lunedì 24 febbraio 2020

Il debito perpetuo e odioso

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Siamo davvero obbligati a pagare i debiti esteri contratti da governi antipopolari senza consultare i cittadini?

Il debito perpetuo e odioso Credits: https://www.bloomberg.com/graphics/2019-new-economy-drivers-and-disrupters/argentina.html
Ho scoperto una nuova nozione, certo nota agli economisti: “il debito perpetuo”, il quale non scade mai e né il debitore è obbligato a ripagarlo. Ovviamente, tuttavia, poiché questi non restituisce il denaro prestato, nel frattempo dovrà pagare gli interessi, che saranno superiori a quelli del mercato, perché l’operazione è altamente rischiosa per il creditore. Inoltre, nel caso in cui il debitore fallisca, il detentore del debito perpetuo sarà l’ultimo ad avere diritto al rimborso del denaro prestato. Tale tipo di prestito è accessibile solo agli Stati ed alle grandi corporazioni, che a tutta prima appaiono più sicuri.

Tra i paesi che si trovano intrappolati nel debito perpetuo risalta l’Argentina, il cui ex presidente Mauricio Macri ha chiesto 57 miliardi di dollari dal FMI, che intendeva garantire con un sostanzioso finanziamento la sua rielezione e mantenere il paese in uno stato di disastrosa sudditanza. Il Dr. Héctor Giuliano, specializzato in debito pubblico, affermava nel 2018 che quell’anno l’Argentina aveva in scadenza 67 miliardi di dollari, dei quali non era in grado di restituire nemmeno un centesimo, vedendosi costretta a rifinanziare tutto il debito. A suo parere siamo qui dinanzi alla logica dell’usura, secondo la quale l’usuraio non vuole la restituzione del capitale, preferendo ricevere interessi che si fanno di anno in anno più corposi. L’Argentina è arrivata a pagare il 60%/70% di interessi.
Per far comprendere queste complesse questioni alla gente comune il Dr. Giuliano spiega che il problema dell’Argentina non è di carattere economico, ma finanziario, ossia non riguarda l’economia reale, fisica, ma la parallela economia finanziaria; si tratta di due settori separati e che per di più sono governati da logiche differenti: nel primo caso, ci si preoccupa degli investimenti, della produzione e della commercializzazione dei beni e dei servizi; nel secondo ci si propone di guadagnare attraverso i cambi e il tasso di interesse. Infatti, nel paese sudamericano ci sono le risorse, la manodopera per produrre, ma questo processo non avanza ed è ostacolato dal fatto che un’entità produttiva, che necessita di investimenti, si trova a pagare interessi stratosferici ad esclusivo beneficio delle banche. La stessa Banca centrale argentina favorisce questa situazione dal momento che paga interessi altissimi ai capitali investiti, i quali dunque si ritraggono dall’economia produttiva e trovano rifugio nei paradisi fiscali. Complessivamente – afferma Giuliano – ogni giorno il Ministero del Tesoro e la Banca centrale pagano 44 miliardi di pesos agli speculatori, ossia 133 miliardi di pesos al mese.
Ovviamente dopo non aver pagato nemmeno una parte del debito, che si rigenera costantemente come la fenice, ma solo gli interessi, non resta nulla per le spese sociali: educazione, salute, previdenza sociale, investimenti produttivi, causando il costante impoverimento della popolazione che colpisce oggi 16 milioni di argentini e ha reso indigenti 3,6 milioni di individui, [1] tra i quali molti adolescenti e bambini (il 59,5% del totale dei poveri).
Il Dr. Giuliano ci spiega anche che il debito costituisce un sistema, che conduce all’indebitamento perpetuo, basandosi anche sul cosiddetto anatocismo, che comporta il pagamento degli interessi sugli interessi non versati, facendo crescere così esponenzialmente il debito e rendendo pressoché impossibile la fuoriuscita da questa gabbia infernale.
Un altro economista di livello internazionale, Éric Toussaint, portavoce della Commissione per l’abolizione del debito odioso, e membro dei gruppi di esperti che hanno revisionato la situazione debitoria di vari paesi (Grecia, Ecuador, Argentina etc), ricorda che la “dottrina del debito odioso” fu elaborata nel 1927 da un giurista di origini russe, Alexander Nuhn Sack, sulla base della riflessione su 150 anni di debiti esterni non pagati da parte di vari paesi. Tra questi menziona i rivoluzionari francesi, il Portogallo nel 1837, gli Stati Uniti in più occasioni (1837 a causa di una crisi bancaria), nel 1865 alla fine della sanguinosa guerra di secessione e nel 1898 quando, conquistata Cuba e le Filippine, si rifiutarono di pagare alla Spagna il debito coloniale di quei paesi. Da non dimenticare poi i bolscevichi nel 1918, la Costarica nel 1919 e la Germania che ha finito di pagare solo nel 2010 il 40% dei risarcimenti che avrebbe dovuto versare ai paesi da lei attaccati e distrutti durante la prima e la seconda guerra mondiale.
Sulla base di questa giurisprudenza, cui si potrebbero aggiungere casi più recenti e significativi, è stata sviluppata la dottrina del “debito odioso”, il cui primo punto attribuisce questa definizione a tutti quei debiti contratti non a beneficio di una nazione e di un popolo. In secondo luogo, se si può dimostrare che i prestatori erano a conoscenza di questa condizione o che questi ultimi non sono in grado di dimostrare che non erano informati di ciò, nel caso di cambiamento del governo, il debito ricade sulle spalle del governo precedente.
È proprio il caso dell’Argentina, che ha votato contro il presidente Macrí, il quale ha ricevuto da FMI 44 miliardi di dollari sui 57 richiesti a suo vantaggio e a vantaggio di una minoranza privilegiata [2]. Inoltre, questo prestito costituisce un atto ostile verso il popolo argentino da parte del FMI e degli Stati Uniti, i quali con questo denaro intendono rafforzare il loro dominio sul subcontinente latino-americano. Non è un caso, infatti, che proprio recentemente truppe statunitensi sono entrate nel paese per partecipare a manovre militari congiunte lungo le coste. A queste esercitazioni hanno partecipato una portaerei yanqui con 5.000 soldati a bordo, una fregata con 300 uomini, a cui si sono aggiunti una corvetta, 2 aerei e un elicottero argentini tutti con relativo equipaggio.
L’arrivo delle forze statunitensi si verificava poche ore prima che una missione del FMI giungesse nel paese, dopo che Alberto Fernandez, nuovo presidente, si era recato ad invocare pietà presso i grandi della terra, papa compreso e dopo che i deputati e i senatori (Frente de Todos, Juntos por el Cambio etc), con l’esclusione di quelli de FIT (Fronte socialista dei lavoratori) avevano votato la legge della sostenibilità del pagamento del debito.
In occasione di questi eventi, nel quadro di una settimana di mobilitazioni contro la presenza dell’odiato FMI e in appoggio alla sospensione del pagamento del debito e all’indagine su di esso, l’organizzazione Encuentro Memoria, Verdad y Justicia ha rilasciato la seguente dichiarazione: il debito e la penetrazione delle forze armate statunitensi in Argentina non sono due fatti separati, ma due facce della stessa medaglia. Essi dimostrano che l’attuale governo (Alberto Fernández e Cristina Fernández) si aspetta che Trump intervenga per favorire un accordo con il FMI e i detentori del debito; il suo cedimento si manifesta anche nella visita del presidente ad Israele, nel qualificare come terroristi gli Hezbollah, nel riaffermare il rapporto privilegiato con il gruppo filostatunitense di Lima e nel riconoscere i diplomatici inviati dal governo golpista della Bolivia.
Con operazioni di questo tipo il Pentagono si propone di addestrare i comandi militari dei paesi latino-americani alla repressione di tutti quei movimenti che stanno animando le masse popolari del subcontinente contro le politiche neoliberali di devastante impoverimento della popolazione. Concludendo la sua dichiarazione Encuentro Memoria, Verdad y Justicia ha condannato l’ingerenza statunitense, ha reclamato la rottura delle relazioni con il FMI e il non pagamento dell’usuario debito esterno (Ibidem).
Tornando all’intervista a Toussaint, egli ribadisce che ci sono tutti gli elementi per applicare la “dottrina del debito odioso” e non ha senso appellarsi alla giustificazione che l’indebitamento è stato deciso da un governo democraticamente eletto (?), perché l’odiosità del debito non è cancellata dalla natura del governo indebitatosi.
Mentre Cristina Fernández, attualmente vicepresidente, presentava il suo ultimo libro all’Avana e affermava che il debito estero ha permesso la fuga dei capitali e potrà essere pagato solo se l’economia argentina crescerà, il FIT insisteva nel sostenere che esso è illegittimo, odioso e fraudolento, perché contratto violando le stesse direttive del FMI, e pertanto non essere pagato né sarebbe logico rimandare il suo saldo al 2024, perché in ogni caso questa misura non farebbe che aggravare le condizioni di vita già miserevoli del popolo argentino.
E noi quando cominceremo a riflettere sulla natura del nostro debito estero e sulla improcrastinabile esigenza di pagarlo, quasi fosse un punto di onore?

Note
[1] L’Argentina ha circa 45 milioni di abitanti.
[2] Si ricordi che sotto la dittatura militare i debiti della famiglia Macrí furono accollati allo Stato.
23/02/2020 | Copyleft ©

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