Negli ultimi 10 anni il costo è aumentato del 79,5 e del 70%: nel primo
caso i prezzi restano tra i più bassi d'Europa, ma per la spazzatura
l'incremento - secondo la Cgia - "è del tutto ingiustificato". Codacons:
"Nel 2004, stangata da 324 euro a famiglia".
repubblica.it
Tra acqua a
rifiuti l'Italia batte tutti con incrementi nelle tariffe pubbliche del
79,5 e del 70% negli ultimi 10 anni. Va appena meglio a livello generale
dove - tra il 2010 e il 2014, l'incremento medio è stato "solo" del
19,1% , come in Irlanda, mentre il primato spetta alla Spagna con
aumenti del 23,7%. Tra i grandi Paesi d'Europa, invece, la Francia ha
registrato un rincaro medio del 12,9%, mentre la Germania ha segnato un
ritocco al rialzo dei prezzi solo del 4,2%. L'area dell'euro ha subito
un incremento dei prezzi amministrati dell'11,8%: oltre 7 punti
percentuali in meno che da noi.
I calcoli sono stati effettuati
dall'Ufficio studi della Cgia che, oltre a eseguire una comparazione tra
l'andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d'Europa,
ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi
del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel
nostro Paese. Tra gli incrementi più significi - come detto - quello
della tassa sui rifiuti è stato di oltre il 70% così come per l'acqua
(79,5%).
Negli ultimi 10 anni, quindi, a fronte di un incremento
dell'inflazione che in Italia è stato del 20,5%, l'acqua è aumentata del
79,5%, i rifiuti del 70,8%, l'energia elettrica del 48,2%, i pedaggi
autostradali del 46,5%, i trasporti ferroviari del 46,3%, il gas del
42,9%, i trasporti urbani del 41,6%, il servizio taxi del 31,6% e i
servizi postali del 27,9%. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi
telefonici hanno subito un decremento: -15,8%.
"Nel nostro Paese -
sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - i rincari
maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne
l'acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti
d'Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto
ingiustificabili. A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni
c'è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle
famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità
di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da
smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente
aumentate. Si pensi che nell'ultimo anno, a seguito del passaggio
dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2
per cento in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3
per cento".
Per quanto riguarda il gas il segretario della Cgia
sottolinea come sugli aumenti abbiano influito "il costo della materia
prima e del tasso di cambio", mentre sull'energia elettrica ha pesato
"l'andamento delle quotazioni petrolifere e dell'aumento degli oneri
generali di sistema, in particolare
per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti
rinnovabili". Va ancora peggio per il Codacons secondo cui "le famiglie
italiane si lasciano alle spalle, nel 2014, una stangata da 324 euro a
causa dell'aumento delle tariffe nazionali e locali".
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sabato 27 dicembre 2014
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