mercoledì 31 dicembre 2014

Diario minimo. Promemoria per l’anno che verrà.

Tra le carte sparse di casa ho trovato annotazioni e appunti, note di cronaca e politica, aforismi, detti, frammenti, citazioni, pensieri. E altro. Riporto, rispettando disordine e casualità degli accostamenti che – talvolta – risultano illuminanti. “Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati, occorre solo tentare di ripensarli”.



micromega di Angelo Cannatà

* Renzi. “Enrico stai sereno”. “Leggere come ‘ultime notizie’, una pagina di Machiavelli” (Maccari).

* Nino Di Matteo. Indaga sulla Trattativa Stato-mafia e Totò Riina vuole ucciderlo. Lo Stato lo sottopone a indagine disciplinare. È innocente e proprio per questo solo, in pericolo. Flaiano: “Oggi sentenza del processo. Dobbiamo tentare in tutti i modi di renderci colpevoli, o almeno di apparire colpevoli. Perché, a lungo andare, la nostra innocenza non potrà che attirarci i rigori della legge. Ci si chiederà improvvisamente di dimostrarla, per esempio, la nostra innocenza. E questo è quasi impossibile. Qualcuno ci riesce; e allora è perduto.” (Dal “Diario Notturno”). Nota: Giorgio Bocca aveva appena letto Flaiano, quando parlò della solitudine del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

* “A Palermo il Procuratore Lo Voi sfugge a un attentato rivolto contro un’altra persona.”

* Wittgenstein. “Reportage mafia”. Le famiglie mafiose siciliane, uccidendo Falcone e Borsellino, inviarono un messaggio alle famiglie romane. L’hanno fatto nel loro linguaggio, il solo che sappiano usare. D’altronde: “La proposizione mostra il suo senso”, il linguaggio è involuto ma essenziale, rapido, incisivo, un’esplosione di significati. Qual è il messaggio inviato a Roma? “Se la domanda può porsi può avere anche risposta.” Ma il punto è: la domanda può porsi? Si può ragionare su tracce, conversazioni, dialoghi? Si può decodificare il testo e il contesto? “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere.” E’ il nuovo dogma della stabilità. Ne deriva: la distruzione completa di ogni parola, segno (e disegno) intercettato in ogni luogo, con ogni mezzo.

* La nomina di Franco Lo Voi a Procuratore di Palermo chiude violentemente una stagione che aveva garantito risultati eccezionali nella lotta alla mafia. “Non si parla più di normalizzazione. Ci viene il sospetto che sia un fatto compiuto.”

* “La mia ambizione è dire in dieci frasi quello che un altro dice, o non dice, in un libro.”

* Gianni Alemanno. Non ho agito per favorire Buzzi e Carminati: “Non c’è nulla di cui debba pentirmi”. Nega. “Io ho fatto questo, dice la mia memoria. Io non posso aver fatto questo, dice il mio orgoglio e rimane irremovibile. Alla fine, la memoria si arrende.” (Nietzsche).

* E’ finita l’epoca dei conflitti ideologici. Mafia Capitale. “Fotti, non parole.”

* I magistrati parlano troppo”, dice Napolitano. Soprattutto, indagano sui legami mafia-politica, gli affaristi, i ricchi imprenditori. Molto meglio quei bei magistrati di una volta, giusti, inflessibili, soprattutto equi. Non colpivano una sola classe: “proibivano al ricco come al povero di dormire sotto i ponti, di elemosinare nelle strade e di rubare pane.” Quando si dice il senso della giustizia.

* “Fu nel 1959, dopo una conferenza (…) Eravamo in un locale pubblico pieno di fumo. Chiesi ingenuamente: ‘Signor Bloch, Lei è ateo, non è vero?’ Mi fulminò: ‘Sono ateo per amor di Dio’.”

* Fanatismo religioso. L’Isis uccide con ferocia inaudita. “La democrazia ha bisogno di Dio. Falso!” E comunque: perché l’Onnipotente consente il male? Aristotele ci aveva avvertiti: “Dio è troppo perfetto per pensare ad altro che a se stesso.” In verità: “L’impotenza di Dio è infinita”.

* Maria Elena Boschi. Ha chiesto di non essere giudicata per le “forme”, ma per le “riforme”. Giusto. Poi, al momento dei fatti, la riforma costituzionale l’ha scritta Verdini, e lei continua ad ostentare (non solo su Chi), sorrisi e forme: “Ci sono persone che non hanno bisogno di nessuno che le confuti: si confutano da sole.” (Nietzsche).

* Beppe Grillo. Ha commesso errori, è vero. E tuttavia: ha svecchiato la politica italiana, riempito il Parlamento di giovani, messo in discussione Napolitano, costretto i partiti a inseguirlo su temi decisivi: abolizione del Senato e delle Province, riduzione dei Parlamentari, lotta alla corruzione… E’ diventato il nemico dell’ancien règime. La casta lo odia. Maccari: “Se scoprono che sei onesto, sei fottuto.” Tuttavia. La società civile gli dà ancora fiducia. Urge smetterla con decapitazioni e giacobinismo. Qualcuno ricordi a Grillo che Robespierre è stato ghigliottinato.

* Berlusconi finito? In realtà il patto del Nazzareno tiene e condiziona l’elezione del Presidente della Repubblica. “Chi fu in Loggia. Bene alloggia” (Maccari).

* Camusso e Fassina: “Il Jobs act dà completa libertà di licenziamento alle imprese, Renzi segue la Troika.” Confindustria: la legge aiuta i lavoratori. “A un tale che ne strizzava sugo e semi chiese un limone un dì: perché mi spremi? Non vedi fu risposto che t’aiuto a diventare un limone spremuto?”

* “Lei, vent’anni, figlia di contadini, disoccupata. Lui, ventitré, figlio di due operai in cassa integrazione, disoccupato. Si amavano. Li hanno trovati morti abbracciati, suicidi col gas di scappamento dell’automobile.” Montale: “Ho spento il lume e ho atteso il sonno. / E sulla passerella già comincia / la sfilata dei morti / che ho conosciuto in vita. / (…) / Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo.”

* Papa Bergoglio. Coraggiosi i 15 punti. La Curia romana mugugna e invoca l’Altissimo, parla “in nome del Signore”. “Dio è l’unico essere che, per regnare, non ha nemmeno bisogno di esistere.”

* “Con la scusa di Mafia Capitale lasciano i senzatetto al gelo.” “Non possiamo usare le strutture di Buzzi.” “Pare/ non debba dirsi Italia ma/ lo sfascio./ E’ un fatto che si allunga, urge studiarlo/ finché si esiste, dopo sarà tardi.”

* Scalfari. Scrive un testo dal titolo: “La coerenza è merce rara…”. Poi indica tra gli esempi: “Non amiamo i giudici e i loro tribunali.” Giusto. Tranne il fatto che Magistratura e Giudici e Procura e Tribunale di Palermo sono stati oggetto – su Repubblica – di critiche pesanti e la trattativa Stato-mafia, di cui abbondano prove, è definita “la cosiddetta trattativa”. Non va bene, “per la contraddizion che nol consente”.

(28 dicembre 2014)

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