Tensione alle stelle tra i due paesi dopo che Ankara aveva dispiegato le sue forze è arrivata puntuale la reazione di Damasco. Ora la Turchia chiede alla Nato di creare una no fy zone sulla Siria
ilmanifesto.it REDAZIONE
Soffiano sempre piu' forti i venti di guerra
per la crisi in Siria, che rischia di trasformarsi in una polveriera per
l'intera regione. Mentre alla periferia di Damasco, nella citta' di
Douma, si e' consumato un nuovo massacro di civili, con 44 persone
morte, il regime ha schierato 170 carri armati a nord di Aleppo, vicino
al confine con la Turchia. A rivelarlo è stato un comandante del Libero
Esercito Siriano, la milizia dei soldati disertori.
La mossa arriva all'indomani dello
spiegamento di batterie antimissile, carri armati e truppe lungo la
frontiera siriana da parte di Ankara, decisa a rafforzare le sue difese
dopo l'abbattimento di un caccia a opera della contraerea di Bashar
al-Assad. Fra i due Paesi la tensione è ormai alle stelle e, non a caso,
Ankara ha chiesto alla Nato di creare una no-fly zone sulla Siria, come
riferito dal quotidiano turco 'Vatan', che ha citato fonti del
Dipartimento della Difesa Usa. Ma quello turco potrebbe non essere
l'unico fronte aperto per il regime di Damasco. Secondo il sito
Debkafile, vicino all'intelligence israeliana, anche l'Arabia Saudita
teme un improvviso precipitare della situazione nelle prossime 48 ore e
sta spostando unita' speciali, carri armati, missili e batterie
contraeree verso le frontiere dell'Iraq e la Giordania. Re Abdullah
avrebbe messo le sue forze armate nello stato di massima allerta,
seguito - affermano fonti del Golfo - anche dalla Giordania. I movimenti
di truppe saudite, scrive Debka, sono stati rilevati nella notte di
giovedi' e nella mattina di venerdi'. La crisi siriana e' giunta ormai
"sul filo del rasoio tra un offensiva militare occidentale-arabo-turca
nelle prossime 48 ore e un accordo fra le grandi potenze per
scongiurarla", avverte il sito. Il riferimento è alla riunione del
cosiddetto Gruppo di azione, che si terra' domani a Ginevra, presente
anche la Russia, e in cui si discutera' la road map messa a punto
dall'inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan. Quest'ultimo si e' detto
"ottimista" anche se Mosca continua a restare fredda di fronte a ricette
proposte dall'"esterno".
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