Le relazioni tra persone hanno spesso natura gerarchica, nel senso che c’è chi sta più in alto e chi sta più in basso. Ci sono quelli più ricchi e quelli più poveri, quelli con la casa grande e quelli con la casa piccola, quelli più potenti e quelli meno potenti, quelli più istruiti e quelli meno istruiti, quelli più stimati e famosi e quelli che lo sono meno (o per niente), quelli con lavori migliori e quelli con lavori peggiori (o senza lavoro), e così via.
micromega LORENZO DEL SAVIO e MATTEO MAMELI
...Molti dei cambiamenti a cui la nostra società sta andando incontro – come l’impoverimento della classe media, la precarizzazione del lavoro, la concentrazione sempre maggiore di ricchezza e potere nelle mani di pochi – tendono ad amplificare gli effetti nocivi delle gerarchie, della dominazione e della mancanza di libertà dovuta al potere.L’epidemiologia sociale studia la connessione tra grado socio-economico e livello di salute delle persone. Da anni di ricerche è emerso che a condizioni socio-economiche migliori corrisponde generalmente una vita più lunga e una minore frequenza di malattie come infarto, ictus, e diabete. Queste scoperte possono servire a migliorare gli interventi pubblici a favore della salute, e a decidere come usare le risorse disponibili, ma ci dicono anche cose importanti sulla natura degli esseri umani e delle società umane.
Alcuni dei meccanismi che legano grado socio-economico e rischi per la salute sono abbastanza ovvi. Le persone con problemi di salute talvolta si trovano costrette a non lavorare, o a svolgere lavori con redditi bassi. Inoltre, le persone di basso livello socio-economico vivono spesso in ambienti meno salutari e generalmente hanno accesso, anche per mancanza di informazioni, a servizi sanitari di qualità inferiore. In certi casi, anche per carenza di opportunità e alternative, queste persone conducono vite che le espongono a maggiori rischi, sia nel lavoro che nel tempo libero.
Secondo i dati, i danni per la salute aumentano gradualmente man mano che dalle professioni migliori e dai redditi più alti si scende a professioni peggiori e redditi più bassi. Esiste ciò che in gergo viene chiamato un gradiente della salute che va di pari passo col gradiente socio-economico. Non si tratta dunque di disuguaglianze dovute alla privazioni di cui soffrono solo quelli che stanno al di sotto della soglia di povertà, ma piuttosto di un fenomeno che coinvolge tutti, anche gli appartenenti alla classe media, e anche i ricchi e i super-ricchi.
Secondo l’ipotesi elaborata dallo scienziato britannico Michael Marmot, un elemento importante per spiegare questo gradiente è la stessa natura gerarchica e diseguale delle nostre società. Le persone di grado socio-economico più elevato hanno maggior controllo di quel che succede nella loro vita, di cosa fare e cosa non fare, sono meno sottoposte alla dominazione e all’arbitrio di altri (soprattutto in campo lavorativo), e hanno un maggiore livello di sicurezza e autostima.
Ma dove sta la connessione con la salute? È semplice. Più una persona sta in basso nel gradiente socio-economico più sono elevati i suoi livelli di stress. Nel lungo termine, a maggiori livelli di stress corrisponde un maggiore rischio di malattie, di invalidità e di morte.
Questa connessione è confermata anche da studi fatti su quei primati non-umani che hanno strutture gerarchiche di dominazione. Per esempio si è scoperto che i babbuini di rango inferiore soffrono di stress cronico e hanno di conseguenza un livello di salute peggiore rispetto ai babbuini che stanno al vertice della piramide sociale, quelli che hanno il controllo privilegiato delle risorse importanti (come cibo e sesso) e che dominano sugli altri.
Nella nostra specie, le persone di grado socio-economico più alto sono generalmente più libere e hanno più potere sulla propria vita e sulla vita degli altri rispetto a quelle di grado socio-economico più basso. Più uno sta in basso, maggiore è il rischio di subire piccole umiliazioni e frustrazioni quotidiane, e di trovarsi alla mercé delle decisioni di altri, con conseguente danni all’autostima e l’emergere di sentimenti di inferiorità, e dunque di stress cronico.
Questo vuol dire che più uno sta in basso, più è probabile che la sua salute venga lentamente e letteralmente logorata da livelli di stress sempre più elevati. Pur non essendo un epidemiologo sociale, Andreotti ci aveva visto giusto: il potere logora chi non ce l’ha. E logora di più chi ne ha di meno.
Molti dei cambiamenti a cui la nostra società sta andando incontro – come l’impoverimento della classe media, la precarizzazione del lavoro, la concentrazione sempre maggiore di ricchezza e potere nelle mani di pochi – tendono ad amplificare gli effetti nocivi delle gerarchie, della dominazione e della mancanza di libertà dovuta al potere.
Lorenzo Del Savio e Matteo Mameli
(31 marzo 2015)
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