martedì 23 dicembre 2014

Ken Loach: “Racconto la musica e la danza, per la libertà”

Ken Loach: “Racconto la musica e la danza, per la libertà”
contropiano- tatiana fabbrizio
Ken Loach è stato recentemente a Roma. In questa intervista al regista britannico parliamo del suo ultimo, splendido film "Jimmy's hall", uscito in questi giorni nelle sale e che al festival di Cannes è stato oggetto di acclamazione. Il film di Ken Loach narra una storia vera, ancora una volta ambientata in Irlanda.
La storia è quella di Jimmy Gralton che nel 1921 in un piccolo centro rurale irlandese apre una sala da ballo: la Pearse Connolly hall, che per le sue caratteristiche di "luogo sociale" diventa ben presto un punto di riferimento degli spiriti liberi e ribelli e fonte di preoccupazione per le autorità politiche ed ecclesiali.
Abbiamo incontrato Ken Loach all’Hotel Sofitel di Roma per un’intervista di gruppo. Una persona assolutamente discreta e gentile che ha reso l’incontro che sognavamo da tempo davvero emozionante.
Cosa l’ha colpito di questa storia?
Paul Laverty sentì questa storia alcuni anni fa e ci interessava perché era una sorta di microcosmo, una sala da ballo con poche centinaia di persone eppure succedeva qualche cosa che era pericoloso, soprattutto per lo Stato. Hanno tentato di schiacciarlo. Anche la Chiesa. E che cosa facevano? Perché era pericoloso? Perché danzavano? Perché facevano sport o artigianato? Era un pericolo continuo per la Chiesa. Il problema era che in questo luogo si faceva politica, si parlava di giustizia, si parlava di disuguaglianze e questo era davvero pericoloso.
Un altro tassello nella storia dell’Irlanda e un altro tassello del suo cinema che difende degli uomini che hanno delle idee e per questo sono anche morti..
Con Paul avevamo già fatto il film sulla guerra civile irlandese “Il vento che accarezza l’erba” e si parlava di un grande evento. In questo caso si parla di una storia piccola però, una storia importante perché parla dei sogni e delle possibilità che ci sono quando si ottiene l’indipendenza da un grande potere imperiale come la Gran Bretagna. Si sviluppano molte opportunità però bisogna chiedersi poi come si possa organizzare il nuovo Stato. Si può andare verso la giustizia, l’uguaglianza oppure verso l’oppressione. E purtroppo si è andati verso l’oppressione e la repressione. Ecco Jimmy’s hall parla proprio di questo di quello che è successo con questi sogni.
Ci sono molti parallelismi tra “Il vento che accarezza l’erba”e questo film. Nel primo film però abbiamo uno scenario di guerra e il film finisce male, mentre in “Jimmy’s hall” è più facile identificarsi, ci sono temi molto attuali, come ad esempio l’occupazione della casa e lo sfratto evitato. Crede che oggi ci sia qualcosa di positivo in cui sperare?
Ci sono sicuramente molti paralleli, quello di cui abbiamo bisogno oggi é di uno spazio libero dove poter esprimere le nostre idee, dove possiamo divertirci, danzare e questo significa creare solidarietà, creare forza. Parlavi dell’esempio degli sfratti, esempio molto attuale, per la comunità di Jimmy questo era uno dei motivi per organizzarsi, per resistere e riportare la gente nelle proprie case. Per quello che riguarda invece le religioni: oggi il potere della religione cattolica è magari minore ma ci sono ancora religioni che esprimono repressione nel mondo, sono autoritarie e soprattutto odiano la musica, odiano il divertimento. Per quello che riguarda l’eredità, nell’ultima scena Jimmy promette di mandare dei soldi e poi lo fa veramente. Questo senso di gioia non può essere represso e abbiamo bisogno di organizzarci non solo politicamente ma anche socialmente.
Visto che ha parlato della chiesa cattolica. Oggi si parla di un nuovo corso con l’arrivo di Papa Francesco. Cosa ne pensa?
E’ difficile per me giudicare, più che altro pongo delle domande. Se è progressista nei suoi atteggiamenti questo naturalmente mi va bene però dobbiamo farci delle domande su quello che è il suo passato. Per esempio, quale ruolo ha avuto durante la dittatura in Argentina? Che importanza aveva per lui la Teologia della Liberazione in Sud America? Insomma, c’erano grandi battaglie in America Latina, le ha sostenute? In ogni caso sono dell’idea che è sempre positivo quando ci si batte con idee progressiste. Tuttavia penso che la religione sia una questione privata che non debba influenzare la politica che è una questione laica.
 * da Radio Città Aperta, pubblicato anche su facemagazine.it

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