mercoledì 17 luglio 2013

Classe Dirigente: Tronchetti condannato a un anno e otto mesi per ricettazione

Il numero uno di Pirelli è stato giudicato colpevole dal Tribunale di Milano nel processo sull'hackeraggio all'agenzia di investigazione internazionale Kroll: il manager sarebbe stato informato da Giuliano Tavaroli.

MILANO - Marco Tronchetti Provera è stato condannato dal Tribunale di Milano a un anno e otto mesi per ricettazione nel processo sul caso Kroll. L'accusa al presidente di Pirelli fa riferimento al periodo in cui era anche alla guida di Telecom Italia e rientra in uno dei filoni di inchiesta sui cosiddetti dossier illegali.

Il processo era in relazione a un cd di dati, considerato frutto dell'hackeraggio all'agenzia di investigazione internazionale Kroll. I dati contenuti nel cd, stando alla ricostruzione dell'accusa, furono prelevati all'epoca della battaglia per il controllo di Brasil Telecom, con un'operazione di hackeraggio realizzata nel 2004 in Brasile. I file e i dati, "sarebbero stati illegalmente intercettati e poi sottratti alla Kroll" e Tronchetti Provera sarebbe stato informato della natura di tali dati da Giuliano Tavaroli, che all'epoca dei fatti era il capo della security di Telecom Italia. Il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, aveva chiesto per il manager una condanna a due anni e il pagamento di una multa di 5mila euro.

Il tribunale di Milano ha condannato Tronchetti Provera anche a pagare una provvisionale di 900mila euro a Telecom Italia, che si era costituita parte civile nei confronti del manager chiedendo 6 milioni di euro per i danni d'immagine. Inoltre, il tribunale ha stabilito una provvisionale di 400mila euro da corrispondere a Carla Cico, ex numero uno di Brasil Telecom che aveva chiesto 1,8 milioni.

Immediata la replica dei legali del numero uno di Pirelli: "Prendiamo atto della sentenza odierna, di cui non resta che aspettare il deposito della motivazione per verificare quali siano state le ragioni che hanno giustificato un'affermazione di responsabilità che riteniamo inspiegabile e che, non riconoscendo la fragilità di un impianto accusatorio vacillante, getta purtroppo un'ombra senza fondamento sulle persone e sulle aziende coinvolte" ha detto l'avvocato Roberto Rampioni.

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