Siamo davvero obbligati a pagare i debiti esteri contratti da governi antipopolari senza consultare i cittadini?
- di Alessandra Ciattini 23/02/2020
Credits: https://www.bloomberg.com/graphics/2019-new-economy-drivers-and-disrupters/argentina.html
Ho scoperto una nuova nozione, certo nota agli
economisti: “il debito perpetuo”, il quale non scade mai e né il
debitore è obbligato a ripagarlo. Ovviamente, tuttavia, poiché questi
non restituisce il denaro prestato, nel frattempo dovrà pagare gli
interessi, che saranno superiori a quelli del mercato, perché
l’operazione è altamente rischiosa per il creditore. Inoltre, nel caso
in cui il debitore fallisca, il detentore del debito perpetuo sarà
l’ultimo ad avere diritto al rimborso del denaro prestato. Tale tipo di
prestito è accessibile solo agli Stati ed alle grandi corporazioni,
che a tutta prima appaiono più sicuri.
Tra i paesi che si trovano intrappolati nel debito
perpetuo risalta l’Argentina, il cui ex presidente Mauricio Macri ha
chiesto 57 miliardi di dollari dal FMI, che intendeva garantire con un
sostanzioso finanziamento la sua rielezione e mantenere il paese in uno
stato di disastrosa sudditanza. Il Dr. Héctor Giuliano,
specializzato in debito pubblico, affermava nel 2018 che quell’anno
l’Argentina aveva in scadenza 67 miliardi di dollari, dei quali non era
in grado di restituire nemmeno un centesimo, vedendosi costretta a
rifinanziare tutto il debito. A suo parere siamo qui dinanzi alla
logica dell’usura, secondo la quale l’usuraio non vuole la restituzione
del capitale, preferendo ricevere interessi che si fanno di anno in
anno più corposi. L’Argentina è arrivata a pagare il 60%/70% di
interessi.
Per far comprendere queste complesse questioni alla gente comune il Dr. Giuliano
spiega che il problema dell’Argentina non è di carattere economico, ma
finanziario, ossia non riguarda l’economia reale, fisica, ma la
parallela economia finanziaria; si tratta di due settori separati e che
per di più sono governati da logiche differenti: nel primo caso, ci si
preoccupa degli investimenti, della produzione e della
commercializzazione dei beni e dei servizi; nel secondo ci si propone di
guadagnare attraverso i cambi e il tasso di interesse. Infatti, nel
paese sudamericano ci sono le risorse, la manodopera per produrre, ma
questo processo non avanza ed è ostacolato dal fatto che un’entità
produttiva, che necessita di investimenti, si trova a pagare interessi
stratosferici ad esclusivo beneficio delle banche. La stessa Banca
centrale argentina favorisce questa situazione dal momento che paga
interessi altissimi ai capitali investiti, i quali dunque si ritraggono
dall’economia produttiva e trovano rifugio nei paradisi fiscali.
Complessivamente – afferma Giuliano – ogni giorno il Ministero del
Tesoro e la Banca centrale pagano 44 miliardi di pesos agli
speculatori, ossia 133 miliardi di pesos al mese.
Ovviamente dopo non aver pagato nemmeno una parte
del debito, che si rigenera costantemente come la fenice, ma solo gli
interessi, non resta nulla per le spese sociali: educazione, salute,
previdenza sociale, investimenti produttivi, causando il costante
impoverimento della popolazione che colpisce oggi 16 milioni di
argentini e ha reso indigenti 3,6 milioni di individui, [1] tra i quali
molti adolescenti e bambini (il 59,5% del totale dei poveri).
Il Dr. Giuliano ci spiega anche che il debito
costituisce un sistema, che conduce all’indebitamento perpetuo,
basandosi anche sul cosiddetto anatocismo, che
comporta il pagamento degli interessi sugli interessi non versati,
facendo crescere così esponenzialmente il debito e rendendo pressoché
impossibile la fuoriuscita da questa gabbia infernale.
Un altro economista di livello internazionale, Éric Toussaint, portavoce della Commissione per l’abolizione del debito odioso,
e membro dei gruppi di esperti che hanno revisionato la situazione
debitoria di vari paesi (Grecia, Ecuador, Argentina etc), ricorda che
la “dottrina del debito odioso” fu elaborata nel 1927 da un giurista di
origini russe, Alexander Nuhn Sack, sulla base della
riflessione su 150 anni di debiti esterni non pagati da parte di vari
paesi. Tra questi menziona i rivoluzionari francesi, il Portogallo nel
1837, gli Stati Uniti in più occasioni (1837 a causa di una crisi
bancaria), nel 1865 alla fine della sanguinosa guerra di secessione e
nel 1898 quando, conquistata Cuba e le Filippine, si rifiutarono di
pagare alla Spagna il debito coloniale di quei paesi. Da non
dimenticare poi i bolscevichi nel 1918, la Costarica nel 1919 e la
Germania che ha finito di pagare solo nel 2010 il 40% dei risarcimenti
che avrebbe dovuto versare ai paesi da lei attaccati e distrutti
durante la prima e la seconda guerra mondiale.
Sulla base di questa giurisprudenza, cui si
potrebbero aggiungere casi più recenti e significativi, è stata
sviluppata la dottrina del “debito odioso”,
il cui primo punto attribuisce questa definizione a tutti quei debiti
contratti non a beneficio di una nazione e di un popolo. In secondo
luogo, se si può dimostrare che i prestatori erano a conoscenza di
questa condizione o che questi ultimi non sono in grado di dimostrare
che non erano informati di ciò, nel caso di cambiamento del governo, il
debito ricade sulle spalle del governo precedente.
È proprio il caso dell’Argentina, che ha votato
contro il presidente Macrí, il quale ha ricevuto da FMI 44 miliardi di
dollari sui 57 richiesti a suo vantaggio e a vantaggio di una minoranza
privilegiata [2]. Inoltre, questo prestito costituisce un atto ostile
verso il popolo argentino da parte del FMI e degli Stati Uniti, i quali
con questo denaro intendono rafforzare il loro dominio sul
subcontinente latino-americano. Non è un caso, infatti, che proprio
recentemente truppe statunitensi sono entrate nel paese per partecipare
a manovre militari congiunte lungo le coste. A queste esercitazioni
hanno partecipato una portaerei yanqui con 5.000 soldati a bordo, una
fregata con 300 uomini, a cui si sono aggiunti una corvetta, 2 aerei e
un elicottero argentini tutti con relativo equipaggio.
L’arrivo delle forze statunitensi si verificava
poche ore prima che una missione del FMI giungesse nel paese, dopo che
Alberto Fernandez, nuovo presidente, si era recato ad invocare pietà
presso i grandi della terra, papa compreso e dopo che i deputati e i
senatori (Frente de Todos, Juntos por el Cambio etc), con l’esclusione
di quelli de FIT (Fronte socialista dei lavoratori) avevano votato la legge della sostenibilità del pagamento del debito.
In occasione di questi eventi, nel quadro di una
settimana di mobilitazioni contro la presenza dell’odiato FMI e in
appoggio alla sospensione del pagamento del debito e all’indagine su di
esso, l’organizzazione Encuentro Memoria, Verdad y Justicia
ha rilasciato la seguente dichiarazione: il debito e la penetrazione
delle forze armate statunitensi in Argentina non sono due fatti
separati, ma due facce della stessa medaglia. Essi dimostrano che
l’attuale governo (Alberto Fernández e Cristina Fernández) si aspetta
che Trump intervenga per favorire un accordo con il FMI e i detentori
del debito; il suo cedimento si manifesta anche nella visita del
presidente ad Israele, nel qualificare come terroristi gli Hezbollah,
nel riaffermare il rapporto privilegiato con il gruppo filostatunitense
di Lima e nel riconoscere i diplomatici inviati dal governo golpista
della Bolivia.
Con operazioni di questo tipo il Pentagono si
propone di addestrare i comandi militari dei paesi latino-americani alla
repressione di tutti quei movimenti che stanno animando le masse
popolari del subcontinente contro le politiche neoliberali di
devastante impoverimento della popolazione. Concludendo la sua
dichiarazione Encuentro Memoria, Verdad y Justicia ha
condannato l’ingerenza statunitense, ha reclamato la rottura delle
relazioni con il FMI e il non pagamento dell’usuario debito esterno
(Ibidem).
Tornando all’intervista a Toussaint, egli ribadisce
che ci sono tutti gli elementi per applicare la “dottrina del debito
odioso” e non ha senso appellarsi alla giustificazione che
l’indebitamento è stato deciso da un governo democraticamente eletto
(?), perché l’odiosità del debito non è cancellata dalla natura del
governo indebitatosi.
Mentre Cristina Fernández,
attualmente vicepresidente, presentava il suo ultimo libro all’Avana e
affermava che il debito estero ha permesso la fuga dei capitali e
potrà essere pagato solo se l’economia argentina crescerà, il FIT
insisteva nel sostenere che esso è illegittimo, odioso e fraudolento,
perché contratto violando le stesse direttive del FMI, e pertanto non
essere pagato né sarebbe logico rimandare il suo saldo al 2024, perché
in ogni caso questa misura non farebbe che aggravare le condizioni di vita già miserevoli del popolo argentino.
E noi quando cominceremo a riflettere sulla natura
del nostro debito estero e sulla improcrastinabile esigenza di pagarlo,
quasi fosse un punto di onore?
Note
[1] L’Argentina ha circa 45 milioni di abitanti.
[2] Si ricordi che sotto la dittatura militare i debiti della famiglia Macrí furono accollati allo Stato.
[2] Si ricordi che sotto la dittatura militare i debiti della famiglia Macrí furono accollati allo Stato.
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