Thomas Piketty difende Alexis Tsipras: "Non è il male, il vero pericolo per l'Europa è l'ipocrisia di Angela Merkel".
Il Financial Times lo ha definito l'economista più autorevole del 2014. In un'intervista alla Repubblica, l'economista francese Thomas Piketty difende Alexis Tsipras, avverte sui rischi derivanti dal consenso di populisti e xenofobi, e attacca duramente Angela Merkel e Jean-Claude Juncker.
GRECIA. L'emergente è Alexis Tsipras, leader della sinistra anti-austerity del partito Syriza, che "ha molto ammorbidito le sue posizioni. Si è rivelato un leader fortemente europeista, una posizione che si assesterà ulteriormente se come probabile dovrà formare un governo di coalizione". Per Piketty, "Syriza farà valere le sue posizioni in Europa, ma non sarà un male, anzi".
EUROPA. L'economista francese vede una "tensione in Europa" che è "arrivata a un punto tale che in un modo o nell'altro scoppierà, entro il 2015". Tre gli scenari possibili: "una nuova crisi finanziaria sconvolgente; l'affermazione delle forze di destra che realizzano la coalizione di cui stanno mettendo le basi incentrata sul Front National in Francia e comprendente la Lega e forse M5S; oppure uno choc politico proveniente da sinistra, con Syriza, gli spagnoli di Podemos, il Pd, quel che resta dei socialisti francesi". E Piketty sceglie la terza ipotesi.
CONTRO L'AUSTERITÀ. Piketty chiede di intervenire con una "revisione totale dell'attuale politica basata sull'austerity, che sta soffocando qualsiasi possibilità di recupero in Europa, a partire dal Sud dell'Eurozona". Rinegoziare i debiti, allungare le scadenze, condonarne una parte. "Ma perché l'Italia deve destinare il 6% del proprio Pil al pagamento degli interessi e solo l'1% al miglioramento delle sue scuole e università? Una politica incentrata solamente sulla riduzione del debito è distruttiva per l'Eurozona".
I NEMICI D'EUROPA. In testa, Piketty mette Jean-Claude Juncker, "il più ipocrita", lo stesso che ha guidato quel Lussemburgo che ha condotto una "sistematica depredazione dei profitti industriali del resto d'Europa". E oggi propone un piano senza soldi. Al secondo posto Angela Merkel e la Germania che "fa finta di aver dimenticato il maxi-condono dopo la seconda guerra mondiale dei suoi debiti". Sull'ultimo gradino del podio Piketty mette la Francia, che oggi protesta dopo decenni di sostegno alle politiche tedesche.
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