venerdì 24 aprile 2015

Classe Operaia. Call center, nove euro al giorno e senza alcun diritto. E' l'ultima frontiera della schiavitù scoperta della Cgil a Taranto.


controlacrisi.org fabrizio salvatori
La denuncia arriva da Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto. Il sindacato ha scoperto un call center che operava nel pieno centro di Taranto sfruttando donne senza offrire nessuna garanzia contrattuale e senza il minimo rispetto del diritto dei lavoratori. La struttura si occupava della vendita di prodotti tessili per un'azienda che si trova nel brindisino.
"Pochi giorni fa - aggiunge Lumino - abbiamo commentato positivamente la prima piccola vittoria con la decisione del titolare di un altro call center che ha scelto di risarcire le due dipendenti, ma non abbiamo abbassato la guardia e continuiamo a dare la caccia a tutti coloro che pensano di poter approfittare della crisi per sfruttare senza alcuna vergogna i lavoratori".
Quest'ultima vicenda, per il sindacalista tarantino, "è la dimostrazione di come le politiche sul lavoro messe in atto dal Governo siano lontane e contribuiscano a solcare ancora di più la distanza tra il mondo reale e quello di chi si arroga la presunzione di risolvere, con queste nuove regole sul mondo del lavoro, il problema dell'occupazione. Oltre alle contestabilissime norme sui licenziamenti facili, sul demansionamento e controllo a distanza, anche la nuova norma sulla creazione di un'agenzia unica sui controlli ispettivi - continua Lumino - non farà altro che indebolire il contrasto al precariato e al lavoro nero che, come questa appena scoperta dalla Slc Cgil sono sempre più presenti e diffuse sul territorio tarantino dove la gente è costretta ad accettare qualsiasi condizione pur di avere qualcosa da portare a casa. E la responsabilità di tutto questo - ha concluso il segretario della Slc Cgil di Taranto - è da addossare a sfruttatori senza e scrupoli e a chi, anziché mettere argini a questi fenomeni, non fa altro che amplificarli".

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