite dall'Isis è emerso nei mesi scorsi grazie anche alla testimonianza di una delle vittime, rinchiusa in un bordello riservato ai miliziani dello Stato islamico, la quale era riuscita a raggiungere telefonicamente un guerriero curdo per chiedere di bombardare il luogo dove si trovava per porre fine alle sue sofferenze e uccidere i clienti: "Sono stata violentata già 30 volte e non è nemmeno l'ora di pranzo", sono state le parole riportate dagli attivisti curdi per lanciare un allarme alla comunità internazionale. Molte delle schiavi sessuali yazide finite nelle mani dell'Isis sono state rapite durante il saccheggio e lo sterminio dell'agosto 2014 nella regione Sinjar, nel nord dell'Iraq.

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