All'indomani
delle oceaniche manifestazioni di piazza, in Egitto, l'opposizione a
Mohamed Morsi, ha fissato un ultimatum, domani martedì alle 17, come
limite temporale entro il quale il presidente islamista si deve
dimettere, minacciando - se così non accadrà- una campagna di
disobbedienza civile.
rainews24.it
"Diamo tempo a Mohamed Morsi fino a
domani, martedì 2 luglio, alle 17, perche' lasci il potere e cosi'
consenta alle istituzioni di prepararsi per elezioni presidenziali
anticipate", si legge in un comunicato diffuso dal movimento Tamarod.
"Altrimenti, da domani alle 17 comincerà una compagna di assoluta
disobbedienza civile".
Assalto alla sede dei Fratelli musulmani, un ostaggioManifestanti
hanno nuovamente preso d'assalto il quartier generale dei Fratelli
musulmani al Cairo prendendo anche un ostaggio, un islamico, all'interno
dell'edificio. Lo riferiscono fonti della sicurezza.
10 morti e centinaia di feriti negli scontriNella
giornata in cui centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza
in Egitto per chiedere le dimissioni del presidente Mohammed Morsi a un
anno dall'inizio del suo mandato, si sono registrate violenze e
vittime.
Sale a dieci morti e centinaia di feriti il bilancio degli scontri
tra i sostenitori e gli oppositori del presidente egiziano, secondo
fonti mediche e della sicurezza.
Cinque dimostranti anti Morsi sono morti
durante gli scontri al quartier generale dei Fratelli musulmani su un
altopiano davanti al Cairo. I manifestanti che si oppongono al
presidente egiziano hanno attaccato la sede lanciando sassi e candelotti
contro l'entrata, dove erano state erette barricate. Secondo quanto
raccontano alcuni testimoni, i candelotti sono esplosi e così
all'ingresso della villa, circondata da mura, è scoppiato un incendio.
Nelle ore successive i sostenitori dei
Fratelli musulmani hanno continuato a sparare sui giovani manifestanti
all'esterno e almeno cinque anti Morsi sono rimasti uccisi. A riferire
il bilancio è un attivista che monitora le vittime in ospedale, Nazli
Hussein, il quale aggiunge che in questi scontri sono rimaste ferite 60
persone.
Altri cinque manifestanti anti Morsi
sono stati uccisi invece in scontri e sparatorie nel sud dell'Egitto.
Due di loro sono raggiunti da colpi d'arma da fuoco durante scontri
fuori dagli uffici del Partito liberta e giustizia, vicino ai Fratelli
musulmani, nelle citta di Beni Suef e Fayoum.
Un altro è morto ad Assiut, roccaforte
degli islamisti, dove uomini armati a bordo di una motocicletta hanno
aperto il fuoco su una protesta alla quale stavano partecipando decine
di migliaia di persone, uccidendo appunto un manifestante e ferendone
altri quattro.
I dimostranti arrabbiati hanno allora
marciato in direzione dei vicini uffici del Partito liberta e giustizia,
dove uomini armati dall'interno hanno aperto il fuoco, uccidendo due
persone. A riferire di questo incidente sono funzionari della sicurezza
coperti dall'anonimato. Almeno 400 i feriti in tutto l'Egitto, secondo
il bilancio fornito dal ministero della Sanità.
Il presidente egiziano Mohammed Morsi ha
reagito in serata facendo sapere di, "essere consapevole di aver
commesso errori ma che sta lavorando per porvi rimedio".
Omar Amer, il portavoce di Morsi, ha
ribadito l'offerta avanzata di un dialogo con l'opposizione e ha
aggiunto che il presidente "tende la sua mano".
Si è trattato delle manifestazioni più imponenti mai avvenute dalla
caduta di Mubarak nel 2011: secondo fonti dell'opposizione, circa 17
milioni di persone sono scese in strada.
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