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Chi guadagna dalla diffusione della paura
da contagio? I colossi farmaceutici privati quotati in Borsa. Per
appurarlo basta osservare gli andamenti borsistici. Chi aveva puntato i
propri investimenti, per fare un esempio, su trasporti aerei o aziende
che fondano la propria attività sul turismo (migliaia i voli
cancellati), è indotto a venderle e comprare azioni di istituti che
mostrano di impegnarsi nel settore della ricerca di vaccini contro il
virus. Le azioni di Vir Biotechnologies, ad esempio, fondata nel 2016,
che sviluppa trattamenti per le malattie infettive, dall’inizo del 2020
ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 97%, con
conseguente impennata della capitalizzazione dell’azienda che è arrivata
a ben 3 miliardi di dollari. L’offerta di azioni Vir è guidata da
Goldman Sachs, Jp Morgan Chase, Cowen e Barclays. Le azioni sono
negoziate su Nasdaq Global Select Market venerdì con il simbolo Vir.
Come Vir, Inovio Pharmaceuticals, Moderna e Novavax. Quest’ultima ha
registrato un rialzo del 113%. La Coalizione for Epidemic Preparedness
Innovations, ente non profit pubblico-privato con sede in Norvegia, ha
donato 11 milioni di dollari in finanziamenti alle prime due per
incentivarle a sviluppare vaccini contro il coronavirus. Il Pirbright
Institute per la prevenzione e il controllo delle malattie virali ha
ricevuto cospicui finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates
Foundation.
A pensar male si potrebbe ipotizzare che la capacità di assemblare
virus in laboratorio (Sars 2002, Aviaria 2005, Suina 2009) a partire da
modifiche a virus esistenti (uso privatistico delle applicazioni della
scienza in mano a settori privati senza scrupoli) sia
parte integrante della criminale strategia affaristica. Un po’ come è
successo e succede con i virus informatici. Diffondi il virus, vendi
l’antivirus… Forse non è a caso che a guadagnare da questo stato di cose
ci siano, tra i partner di Vir Biotechnologies, la Bill & Melinda
Gates Foundation… La Bill & Melinda Gates Foundation è partner di
Inovio Pharmaceuticals, insieme a Darpa (Defence Advanced Research
Projects Agency – Agenzia di ricerca militare progetti avanzati), di
Novavax, Moderna (insieme a Darpa) e Vaxarta. Su un altro versante,
però, la fondazione di Bill Gates sembra volersi sdebitare donando 100
milioni di dollari in finanziamenti per soccorritori di prima linea,
misure di prevenzione e sforzi terapeutici in tutto il mondo. Il
presidente Xi Jinping esprime «sincera gratitudine a Bill e Melinda
Gates per il sostegno della loro fondazione alla Cina dopo lo scoppio del nuovo coronavirus».
Tutto questo risuona con quanto denunciato da Simone Lombardini
(membro del Comitato No Guerra No Nato): 1. Wuhan è la città che ospita,
dal 2014, l’unico laboratorio di materiale biologico potenzialmente
impiegabile come arma militare biologica; 2. Nel 2015 è stato
depositato, da un istituto di cui è partner la solita Bill e Melinda
Gates Fondation, un brevetto di coronavirus attenuato, disponibile
all’uso dal 2018; 3. Nel marzo 2019 viene inviato al laboratorio di
Wuhan un pacchetto di virus infettivi letali dal laboratorio Bls-4
canadese; 4. Il 18 ottobre, poco prima della apparizione dei primi casi
di infezione, Bill e Melinda Gates organizzano una simulazione di
pandemia globale da coronavirus con le stesse caratteristiche di quello
che si sta diffondendo; 5. A due settimane dalle prime manifestazioni
del virus, nel pieno rispetto dei suoi tempi di incubazione, arrivano a Wuhan 300 militari
statunitensi in occasione della partecipazione ad una manifestazione
della Military World Games. C’è poi la pubblicazione di uno studio
scientifico, opera di ricercatori cinesi, che necessita di ulteriori
conferme, che sostiene che le popolazioni asiatiche abbiano più
recettori per questo coronavirus.
Ecco l’abstract del paper: «Il nuovo coronavirus (2019-nCov) è stato identificato a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina, nel dicembre del 2019. Questo nuovo coronavirus ha portato a migliaia di casi di malattia letale in Cina,
con ulteriori pazienti identificati in un numero in rapida crescita a
livello internazionale. È stato segnalato che 2019-nCov condivide lo
stesso recettore, l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina (Ace2),
con Sars-Cov. Qui sulla base del database pubblico e della tecnica
Rna-Seq a cella singola all’avanguardia, abbiamo analizzato il profilo
di espressione dell’Rna Ace2 nei normali polmoni umani. Il risultato
indica che l’espressione del recettore del virus Ace2 è concentrata in
una piccola popolazione di cellule alveolari di tipo II (At2).
Sorprendentemente, abbiamo scoperto che questa popolazione di At2 che
esprime Ace2 esprimeva anche molti altri geni che regolano positivamente
la riproduzione e la trasmissione virale. Un confronto tra otto singoli
campioni ha dimostrato che il maschio asiatico ha un numero
estremamente elevato di cellule che esprimono
Ace2 nel polmone. Questo studio fornisce un background biologico per
l’indagine epidemica della malattia da infezione 2019-nCov e potrebbe
essere importante per il futuro sviluppo della strategia terapeutica
anti-Ace2».
Naturalmente, in agguato c’è il solito rischio di bolla finanziaria,
nel caso in cui le società su cui si punta falliscano nei loro obiettivi
dichiarati, ma questo risulta secondario. Nella logica della finanza
speculativa, infatti, tutto sta a sfruttare al meglio il periodo in cui
i titoli aumentano di valore consentendo il solito gioco: vendere al
momento opportuno ad un prezzo più alto di quello di acquisto. Più in
generale, se si diffonde il panico finanziario (in questo periodo sui
mercati borsistici si vendono titoli e si compra oro, che è un
bene-rifugio) a perderci saranno i piccoli e medi investitori, a
guadagnarci i ricchissimi – ossia quelli che sanno come guadagnare da
qualsiasi congiuntura economica. Sono quelli che approfittano del panico
diffuso ad arte, aspettano la fuga dei “piccoli” e quando arriva il
momento che reputano più opportuno fanno man bassa, comprando a
pochissimo titoli da cui i più sono fuggiti, diventando ancora più
ricchi. A ben pensare capiamo anche perché l’impresa farmaceutica
pubblica è stata via via marginalizzata e in gran parte svenduta e
privatizzata. Il virus sembrerà riconoscere tutti quei paesi fragili dal
punto di vista dell’organizzazione e dell’efficienza della loro sanità
pubblica e si diffonderà rapidamente tra le loro popolazioni. Un singolo
virus potrebbe inoltre riuscire a sgonfiare l’enorme bolla della finanza globale mettendo a nudo la instabilità della “economia” dominante, che ha lasciato prevalere le assurde quanto criminali pretese della finanza speculativa sulla economia reale e sulla politica.
(Francesco Cappello, “A pensar male…”, da “Scenari Economici” del 23 febbraio 2020).
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