venerdì 19 dicembre 2014

Mafia capitale: Buzzi, De Carlo e altri 9 restano in carcere, Mancini libero. Sequestrati 100 mln a Guarnera.

MAFIA CAPITALEConferma della custodia in carcere, con l'aggravante mafiosa, per Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo e altri nove indagati nell'inchiesta su mafia capitale, torna in libertà Riccardo Mancini, ex ad dell'Ente EUR, mentre Giovanni Fiscon, ex direttore generale Ama va ai domiciliari. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Roma.

Il collegio presieduto da Bruno Azzolini ha confermato le misure restrittive (carcere e domiciliari a seconda dei casi) per Buzzi, De Carlo, Carlo Maria Guarany, Matteo Calvio, Alessandra Garrone, Carlo Pucci, Mario Schina, Sergio Menichelli, Agostino Gaglianone, Paolo Di Ninno, e Claudio Caldarelli. Tornano in libertà, oltre a Mancini, Patrizia Caracuzzi ed Emanuela Bugitti. Disposti i domiciliari anche per Giuseppe Mogliani (era in carcere). Per Raniero Luci che era ai domiciliari c'è l'obbligo di presentazione.
Di mafia capitale ha parlato oggi il presidente del Senato Piero Grasso, nel corso dello scambio di auguri con la stampa. L'inchiesta romana, ha detto Grasso, “ha fatto emergere un ‘mondo di mezzo’ che non fatico a identificare come mafia, perché anche le mafie sono cambiate: il volto violento e brutale della criminalità organizzata non è il più grave pericolo".

Grasso: "Mafia è fenomeno più diffuso di quanto appaia". "È come se quella che una volta veniva definita ‘area grigia’ della mafia si fosse resa completamente autonoma: sarebbe un errore grave sottovalutarne la pericolosità e sminuire il tutto a qualche episodico caso di corruzione o criminalità comune. Temo che il fenomeno sia molto più diffuso di quanto non appaia", ha affermato il presidente del Senato. “È il volto oscuro delle mafie a doverci spaventare, quello che si infiltra dentro la società, dentro le istituzioni, dentro l'economia, che controlla territori e impedisce lo sviluppo e una piena democrazia, che cerca di radicarsi, espandersi e sopravvivere nel tempo, che intrattiene relazioni con il potere sociale, economico, politico e istituzionale".
"Questo - ha aggiunto - è il tipo di mafia che ha speculato per anni sulla capitale, una criminalità mafiosa di tipo diverso rispetto a quella che siamo abituati a conoscere e a rappresentare, ma che, aldilà delle connessioni - che pure ci sono - con le 4 mafie storiche, ha un'identità di 'metodo' con le mafie tradizionali".
Sequestrati beni per 100 milioni di euro a Guarnera. Questa mattina i finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Roma, sempre nell'ambito dell'indagine mafia Capitale, hanno sequestrato beni per un valore totale di circa 100 milioni di euro riconducibili a Cristiano Guarnera, uno degli arrestati. Il nuovo provvedimento di sequestro riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l'intero patrimonio aziendale, comprese le disponibilità finanziarie, della Edilizia Piera S.r.l., Immobiliare Torre Argentata Costruzioni S.r.l., Verdepamphili S.r.l., I.G.M.A. costruzioni S.r.l., Gruppo immobiliare Universo. Sequestrati anche il 52% del capitale sociale della Devil custom cycles S.r.l., 181 unità immobiliari (178 immobili e 3 terreni) site a Roma, Sacrofano, Mentana, Villaricca (Napoli) e Pordenone, un'imbarcazione da diporto modello Maxim 45 di 14,54 metri, 10 auto/motoveicoli, disponibilità finanziarie intestate a Guarnera e terzi interessati.
In seno all'associazione mafia capitale, facente capo a Massimo Carminati, la figura di Guarnera si è nel tempo evoluta, trasformandosi da imprenditore colluso a imprenditore mafioso - spiega la guardia di finanza - affiliandosi al gruppo criminale e divenendo parte integrante dell'associazione stessa, mettendo a disposizione dell'organizzazione le proprie imprese nel settore dell'edilizia. Proprio grazie all'intervento di Carminati, alcune delle imprese riconducibili a Guarnera - oggi sotto sequestro - venivano coinvolte per il soddisfacimento delle esigenze connesse al piano di 'emergenza abitativa', promosso dall'amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione del sodalizio mafioso, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi.

Nessun commento:

Posta un commento