(Fulvio Bufi – il Corriere della Sera) – È
il giornalista Sandro Ruotolo, candidato espresso da una inedita
convergenza tra il Pd e il movimento DemA che fa capo al sindaco de
Magistris, il nuovo senatore scelto con le elezioni suppletive che si
sono svolte ieri nel collegio Napoli 7.
Ruotolo ha raccolto circa il 50 per cento dei
consensi e ha largamente distanziato il candidato dei 5 Stelle Luigi
Napolitano e Salvatore Guangi, indicato da Forza Italia, Fratelli d’
Italia e Lega. «Ora la sinistra torni a occuparsi delle periferie» è
stato il suo primo commento. Per il giornalista – sotto scorta per le
minacce ricevute dalla camorra – intorno alla sua elezione può «aprirsi
un laboratorio» che consenta alle forze di centrosinistra di allargarsi e
schierarsi, insieme alla società civile, contro la destra sovranista».
Le suppletive napoletane saranno però ricordate
soprattutto per la scarsissima affluenza alle urne, che hanno fatto
rimpiangere quelli, pur sempre miseri, di precedenti consultazioni. Al
rilevamento di mezzogiorno il dato era fermo al 2,77 per cento, per
arrivare al 7,29 alle 19 e fermarsi con appena due punti percentuali in
più, al definitivo 9,52.
In ogni caso va precisato che non tutti i napoletani
sono stati chiamati a votare, ma solo quelli di tredici quartieri, per
un totale di 357.299 elettori, mentre le sezioni aperte sono state 444
su 883. L’ ultimo dato rilevato alla chiusura delle urne alle 23, parla
di appena 34.000 persone che hanno scelto di andare alle urne.
In particolare pare che abbiano dato una risposta
appena migliore gli attigui quartieri collinari del Vomero e dell’
Arenella, dove il sindaco de Magistris può contare da sempre su una base
elettorale piuttosto consistente e dove maggiormente è stata fatta
attività di campagna elettorale da parte dello schieramento di sinistra,
con gazebo presenti lungo le strade dello shopping e incontri con il
candidato Ruotolo.
Per tutti gli schieramenti queste suppletive
avrebbero dovuto rappresentare, oltre alla conquista di un seggio in
Senato, anche un test in vista delle elezioni per il rinnovo del
consiglio regionale e per l’ elezione del successore del governatore De
Luca (che potrebbe succedere a se stesso).
Con questi numeri e con questo enorme disinteresse da
parte dei napoletani, però, difficile che si possano fare valutazioni
politiche adeguate all’ importanza dell’ appuntamento della prossima
primavera.
Al massimo ci sarà da valutare il dato dell’
astensione e cercare argomenti validi per evitare che anche quando ci
sarà da mettere in piedi il governo regionale, la città capoluogo
risponda con queste percentuali di votanti. Ci sarebbe poi la questione
dell’ alleanza Pd-DemA in ottica comunali. Ma mancano ancora due anni.
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