lunedì 3 febbraio 2020

Ladri di terra.

L’Italia ha la fortuna di avere ancora piccoli agricoltori. Li dovrebbe proteggere finché ci sono, perché in altri Paesi sono scomparsi del tutto”. 
L’appello arriva da Hilal Elver, Relatrice Speciale sul Diritto all’Alimentazione dal Consiglio dei Diritti Umani nel 2014, docente universitaria, co-direttrice del Progetto su Cambiamento climatico globale, Sicurezza umana, e Democrazia a cura del Centro per gli Studi globali e internazionali Orfalea e distinguished fellow all’Università di California Los Angeles Law School (UCLA) Resnick Food Law and Policy Center. 

comune-info.net Elena Tioli
I piccoli agricoltori rappresentano il modello agricolo più diffuso in Italia. Secondo il sesto censimento generale dell’agricoltura del 2010, le piccole aziende agricole rappresentano il 98,9% del totale, coltivando l’89,4% della superficie agricola utilizzata. Qui, come nel resto del mondo, sono ancora i piccoli agricoltori a sfamare la popolazione.
Non le produzioni intensive ed estensive, non le coltivazioni Ogm, non i grandi latifondi.
"Se si va a vedere nei paesi sviluppati l’80% del cibo prodotto dai contadini noi lo mangiamo ogni giorno” afferma Hilal Elver, intervistata da Filippo Bellantoni a margine della presentazione del report sulla valutazione della realizzazione del diritto a un’alimentazione adeguata in un paese sviluppato, avvenuta il 31 gennaio a Roma.
“L’agricoltura industriale forse ha un altro ruolo ma di sicuro quando si parla di cibo questo arriva dai piccoli agricoltori. E dovremmo proteggerli se davvero vogliamo una società sana – continua Hilal Elver – I piccoli agricoltori svolgono un ruolo fondamentale nell’economia urbana e rurale, contribuiscono alla sicurezza alimentare e al dinamismo dell’economia rurale, forniscono molti prodotti di alta qualità, preservano i beni locali e migliorano la cura dell’ambiente”.
Un modello virtuoso a rischio. Sebbene il ruolo cruciale di questi agricoltori sia ormai insindacabile la loro esistenza è sempre più a rischio. “Anche se si stanno sviluppando iniziative per accedere al cibo locale, i piccoli agricoltori affrontano una realtà complicata – afferma Hilal Elver – Si trovano di fronte a un aumento dell’agricoltura intensiva, al controllo del mercato agroalimentare da parte delle principali catene di distribuzione e alla creazione di grandi centri di acquisto, che aumentano la pressione sugli agricoltori che impongono prezzi molto bassi e quindi non hanno altra scelta che assumere lavoratori a basso costo”. Il paesaggio italiano, in particolare nel meridione, è caratterizzato da fattorie abbandonate, un tempo appartenute a piccoli agricoltori che non riuscivano a competere con la pressione imposta dall’agricoltura industriale. “Il sud soprattutto soffre per le condizioni economiche, le persone sono stanche e per questo provono a vendere le loro terre, soprattutto se ci sono “incidenti” che portano gli agricoltori alla disperazione”, come nel caso della Xylella.

Xylella e rischio land grabbing. “Le voci e le opinioni raccolte sul campo dimostrano che le politiche e le decisioni nazionali prese nel contesto dell’“emergenza Xylella” non hanno portato a una chiara valutazione del legame tra la presenza dei batterio, l’essiccazione degli alberi e altre circostanze come cambiamenti climatici, monocoltura e alti livelli di pesticidi e fertilizzanti nella zona – si legge nel report, che spiega come – le implicazioni a breve e lungo termine dell’essiccamento possano trasformare radicalmente la struttura agricola della regione ed è essenziale che le misure nazionali, regionali e locali siano adottate in pieno coordinamento con gli agricoltori e con particolare attenzione all’impatto ambientale, sociale ed economico della decisione”.

“Quello che la politica e le amministrazioni dovrebbero fare è aiutare questi agricoltori a non svendere le loro terre a grandi organizzazioni per cui la terra è solo un affare – dichiara Elver – questo è business non agricoltura. Parliamo di sei grandi industrie del cibo, fuse tra loro che controllano i semi, i fertilizzanti, i pesticidi e tramite la Grande Distribuzione Organizzata, controllano la produzione e la distribuzione del cibo. C’è un grande oligopolio nell’industria del cibo. E questo deve essere controllato dai governi che oggi però non sono abbastanza influenti nel merito”.

Legno Vivo – Xylella oltre il batterio. Di tutto questo si parla anche nel docu-film Legno Vivo – Xylella oltre il batterio, un documentario prodotto e realizzato da Filippo Bellantoni, Elena Tioli, Francesca Della Giovampaola e Simone Cannone, che in queste settimane è proiettato in numerose sale italiane. Il patrimonio olivicolo, naturalistico e paesaggistico pugliese è a un bivio: il rischio è che l’attuale modello agricolo e sociale, basato su piccoli appezzamenti, aziende familiari ed economie locali, sia distrutto per sempre, lasciando spazio a speculazioni e nuove coltivazioni, intensive e super-intensive, finanziate con lauti finanziamenti pubblici. In Spagna, nella provincia di Almeria, dove questo modello agricolo ha preso piede già dagli anni ’90, in pochi decenni l’agricoltura tradizionale è stata soppiantata da quella industriale, i piccoli agricoltori sono scomparsi, i paesi abbandonati, le terre rese sterili dall’iper-sfruttamento e dall’ampio utilizzo dell’agrochimica. Qui oggi l’acqua è il nuovo oro e le terre sono nelle mani di pochi grandi latifondisti. È questo il futuro che aspetta anche alla Puglia?

Le prossime proiezioni di Legno Vivo – Xylella oltre il batterio saranno:
1 feb. ore 18.30 ZOLLINO (Lecce) presso il Laboratorio Urbano Salento Km0 – To Kaló Fai, Via della Repubblica, 22;
6 feb. ore 19.00 BARI, presso Anche Cinema, Corso Italia, 112
7 feb. ore 18.30 MARTINA FRANCA, presso la Sala parrocchiale del Cristo Re
8 feb. ore 10.00 MESAGNE, presso l’Auditorium Liceo Ferdinando, Via Eschilo, 1 (proiezione non aperta al pubblico) e alle ore 17.30 BRINDISI presso la Sala Università, Palazzo Nervegna, Via Duomo, 20
11 feb. ore 19.00 MONOPOLI
15 feb. ore 19.00 LECCE presso le Manifatture Knos, Via Vecchia Frigole, 36
15 feb. ore 18.00 Cormano, MILANO in Via Leonardo da Vinci 82, presso il salone Community Center nella Giornata di scambio di semi, organizzato da Rete Semi Rurali e Il Giardino Degli Aromi
21 feb. ore 19.30 MILANO al Food Film Festival
22 feb. ore 19.00 MILANO presso il CAM Garibaldi Corso Garibaldi, 27
Il documentario – prodotto con il sostegno di Comune-Info – si può vedere qui: www.legnovivofilm.it

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